Intervista Incrociata: Botta e Risposta fra Gianluca Esposito e Valentina Raffaelli di “Ti prendo per la gola”
Parte stasera alle ore 23:05 su Real Time il nuovo dating show “Ti prendo per la gola” in cui tre giovani “Romeo” tenteranno di conquistare una ragazza single cucinando, in 30 minuti, i loro piatti migliori.
Lei sceglierà il suo Romeo senza vederlo ne sentirlo, ma solo lasciandosi conquistare dal piatto che le avrà preparato. Questo il succo di Ti prendo per la gola, in partenza stasera alle ore 23:05 su Real Time. Al timone di questa nuova emissione lo chef Gianluca Esposito e la conduttrice del programma Valentina Raffaelli. Saranno loro due i protagonisti della nostra rubrica “Intervista incrociata”, che torna qui su TvBlog, in cui ciascuno farà 5 domande all’altro, con relative risposte. Prima di partire con le domande di Gianluca a Valentina, conosciamoli meglio, parola a Gianluca:
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Nasco a Castel S. Pietro Terme in provincia di Bologna il 03/09/1981.
Di famiglia napoletana ma cresciuto nella campagna bolognese dove fino a 6 anni ho vissuto in una casa di signori toscani con i miei genitori che si occupavano della casa come custodi (papà maggiordomo e autista e mamma cuoca). Sono cresciuto quindi con un bagaglio di sapori e cucine italiane davvero importante, stimolato dai tanti prodotti che arrivavano da un viaggio in toscana o dalle vacanze a Napoli o dalle gite al mercato vicino casa. Dopo la scuola alberghiera di Castel S. Pietro Terme, a 17 anni sono entrato per la prima volta in una cucina professionale: la trattoria Amerigo dal 1934 a Savigno, in provincia di Bologna dove ho appreso le basi della cucina in un ambiente serio dove la qualità è altissima e dove si fa tutto in casa. Poi sono venuti 2 stage (da Marco Fadiga a La Pernice e la Gallina e dai fratelli Leoni a la Locanda del Sole a Trebbo di Reno) e nel 2004 ho aperto con due amici un ristorante in centro a Bologna: il Ciacco. Nel 2008 divento chef della Terrazza Bartolini di Milano Marittima dove si prepara solo pesce. A dicembre 2008 passo alla trattoria di Eataly di Bologna, vera fucina e frequentatissimo centro nevralgico della città per la buona tavola. Dopo 3 anni di lavoro intenso, recensioni positive e articoli di giornale, arriva la proposta di Oscar Farinetti: diventare lo Chef del Ristorante Italia di Eataly Roma: il ristorante gourmet dell’Eataly più grande del mondo, nella capitale, a rappresentare la cucina regionale italiana con un menu composto di 20 piatti. Uno per ogni regione d’Italia
Via ora alle domande di Gianluca a Valentina e relative risposte :
1. Sei mai stata presa per la gola? Se sì come? Se no, come si fa?
Credo di essere stata presa per la gola molte volte, ma non propriamente per essere conquistata. Come si fa?! Bisogna non farsi illudere dal mio faccino un po’ infantile che ispira piatti “infiocchettati”. Mi piacciono i sapori forti, decisi, gli ingredienti con un carattere.
2. Il mio abito di scena era ovviamente la mia giacca da Chef. Tu cosa dici dei tuoi?
I vestiti che ho indossato durante il programma erano perfettamente da Valentina. Mi ci sono trovata davvero a mio agio: comodi, ricercati ma molto disinvolti. Unica nota dolente, i tacchi. Ho indossato scarpe bellissime, ma altissime. Non perdevo occasione di toglierle appena ero fuori portata telecamere.
3. Ti ricordi Ruggero? Secondo me ha una passione per te…. Com’ è che ti chiamava?
Certo che mi ricordo Ruggero, ma non credo assolutamente avesse una passione per me.
I concorrenti erano sempre così concentrati sulla loro performance culinaria davanti alle telecamere, da dimenticarsi spesso per chi stessero cucinando… per questo io glielo ricordavo in continuazione!
Come mi chiamava?! Forse Heidi, o Susanna dei formaggini?! Sono così tanti i nomignoli che mi vengono attribuiti, e le associazioni a cartoni animati ancora di più…
4. Secondo te, che hai assaggiato tutto, hanno vinto i piatti più buoni o c’è di più?
Decisamente c’è molto di più. L’intento degli chef di Ti prendo per la gola è quello di mettere la loro personalità nei piatti, in modo che la giovane “Giulietta” riesca a leggere tra peperoni e zenzero una potenziale affinità che faccia scoccare la scintilla.
Devo dire che sono rimasta piacevolmente sorpresa da questo gioco di associazioni tra carattere e ingredienti. Partendo da questo comune presupposto, l’assaggio non è più limitato alla sensazione culinaria, ma cerca di leggere in alcune scelte di accostamenti, determinati aspetti della persona che è stata dietro ai fornelli a cucinare quel piatto. In alcune occasioni le ragazze, hanno delineato dei veri e propri ritratti.
