Tutto cominciò con Alessandro Rostagno, polemista sdoganato dall’Arena di Giletti e poi transitato nei più vari salotti tv (fino alla conduzione flop di Scalo 76): il suo agente era Lele Mora.
Così anche Maria Giovanna Maglie, giornalista di fama della carta stampata, si è fatta rappresentare un bel giorno da Lucio Presta, grazie a cui è diventata opinionista, tra le altre cose, del reality La sposa perfetta. Lo stesso Michele Santoro, per negoziare l’uscita plurimiliardaria dalla Rai, ha chiesto la consulenza di Presta.
Poi a vederci lungo è stato Beppe Caschetto, che ha iniziato a puntare sulla rappresentanza di diversi volti del giornalismo, specialmente al timone di programmi di approfondimento, da Giovanni Floris a Corrado Formigli.
Oggi, per le stelle del giornalismo, c’è un’agenzia apposita dal nome latineggiante, che allude proprio alla forza della parola: VisVerbi (consigliato dal vicedirettore di Radio24, molti dei cui volti sono rappresentati, Sebastiano Barisoni).
Le titolari si chiamano Camilla Buzzi e Barbara Castorina e, come rivela oggi il Corriere della Sera riprendendo Europa, vengono entrambe dal mondo della comunicazione e del marketing, per cui offrono servizi di ufficio stampa, management e consulenza per ospite, conduzione e convegni.
Chi sono, allora, gli assistiti dalla VisVerbi? I non a caso sempre più inseparabili Giuseppe Cruciani e David Parenzo, ma anche Filippo Facci e Andrea Scanzi (anche se si sono trovati dalla Parodi a fare risse verbali, ma è il gioco delle parti), Francesca Senette, Selvaggia Lucarelli, Gianluigi Nuzzi. Sempre più vicino alla VisVerbi anche il pensionato Rai Carlo Freccero, non a caso dato in arrivo a La7.
Tra l’altro ora si spiega come tanti di questi personaggi “visverbini” siano andati ospiti a Reputescion di Scanzi, o a sua volta Selvaggia li abbia avuti a Celebrity Now.
Solo uno è il punto fermo dell’agenzia: accogliere giornalisti dagli orientamenti politici trasversali, accogliendo più quote per puntare sull’opinionismo spinto. Comunque vada, è la chiacchiera a essere diventata un business, la dialettica il prodotto da confezionare al posto dell’immagine.
Per spiegare questo strano fenomeno, a me vengono in mente gli elogi di Dione di Prusa, da quello della calvizie a quello del moscerino, del pappagallo… Traete voi le conclusioni.