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Duran Duran, Serata Speciale su Fox Retro con Rio e Arena

Due chicche per i duraniani di tutte le età: il documentario “Rio”, sulla realizzazione dell’omonimo LP, e il Live Arena, l’apice della carriera – e della bellezza – dei Duran Duran.

pubblicato 1 Agosto 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 15:58

Dopo trent’anni parliamo ancora di loro: i Duran Duran sono tornati a infiammare le classifiche e i palchi (alzi la mano chi era l’anno scorso al Foro Italico o in una delle altre tappe italiane del Tour 2102) e vivono una seconda giovinezza per la gioia di chi ha almeno 35 anni e ne ricorda le eroiche gesta anni ’80. Fox Retro li celebra questa sera, giovedì 1 agosto 2013, con un doppio appuntamento, due chicche, per gli amanti dei DD e della musica anni Ottanta in generale.

Si parte alle 21.00 con il documentario “Duran Duran: Rio”, tratto dalla serie Classic Album e realizzato nel 2008 per ricostruire la genesi di “Rio” (1982) – che contiene uno dei pezzi più belli della storia del pop internazionale, Save a prayer –  e a seguire “Duran Duran: Arena” (1985), il film-concerto sullo storico live che consacrò definitivamente i DD come una pietra miliare del pop anni ’80 (so’ fan!).

Un modo per rivedere il giovane e piacente Simon Le Bon (che tutte volevano sposare), John Taylor al basso, Nick Rhodes alle tastiere, Roger Taylor alla batteria, Andy Taylor alla chitarra: questa la formazione cristallizzata dal successo degli Ottanta, che vide il delirio per la partecipazione a Sanremo, gli stadi gremiti, i record di vendita. Bastarono pochi anni perché si arrivasse alla ‘disperazione’ per l’addio di Roger ed Andy Taylor, al canto del cigno con A view to a kill (colonna sonora dell’omonimo 007): era il 1985 e sembrava che tutto fosse perduto dopo aver raggiunto l’apice.

E invece il tempo, che è un galantuomo, ha reso giustizia ai Duran Duran, scelti anche da Fox Retro per il secondo appuntamento con il Vintage pop dopo la puntata sui Queen.

In fondo i Duran Duran sono stati all’avanguardia nell’uso dei videoclip e della promozione ‘audiovisiva’, complice anche un merchandising capillare che seppe sfruttare la popolarità della band (roba che i Take That, i Backstreet Boys, gli One Direction o lo stesso Justin Bieber si possono sognare la notte, ecco). Si servirono della pellicola 35mm, raffinando un mercato video ancora ‘grezzo’, chiamarono registi e fotografi di grido per curare la produzione ‘filmica’ (ben 11 furono i video realizzati da Russell Mulcahy) e fecero dei video un vero e proprio grimaldello per conquistare la visibilità sul mercato statunitense, dove si stava affermando MTV.

Certo, di fronte a una produzione che vede 185 canzoni registrate in studio, 1.240 concerti nel mondo (al dicembre 2012), 13 album in studio, quattro album live, sei raccolte, 20 tour (etc etc) una sola serata con due soli appuntamenti sembra poco. Personalmente organizzerei una retrospettiva su tutta la produzione video dei DD, ma mi rendo conto di essere un tantinello maniaca. Ma sarebbe eccessivamente fanatico non riconoscere che i ‘veri Duran Duran’ sono racchiusi nei loro primi tre album (quattro con “Arena”), cui si avvicina l’ultimo, “All you need is now”, e che non a caso li ha riportati definitivamente sulla breccia (come dimostrato il tour live, da cui è nato “A Diamond in the Mind: Live 2011”).

Ma non devo essere proprio l’unica ‘fanatica’, se David Lynch ha pensato di omaggiare i Duran Duran con un docufilm presentato al Marché di Cannes 2013, Duran Duran: Unstaged. In attesa di vederli anche al cinema, godiamoci una serata tv con i Duran Duran.

Grazie Fox Retro. E tanti auguri per il tuo quarto compleanno.