Home Pechino Express Pechino Express 2: Costantino della Gherardesca a TvBlog, “E’ un programma estremamente coraggioso, sono contento di fare il conduttore”

Pechino Express 2: Costantino della Gherardesca a TvBlog, “E’ un programma estremamente coraggioso, sono contento di fare il conduttore”

Il conduttore: “Spero che gli ascolti vadano bene, se no mi troverò un lavoro!”

pubblicato 5 Settembre 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 14:52

A margine della conferenza stampa di presentazione di Pechino Express 2, abbiamo fatto due chiacchiere con il nuovo conduttore, Costantino della Gherardesca.

Che ha partecipato alla prima edizione del programma, vinta da Debora Villa e Alessandro Sampaoli, in coppia con Barù (suo nipote), ed è arrivato terzo. Costantino prende il posto che nella prima edizione fu di Emanuele Filiberto di Savoia.

Il programma è giunto alla sua seconda edizione, cosa ti aspetti alla vigilia della partenza?

Sono molto felice, chiaramente spero che gli ascolti vadano bene. Se no mi troverò un lavoro: farò…il parrucchiere in Marocco. Oppure non so, andrò in una comune, in una setta in Russia. Sono molto contento di fare il conduttore a Pechino Express perchè è un programma estremamente coraggioso, dove ci possiamo permettere una certa ironia e dei contenuti divertenti e attuali, grazie anche a Magnolia e al capoprogetto Cristiano Rinaldi.

Il gioco in sè, insieme alle missioni, è molto difficile: bisogna fare l’autostop, chiedere un posto per dormire…In generale, com’è relazionarsi con le persone del luogo?

(L’anno scorso) i concorrenti…io lo sapevo, ma gli altri concorrenti non avevano molta dimestichezza con la cultura cinese, e ci sono rimati molto male quando cercavano alloggi, autostop, e gli venivano sbattute le porte in faccia. Quindi diciamo che certi Paesi sono più friendly, più ospitali. Altri meno, ma hanno le loro caratteristiche. Non per questo sono meno buoni. Io farei come un cinese, non darei un passaggio o un alloggio a nessuno. Questo si scopre attraverso il programma, attraverso le differenze di mentalità e cultura di tutti i posti.

Secondo te, nel caso dell’autostop: chi si ferma, lo fa perchè c’è la troupe, o al contrario, ne sono ‘infastiditi’?

Questo è difficile da spiegare perchè l’anno scorso ad esempio le Veline erano delle belle ragazze, giovani, avevano dietro la troupe e tutto quanto. Però nessuno si fermava. Specialmente in India. E le Veline non l’hanno capito finchè non sono arrivate in Nepal che in India non usa andare in bikini per strada. Le persone trovavano questa cosa abbastanza offensiva e non davano il passaggio. Ci sono degli altri fattori che determinano se qualcuno riceve un passaggio o meno.

Quali sono le principali difficoltà da affrontare in un programma del genere?

La difficoltà principale in tutte le edizioni di Pechino Express, in tutto il mondo, è trovare l’alloggio. Trovare l’alloggio è molto, molto più difficile che trovare del cibo. Mi ricordo che i due euro che si hanno per coppia si possono spendere solo in cibo, quindi non si può nemmeno offrire un euro per l’alloggio. E’ difficile che qualcuno ti ospiti. In più quelli che non ti ospitano si sentono in colpa, o per lo meno questo succedeva con me, e ti danno un po’ di avanzi di cibo. E quindi io finivo per mangiare tantissimo, tanto è vero che sono ingrassato, io e Simona Izzo siamo ingrassati a Pechino Express l’anno scorso, 7 chili.

L’anno scorso come concorrente e quest’anno come conduttore: hai avuto la possibilità di vedere tutti e due i percorsi. Quale dei due è più difficile?

Io posso dire per la troupe la Cambogia presenta un ostacolo incredibile. Ci sono le zone già percorse dai turisti, ma c’è tutta una zona, lunghissima, con piccole stradine sterrate, senza luci.

Hai accennato in conferenza anche al fatto che qualcuno dei concorrenti non ha mai lasciato l’Italia.

Alcuni non hanno nemmeno mai lasciato Roma. Saranno dei pesci fuor d’acqua, ma questa è la cosa divertente di Pechino Express. Il ‘fuoriluogo’.

Cosa spinge un personaggio ad accettare di fare questo programma, al di là del lavoro in sè?

Io originariamente non volevo fare Pechino Express. Per un motivo preciso, non è una battuta: la condizioni igieniche. Perchè io faccio due o tre docce al giorno, avevo paura di molte cose, fobie dei germi, eccetera. Non avere bagni è molto, molto dura. Uno supera questa difficoltà pensando che tu accetti di fare questo programma, e fai un viaggio, un’esperienza, che altrimenti non faresti.

Quale posto ti ha colpito di più, soprattutto tra quelli poco frequentati dai turisti?

Io l’anno scorso sono stato colpito molto dalla Cina. Perchè hanno la loro cultura, molto più progressista della nostra. Non hanno certe paure che abbiamo noi, verso l’innovazione, l’industria, la scienza. Ci sono dei ‘villaggi’ che hanno 3 milioni di abitanti, e ti ritrovi in questi posti veramente incredibili, straordinari, e lì ti rendi conto – questo succede anche con la Thailandia, con il Sud della Cina in cui non siamo stati, Singapore, Hong Kong – che in Europa siamo una provincia rispetto a quella parte dell’Asia.

Guardando le coppie, uno potrebbe in alcuni casi già immaginare come va a finire (abbiamo una marchesa con il suo maggiordomo e due olimpionici per capirci). Oppure no?

Ti dico, la Marchesa è una persona molto tosta-borderline-criminale, quindi non si fa molti scrupoli in generale, dal primo giorno che l’abbiamo conosciuta si è dimostrata una donna che ci sa fare. Rosolino invece è una persona che ha fatto molto sport, però o è stato in piscina, o in casa con la moglie molto possessiva che lo tiene rinchiuso, quindi secondo me sotto certi aspetti la Marchesa è più forte.

Pechino Express