Dads, la Fox non rigirerà le scene accusate di razzismo: “Prendiamo in giro gli stereotipi”
La comunità asiatico-americana chiede di rigiare alcune scene del pilot di Dads in cui vengono offesi, sottolineando come questo avvenga anche in altre serie tv
UPDATE 21/08: La Fox ha risposto alla comunità asiatico-americana, dicendo che non saranno rigirate le scene accusate di essere razziste. “Vedrete che Brenda è un personaggio forte, intelligente, che ha potere e che quasi sempre ha ragione”, ha detto il network. “[Lo show] è evocativo e prende in giro gli stereotipi a volte attraverso situazioni esagerate e ridicole. La serie è basata sulle vite reali dei produttori esecutivi, e le relazioni tra padri e figli in Dads continueranno ad essere l’elemento portante della sensibilità della serie. Chiunque stia lavorando a Dad sta provando a creare uno show con un umorismo che possa funzionare su diversi livelli e che si possa ‘guadagnare’ la propria audacia”.
Dads, la comunità asiatico-americana chiede di rigirare il pilot della serie tv: “E’ razzista”
Continuano le polemiche per il pilot di “Dads”, la nuova serie tv prodotta da Seth MacFarlane che debutterà a settembre sulla Fox. Sebbene non sia ancora andato in onda, il pilot della sit-com non è piaciuto a chi ha potuto vederlo in anteprima. Al Television Critics Association press tour, la stampa americana aveva criticato le eccessive battute a sfondo razzista presenti nell’episodio, in particolare quelle rivolte alla comunità asiatica.
Ora, interviene anche la comunità in difesa degli asiatici americani nei media (Media Action Network for Asian Americans), che ha inviato una lettera alla Fox lunedì chiedendo alla rete di rigirare le scene incriminate del pilot. In particolare, non è piaciuta la scena in cui i due protagonisti Eli (Seth Green) e Warner (Giovanni Ribisi), proprietari di una casa produttrice di videogiochi che devono avere a che fare con l’arrivo dei loro padri, chiedono alla loro assistente di origini asiatiche Veronica (Brenda Song), in vista dell’arrivo di un cliente dal Giapppone, di vestirsi da studentessa giapponese e di simulare qualche risata stereotipata.
“Tutto sembra andare bene”, scrive nella lettera l’associazione indicando un’altra scena incriminata, “quando l’inquetante personaggio invia alla ragazza una foto del suo pene che, ovviamente, è minuscolo”. “Dads” sembra avercela con la comunità asiatica anche quando Crawford (Martin Mull) li definisce “orientali”, portando il livello di generalizzazione e stereotipizzazione al massimo.
Un comportamento inaccettabile, che l’associazione ha voluto segnalare al network il quale non ha ancora risposto ufficialmente. Il co-creatore della serie Alec Sulkin aveva ammesso l’eccessiva cattiveria di alcune battute, promettendo di lavorare per trovare il giusto equilibrio nel corso delle puntate:
“Volevamo fare qualcosa di volgare ed irriverente idealmente. Se abbiamo mancato il bersaglio alcune volte nel pilot, punteremo a fare meglio negli episodi seguenti”.
Peccato che proprio Sulkin, due anni fa, fu al centro delle polemiche su Twitter per un tweet fortemente offensivo rivolto sempre alla comunità asiatica. Poco dopo il terremoto in Giappone di marzo 2011, l’autore pubblicò un tweet in cui scriveva: “Se volete sentirvi meglio per il terremoto in Giappone, googlate ‘bilancio delle vittime di Pearl Harbor”. Un tweet fortemente contestato da molti, che Sulkin eliminò poco dopo e che sostituì con un tweet di scuse:
Yesterday death toll = 200. Today = 10 thousand. I am sorry for my insensitive tweet. It's gone.
— Alec Sulkin (@thesulk) March 12, 2011
“Il bilancio di ieri = 200 morti. Oggi= 10 mila. Mi spiace per il mio tweet insensibile. E’ andata”.
L’associazione fa notare anche che “Dads” non è l’unica serie tv che prende in giro la comunità asiatica senza troppi problemi. In “2 Broke Girls” il personaggio di Han (Matthew Moy) è spesso preso in giro, ma nessuno ha mai sollevato la questione, soprattutto dal momento che un altro personaggio, l’afroamericano Earl (Garrett Morris), viene sempre rispettato. “Hanno paura della gente di colore arrabbiata”, fa notare il presidente dell’associazione Guy Aoki riferendosi all’intera produzione tv, “è per questo che la nostra associazione esiste”.
[Via DeadlineHollywood]