Mission, Usigrai contro Fico (M5S): “Chiede di visionare il programma in anticipo? È censura preventiva”
Il sindacato dei giornalisti Rai ha offerto come garanzia la presenza al momento del montaggio delle puntate di un rappresentante dell’Onu. Intanto il vice presidente della Commissione di Vigilanza attacca il deputato grillino.
Torniamo ad occuparci di Mission, il programma di Rai1 (social tv, come la chiamano a Viale Mazzini) che vuole raccontare il dramma dei campi profughi in Africa anche attraverso le esperienze in loco di alcuni vip, da Albano a Vittorio Emanuele di Savoia, passando per Michele Cucuzza. L’Usigrai, per bocca del suo segretario Vittorio di Trapani, infatti, ha criticato la richiesta avanzata da Roberto Fico, presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza di visionare in anticipo il prodotto, che già fa discutere per il rischio di spettacolarizzazione del dolore:
Pur confermando i dubbi dell’Usigrai sulla trasmissione, riteniamo gravissima una eventuale richiesta in questo senso. Si tratterebbe di una pericolosa lesione dell’autonomia dell’azienda, che avrebbe il sapore di censura preventiva.
Il sindacato dei giornalisti Rai ha inoltre offerto come garanzia la presenza al momento del montaggio delle puntate di un rappresentante dell’Onu, il cui Alto commissariato per i rifugiati ha appoggiato il programma.
Il deputato del M5S ha replicato con un post su Facebook:
Nessuna censura. Mi meraviglio veramente di chi utilizza questa parola con tale disinvoltura.
Credo con estrema onestà intellettuale che chiedere alla Rai di rendere conto della qualità e della serietà di un programma che dovrebbe trattare il dramma dei campi profughi in Africa con l’ausilio di personaggi del mondo dello spettacolo, non sia semplicemente una prerogativa della Commissione di Vigilanza Rai, ma necessario buon senso. (…) Ben venga un programma che in prima serata ponga all’attenzione degli spettatori le condizioni disperate in cui versano profughi e rifugiati di guerra. Ma ritengo sia diritto di tutti chiedere alla Rai che il tutto avvenga con sobrietà, rispettando la dignità delle persone coinvolte.
Accostare nell’ambito di una trasmissione televisiva protagonisti del mondo dello spettacolo al racconto di un dramma umanitario produce una tv del dolore e della lacrima che non ha nulla a che fare con l’informazione e la sensibilizzazione dell’opinione pubblica, ma si avvicina molto di più alla spettacolarizzazione della sofferenza.
Se penso che il dolore venga anche solo per un istante minimamente spettacolarizzato, trattato con superficialità, banalizzato o sfruttato per un punto in più di share, sento – e credo che anche gli altri membri della Commissione siano d’accordo- che è mio dovere prima di tutto come essere umano, poi come cittadino e alla fine come Presidente della Vigilanza Rai, fare quello che posso per far riflettere su una questione di delicatezza estrema.
I cittadini vanno informati e resi coscienti di quello che avviene nel mondo, non commossi. E sono convinto che i vertici Rai non possano non concordare con me su questo punto.
Da segnalare come il vicepresidente della Commissione, il democratico Salvatore Margiotta, abbia preso le difese di Viale Mazzini attaccando il collega:
Fico, che si spende per sottrarre la Rai dalle mani dei partiti, ora pretenderebbe che sia la politica a dettare la linea della tv pubblica.