Mission cancellato? La Rai smentisce
La Rai smentisce la sospensione di Mission, il programma che porta dei vip nei campi profughi per far conoscere questa realtà ai telespettatori. Intanto, Paola Barale ed Albano difendono il programma
La Rai avrebbe cancellato Mission, il programma che porta dei vip nei campi profughi per far conoscere questa realtà ai telespettatori. Intanto, Paola Barale ed Albano difendono il programma
UPDATE 13/08: la Rai, con un comunicato stampa, smentisce le notizie di una sospensione di “Mission”, così come le voci sui cachet ai vip che parteciperanno al programma:
“Rai1 non ha cancellato il programma Mission. Come più volte ribadito la trasmissione è un cantiere aperto e non sono stati realizzati numeri zero né numeri pilota. Anche per quanto riguarda il cast è tutto work in progress. Le cifre riportate come eventuali compensi per i partecipanti alla trasmissione non corrispondono a realtà”.
Mission cancellato dalla Rai? Paola Barale ed Albano difendono il programma (ma la Rai nega il numero zero)
“Mission” potrebbe non andare mai in onda: il social show di Raiuno, che tanto ha fatto discutere nelle scorse settimane, fino a portare ad una petizione sottoscritta da oltre 53 mila persone, potrebbe essere stato sospeso dalla Rai. Ad annunciarlo Articolotre, sebbene manchi ancora la conferma da parte della Rai. Una notizia che, quindi, va presa con le pinze, e che si aggiunge alle altre news relative al programma che dovrebbe (o sarebbe dovuto) partire tra novembre e dicembre in prima serata.
Di “Mission” si è iniziato a parlare l’anno scorso, quando Michele Cucuzza (che di recente ha difeso il programma) e Barbara De Rossi sono andati in Sud Sudan e, ripresi dalle telecamere, hanno conosciuto la realtà di un campo profughi. L’Unhcr ha approvato il progetto ed ha partecipato alla sua realizzazione, ma a far discutere è stata la presenza dei vip all’interno di un contesto delicato come quello dei campi profughi.
Secondo il format, infatti, due coppie di vip ogni puntata vivono per quindici giorni nei campi profughi in Mali, Sud del Sudan e Congo, per raccontare al pubblico una realtà poco conosciuta e sottolineare il lavoro delle missioni che operano nel mondo.
Sebbene il progetto sia in fase di realizzazione da mesi, solo dopo la sua approvazione nel palinsesto di Raiuno sono iniziate a muoversi le critiche. Se la Presidente della Camera Laura Boldrini ha ammesso di essere a conoscenza del programma, che ora rischia di spettacolarizzare un tema difficile come quello dei profughi, alcune associazioni Ong hanno voluto protestare contro il programma, fino alla creazione di una petizione per bloccare lo show, con oltre 53 mila firme .
Il direttore di Raiuno Giancarlo Leone ha difeso il programma, che tra i protagonisti dovrebbe avere, oltre a Cucuzza ed alla De Rossi, anche Emanuele Filiberto di Savoia, Albano e Paola Barale. Proprio quest’ultima, nei giorni scorsi, ha voluto esprimere la propria contrarietà alle critiche sollevate dal progetto, come già in passato aveva fatto Emanuele Filiberto di Savoia. La Barale si riferisce in particolare alle preoccupazioni della Boldrini:
“La prima cosa che salta agli occhi è la poca fiducia che la presidente della Camera nutre nei confronti della tv di Stato. Seconda cosa, non certo meno importante, la ‘discriminazione’ che l’ex portavoce dell’Unhcr nutre verso i cosiddetti vip che in Rai ci lavorano. Sono fiera di quello che ho fatto, Mission mi è sembrata da subito l’occasione per trattare un tema degno di grande attenzione, senza relegarlo come sempre a notte fonda o in orari impossibili. Se qualcuno si scandalizza della mia presenza è libero di farlo.
Sono andata in Congo ad aiutare, nella misura del possibile, i cooperanti di Unhcr e Intersos che sul luogo svolgono quotidianamente attività a favore di persone realmente bisognose. L’ho fatto dopo aver visto la puntata zero che è stata realizzata lo scorso anno quando la presidente Boldrini era ancora in Unhcr e che avrebbe dovuto aver visto.
Viene spontaneo chiedersi come mai tanta gente stia remando contro un programma giudicandolo prima ancora di averlo visto. Mi viene da pensare che gli interessi di alcuni siano esterni al progetto al quale mi è stato chiesto di partecipare”. (Fonte: Il Secolo XIX)
Anche Albano, sempre secondo Articolotre, non ha gradito la possibile cancellazione dello show, spiegando come avrebbe potuto essere utile:
“Io difendo questo programma, e non capisco davvero cosa ci vediate di male: ce l’avete con me? Non capisco perché si parli di reality quando si tratta di realtà. Non sarebbe stato uno spettacolo, ma un’indagine, un’occasione per accendere i riflettori sulla gente che soffre. A me piaceva proprio l’idea di andare in un luogo in cui le persone sono abbandonate. Io voglio accendere qual faro, far vedere cosa succede. Continuano a morire dappertutto, ma se non proviamo ad accendere le luci che succederà?”
Albano (che sarebbe stato contattato per partecipare con la figlia), però, solleva anche un dubbio sull’effettivo compenso per i vip che parteciperanno al programma: se inizialmente si era parlato solo di un rimborso spese, il cantante ammette di aver ricevuto una cifra al di sotto di quanto di solito percepisce, una sciocchezza che però suona decisamente fuori tono per un programma del genere:
“Non ci crederà ma il mio compenso e quello di mia figlia saranno una vera sciocchezza. Erano 500 mila euro più una cifra irrisoria per mia figlia”.
Alla luce di queste polemiche, la Rai ha diffuso la scorsa settimana un comunicato in cui spiega come “Mission” voglia solo far conoscere al pubblico le missioni a cui parteciperanno i protagonisti, senza lucrare sul tema e fare spettacolo:
“Portare all’attenzione del grande pubblico l’importanza delle missioni umanitarie. Far riflettere e far conoscere il lavoro degli operatori internazionali. Offrire uno spaccato di realtà spesso tenute ai margini dell’informazione, sia quella televisiva sia quella della carta stampata.
E’ con questo spirito, proprio del Servizio Pubblico, la Rai si è espressia favorevolmente alla realizzazione di Mission, questa grande produzione prodotta in collaborazione con l’UNHCR e INTERSOS.
Mission non sarà un game, come qualcuno ha voluto far intendere, non ci saranno eliminati o vincitori. Sarà soltanto un lungo racconto attraverso le immagini e le testimonianze di chi ha vissuto e vivrà all’interno dei campi profughi.
Per quanto riguarda la produzione, non esiste al momento alcun numero zero. C’è soltanto una piccola parte video girata l’estate scorsa che non costituisce una puntata pilota. Il cast è ancora work in progress. La rete e la produzione stanno lavorando, ma di definito ancora non c’è nulla. L’unica cosa certa è che la Rai non puo’ non occuparsi di questi temi, portandoli anche in prima serata”.
La Rai quindi smentisce il numero zero: ma allora Cucuzza, la De Rossi e la Barale dove sono andati?