Gianluigi Paragone a distanza di qualche giorno dal suo passaggio a La7 decide di togliersi qualche sassolino dalle scarpe e in un’intervista all’Ansa attacca la Rai, esplicitando alcune accuse già accennate via Twitter. Il giornalista in particolar modo critica l’atteggiamento dei vertici di Viale Mazzini:
Il problema è che l’attuale dirigenza Rai non regge i nuovi linguaggi. Vedi le loro facce e capisci subito che uno con l’orecchino e la chitarra destabilizza.
Paragone a La7 sarà alla guida di un nuovo format, sul modello de L’Ultima parola, in onda ogni mercoledì in prima serata da settembre (in primavera si concretizzerà la staffetta con Le invasioni barbariche).
Parlerò soprattutto di quello di cui in Rai non volevano che parlassi. Basta vedere da dove vengono i vertici Rai per capire che era difficile parlar male delle banche o fare un programma antieuro. Non voglio far polemiche, l’importante è aver trovato un editore che è in grado di riconoscere un prodotto giovane e moderno.
L’ex direttore de La Padania conferma che “volevano farmi fare un programma musicale” e assicura che “è scritto nelle lettere che mi hanno inviato, nessun dirigente può negarlo”. Poi torna sulla nuova trasmissione nella quale porterà con sé la chitarra e gli ospiti staranno in piedi:
È un concept rockettaro, non ho mai visto un rocker seduto. Manterrò il linguaggio dell’Ultima Parola. È un esperimento televisivo ancora molto giovane e di metterlo in soffitta non mi va. Del resto è uno dei motivi del mio passaggio a La7.
Paragone, pur ammettendo che “non mi posso permettere di fare la verginella” alla luce anche del suo passato da vicedirettore (oltre che del quotidiano leghista) di Rai1 e poi di Rai2, in tema di lottizzazione e di influenza della politica sulla tv pubblica, osserva:
A me risulta che il dg (Luigi Gubitosi, Ndr) sia andato a mangiare a colazione con Gasparri e Romani. Comunque credo che in Rai ci sia soprattutto un problema di linguaggio. La dirigenza vuole la contaminazione con il web, ma non sa di cosa parla. Loro hanno il diritto di interpretare il servizio pubblico in questo modo, ma non è detto che abbiano ragione, altrimenti non si spiegherebbero i flop degli approfondimenti economici in onda nell’ultimo periodo.
Il riferimento è a 2Next con Annalisa Bruchi e a La guerra dei mondi di David Parenzo, che non hanno ottenuto ascolti particolarmente entusiasmanti:
È un modo di raccontare che ha anestetizzato il pubblico. Ma qualcuno è convinto davvero che ci sia un conflitto generazionale? La realtà è che tutti sono sulla stessa barca. Questa Rai è davvero lontana dalla realtà.