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Rai, rinnovo della concessione del canone solo se recupera credibilità di servizio pubblico

Ecco cosa è scritto nella relazione programmatica sull’attività di governo nel settore delle comunicazion, firmata dal vice ministro dello Sviluppo economico Antonio Catricalà.

20 Luglio 2013 07:56


Nella relazione programmatica sull’attività di governo nel settore delle comunicazioni il vice ministro dello Sviluppo economico Antonio Catricalà ha chiarito a proposito della concessione del canone di abbonamento che “non esiste, al di là di qualche isolata interpretazione giuridica, la possibilità di un rinnovo automatico, non previsto neppure dall’attuale convenzione”.
Questo significa che non è poi così scontato che la Rai possa godere del canone anche in futuro. La concessione è in scadenza nel 2016 e prima di questa data, si legge nel documento depositato nell’ottava commissione del Senato, “il Parlamento, magari sollecitato dal Governo, dovrà prendere una decisione”. Catricalà prosegue:

Altrimenti sarà il caos, con la Corte dei Conti che potrebbe intervenire in caso di attribuzione di soldi pubblici (il canone) a un soggetto privo di titolo.

Il viceministro ovviamente precisa che non esiste “nessuna intenzione di togliere la concessione alla Rai”, ma soltanto “uno stimolo a essere più efficiente e moderna al servizio del pubblico”. Ecco, infatti, il riferimento alla qualità della tv pubblica. Nel documento si legge che “il pubblico deve avere la percezione che tutti i canali Rai sono canali di servizio pubblico e che tutta la programmazione risponde, con coerenza, alla logica di servizio pubblico”.
Il concetto viene ribadito anche quando si introduce la questione della lotta all’evasione del canone:

E il vero tema di fondo è forse l’unica vera grande ragione per giustificare la lotta all’evasione, ma addirittura le motivazioni del suo pagamento, non può non prescindere da un recupero di credibilità della Rai e dalla sua missione di servizio pubblico.

Parole che sembrano indicare a Anna Maria Tarantola e Luigi Gubitosi un cambio di rotta nei contenuti dei palinsesti, che devono essere in linea con l’idea di servizio pubblico. A fornire i principi guida da seguire ci sarà “una consultazione pubblica aperta alla società e alla stessa Rai, in tutte le sue componenti, sulla falsariga di quanto è stato fatto in Gran Bretagna per il rinnovo della Royal Charter Act nel 2007”.

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