La Tv del cuore – Piero Chiambretti: Giovanna la nonna del corsaro nero e Quelli della domenica
Quattordicesima e penultima puntata di questa nostra lunga cavalcata nella televisione del passato della rubrica estiva di TvBlog “La Tv del Cuore”. Oggi ospitiamo il conduttore e comico Piero Chiambretti, che in attesa di tornare in onda su una rete Mediaset con un nuovo programma, ci racconta quale è il suo programma televisivo del cuore.
La Tv del Cuore di Piero Chiambretti
Ho due programmi nel mio cuore. Il primo è Giovanna la nonna del corsaro nero, programma della televisione dei ragazzi degli anni ’60, in bianco e nero, che veniva girato proprio a Torino, la città in cui vivevo e vivo. Questa cosa mi entusiasmava, perché sapere che i pirati, comandati dalla vecchia nonna del corsaro, vivessero a Torino, dove non c’è neanche il mare, mi dava una grande emozione, ero totalmente idiota. Quella Tv dei ragazzi era una televisione che riempiva il cuore di quei giovani di quella generazione. La televisione non era come oggi, che c’è sempre e tanta, allora ce n’era poca e spesso anche non bella, non come spesso si dice parlando della televisione del passato.
Era per la verità una televisione anche molto noiosa. Ti mandava a letto anche molto presto ed era spesso un surrogato della scuola, però aveva anche dei momenti eccitanti, quasi proibiti. La nonna del corsaro nero, con le sue calze, le sue gambe, il suo fido Nicolino, che per altro balbettava, riempivano i miei pomeriggi. I miei e quelli di tanti ragazzi come me, che vivevano tra l’altro da soli, senza le tate, senza baby sitter, senza computer, telefonini e quant’altro. Anzi non so neppure se avevo la televisione, però avevo il televisore e quando arrivava la Tv dei ragazzi, che scattava inesorabilmente nei pomeriggi di tutti i giorni e vedevo arrivare il galeone con la vecchia, io ero felice.
Questo per quanto riguarda l’infanzia, un infanzia semplice passata davanti al televisore, a circa 30 centimetri dallo schermo, quindi ho perso la vista non tanto per le grandi seghe, ma più che altro per aver guardato la televisione da troppo vicino. Perché mi sembrava che più fossi stato vicino al “vetro” più fossi stato partecipe di quello che succedeva al di la dello schermo. Nel pomeriggio avrei dovuto fare i compiti di scuola, ma spesso tradivo la scuola per la “vecchia”, ecco quello è stato il primo grande tradimento della mia vita. Quando poi sono cresciuto, ho avuto un altro programma del cuore, sempre visto da 30 centimetri dallo schermo, sempre seduto per terra, sempre con le braccia e con le gambe incrociate a modello “toro seduto”, guardavo un programma di varietà della domenica.
Un varietà che andava in onda nel tardo pomeriggio della domenica e che aveva come protagonista un grandissimo, unico, indimenticabile Paolo Villaggio che interpretava Kranz. Ricordo che parlava in un simil-tedesco e dava dei grandi schiaffoni al pubblico presente in sala. Lì ho avuto l’illuminazione ed anche il modello da cui sono partito per poi diventare quello che sono. Villaggio in quel programma mi ha aperto gli occhi e la mente ed ha svegliato un talento che poi spero sia stato in qualche modo riconosciuto anche dagli altri. Allo stesso Villaggio molte volte ho ricordato questa vicenda e lui è sempre rimasto affascinato da questo mio aneddoto e ogni volta che ci vediamo me lo ricorda e oggi che è anche molto più dolce, come tutti gli uomini maturi, si commuove.
Quello era un programma che vedevo per due motivi: il primo perché c’era Villaggio-Kranz e poi perché quell’ora (19-20) era un orario della terra di nessuno, perché era finito il calcio e non era ancora iniziata la serata e quindi prendere al volo un programma così prezioso, che forse la Rai metteva come “tappabuchi” , era per me una cosa molto bella e mi permetteva di riempire le ore di quelle domeniche.
Piero Chiambretti
Quelli della Domenica (1968)
Trasmesso la domenica pomeriggio, fra la televisione dei ragazzi ed un tempo di una partita di calcio di serie A, nel 1968, Quelli della domenica, rappresenta in qualche modo il varietà di rottura della televisione tradizionale e tradizionalista di quei tempi. Scritto da Marchesi, Terzoli, Vaime e Costanzo, con la regia di Romolo Siena, vedeva fra i suoi protagonisti, come detto da Chiambretti, un esordiente Paolo Villaggio, fresco di contratto Rai che prevedeva anche una trasmissione radiofonica “Il sabato del Villaggio”. Villaggio qui strapazza il pubblico presente in studio, interpretando il citato personaggio “Kranz”, ma allo stesso tempo si dimostra servile nei panni di Fracchia, un modesto impiegato, vessato dal crudele capo ufficio Gianni Agus (grandissimo). Con Villaggio in questo programma c’erano Ric e Gian, Lara Saint Paul, Cochi e Renato. Trasmesso dagli studi Rai di Milano, saccheggia i comici che sono usciti dal celebre cabaret milanese “Derby”.