Hell’s Kitchen: Cracco, come Gordon Ramsay e… Aram Mnatsakanov. Come cambierà il programma in Italia?
L’edizione italiana di Hell’s Kitchen non è la prima versione europea del famoso programma con Gordon Ramsay. La trasmissione è già stata adattata in Ucraina e presto nascerà anche quella finlandese e danese.
Giornali, siti internet, blog, Tvblog: tutti vi stanno martellando da sabato pomeriggio con la notizia che Carlo Cracco sarà il feticcio italiano di Gordon Ramsay nella versione nostrana di Hell’s Kitchen, ma nessuno vi ha ancora detto che prima dello chef stellato vicentino, c’è un altro cuoco in Europa che sta già interpretando il difficile ruolo di super chef in un adattamento del cookery reality show inglese (ma di origine neozelandese e di consacrazione americana). L’uomo in questione è il russo d’Azerbaigian Aram Mnatsakanov, fondatore del gruppo di ristoranti Probka (una catena di dieci locali che fanno rigorosamente cucina italiana), nonché conduttore dal 2011 di Hell’s Kitchen Ucraina.
La visione della versione ucraina di Hell’s Kitchen (che trovatequa sotto, subito dopo i primi minuti di una puntata della prima stagione di Hell’s Kitchen UK), può essere utile per capire come potrebbe cambiare il programma italiano rispetto a quello americano tanto amato in tutto il mondo. L’idea che mi sono fatto io guardando due episodi dell’ultima stagione è che, non avendo Gordon Ramsay, gli ucraini abbiano puntato maggiormente su altri aspetti, proprio come è stato fatto in Italia con Cucine da incubo, dove Antonino Cannavvacciuolo ha dato la propria impronta al programma (anche perché se scimmiotti Gordon Ramsay perdi in partenza) e la produzione ha scelto un taglio meno “chefcentrico” per raccontare le storie dei locali in difficoltà.
Nella versione ucraina di Hell’s Kitchen ci sono tutti gli elementi principali del format, dalle due squadre di otto concorrenti ciascuna che si sfidano allo chef che si arrabbia e dice parolacce e se la prende con i cuochi, dall’ambientazione pressoché identica agli inserti con i commenti dei concorrenti, dal ritmo serrato al meccanismo del gioco, ma c’è maggiore attenzione sulle dinamiche che si sviluppano tra concorrenti, c’è un uso piuttosto insistente della voce narrante fuori campo e ci sono degli inserti descrittivi esplicativi che illustrano le ricette dei piatti proposti.
Ho la sensazione che Hell’s Kitchen Italia, oltre a dare spazio alle ramanzine di Carlo Cracco (già mi risuona nelle orecchie il suo: “Veloci!”), si concentrerà molto sulle dinamiche del gruppo. Sul comunicato stampa Sky, infatti, dopo aver descritto il programma si legge:
Fuori dal ristorante e dalla gara, i concorrenti tornano nel loft che li ospiterà e dove, inevitabilmente, anche lontano dai fornelli e sotto l’occhio delle telecamere, le tensioni nate in cucina saranno destinate ad intrecciarsi con le dinamiche della convivenza.
Per la cronaca: prossimamente anche la Danimarca e la Finlandia creeranno la loro versione di Hell’s Kitchen; la versione originale inglese è andata in onda per quattro stagioni con quattro chef differenti (Ramsay fu presente solo nella prima stagione) e nel 2009 è stata cancellata.