Per cui no, non credo abbiano sempre vinto i piatti più buoni, non almeno in senso tecnico. Di volta in volta a vincere sono state una combinazione di affinità di gusti, scelte tradizionali piuttosto che sapori esotici, note di piccante o sensazioni dolci, insomma i gusti in grado di prendere per la gola la protagonista.
5. Essendo tu una designer, quale dei piatti che hai visto ha soddisfatto di più il tuo gusto estetico?
I piatti presentati erano davvero molto diversi gli uni dagli altri: alcuni eleganti, altri molto kitsch, monocromatici a volte “minimal”, altre volte “rococò”.
Ho trovato i concorrenti estremamente gelosi dei loro impiattamenti; si sono lasciati consigliare poco su questo, forse giustamente visto che anche l’occhio voleva la sua parte nell’esprimere la personalità nascosta dietro all’assaggio.
Da designer mi sono, nella maggior parte dei casi, limitata ad osservare, trovando interesse nei piatti in cui c’era un giusto equilibrio di colori, livelli e dimensioni che avesse una corrispondenza con un gusto interessante e ben strutturato. Non erano molti i piatti di questo genere; nella maggior parte dei casi le pretese di creare un piatto di lusso erano tradotte in modo non eccellente nella presentazione effettiva. Molti “Romeo” erano i classici ragazzi che regalano rose al primo appuntamento!
Parola ora a Valentina Raffaelli che si racconta nella sua biografia :
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Nasce a Rovereto, in Trentino. Studia Architettura a Venezia e si specializza in Design degli Interni al Politecnico di Milano. Subito dopo la laurea, Valentina si sposta ad Amsterdam attirata dal design olandese e dalla cultura nordica che trova subito estremamente stimolante, creativa e piena di nuove idee e proposte. Oggi, nella sua professione di designer d’interni e di prodotto (ha messo in piedi uno studio personale e fa parte del collettivo FridayProject.it), Valentina tende ad utilizzare sempre più il cibo come “materiale” di progettazione.
“Sicuramente – racconta Valentina – il fatto di trovarmi in Olanda è stato determinante per iniziare questo percorso. Lontana dai buoni prodotti, dalla nostra cultura del cibo, dalla mancanza dei pomodori saporiti e delle zucchine dell’orto della nonna, mi è venuta voglia di raccontare qualcosa di più su questo argomento.
Il cibo, materiale così colorato, versatile e affascinate, continua a fornirmi nuovi spunti e nuove strade di progettazione. Oltre al programma per Real Time, sto lavorando anche ad Herbarium taste, un progetto grafico da mangiare che vuole educare le persone ad una consapevolezza alimentare. Si traduce in disegni semplici, essenziali e prende sapore nei piatti che preparo in una cucina di un locale di Amsterdam; un piccolo angolo molto accogliente e raffinato dove da due anni mi diverto (anche per distrarmi dai lavori al computer) a preparare semplici e buonissimi piatti italiani”.
Ed ora è il momento di invertire i ruoli con le 5 domande di Valentina a Gianluca :
1. Hai mai usato le tue doti culinarie per sedurre una ragazza? Oppure preferisci portarla fuori a cena?
Ogni volta che cucino in realtà cerco di sedurre. La gratificazione di un cuoco è quella di rendere invitanti e appetitosi i piatti che prepara e quindi è inevitabile cercare di portare a sé, quindi di sedurre, i propri commensali. Ma se intendiamo il classico primo appuntamento va benissimo una cena fuori, poi magari a casa per il dessert.
2 . Cosa le hai cucinato o cose le cucineresti?
Ho cucinato veramente tante cose. A scatola chiusa senza conoscere i gusti e le preferenze della Lei in questione, credo che le cucinerei dei tortellini in brodo.
3. Che ingrediente sei?
Se proprio dovessi scegliere un ingrediente, mi piacerebbe essere un uovo: è un prodotto eccezionalmente semplice, ma ricco e complesso allo stesso tempo; autonomo in sé, ma anche al servizio di altri ingredienti.
4. Hai mai aiutato o intralciato qualche concorrente durante la preparazione dei piatti (con buoni o cattivi consigli, annacquando salse, aggiungendo sale…)?
No, di intralciare non sono capace. Non tanto per il concorrente, ma per i piatti. Non mi è mai venuta la tentazione di rovinare il cibo: lo trovo un sacrilegio. Magari può essermi capitato di rovinarli pensando di migliorarli: infatti, non sempre il risultato segue la bontà delle intenzioni e del consiglio. L’aiuto sicuramente c’è stato in alcuni piatti dove la sapidità era inesistente ed un pizzico di sale non si nega a nessuno.
5. Hai sempre avuto il coraggio di assaggiare i piatti preparati dai concorrenti o qualche volta hai proprio evitato?
Nessun coraggio, ma abitudine a farlo: ho sempre assaggiato tutto ed un cuoco deve farlo anche per capire l’esito dei propri piatti o delle proprie preparazioni. Il coraggio secondo me è stato quello di farli alcuni piatti, non di assaggiarli… e siccome non li ho fatti io, non mi è servito coraggio.
Ora non resta che sintonizzarsi stasera dalle ore 23:05 su Real Time per vedere la prima puntata di “Ti prendo per la gola”.
Il dating show di Real Time con Valentina Raffaelli e Gianluca Esposito