L’Arena di Giletti: l’inchiesta si fa seria (e talmente lunga da tagliare Luca Cordero di Montezemolo)
La recensione della prima puntata dell’Arena, sulle brevi intese e le case abusive o non dichiarate in Italia
Chi oggi si è sorpreso nel ritrovare Massimo Giletti più militante che mai alzi la mano. L’Arena ha compiuto dieci anni e li dimostra tutti, perché dai tempi della lallazione con Maria Monsè e la critica ai reality si è arrivati a tempi quasi maturi per una promozione in prima serata.
Giletti non si rivolge più alla telecamere solo per compiacersi di se stesso e dei propri successi televisivi, ma per garantire un contraddittorio serio agli esponenti più rappresentativi della politica.
L’attualità dell’ultima ora, legata alla crisi di governo, è stata affrontata in studio con puntualità e imparzialità, tra un Gasparri in collegamento e un Fassina in studio. Con una novità su tutte, il ricorso citazionista a contributi di altre fonti giornalistiche, dal Tg2 a Matrix (viva il fair play, a discapito delle logiche di concorrenza).
Così Giletti ha davvero offerto più tasselli per capire il quadro. Ma la novità sta nel fatto che lui stesso, anziché ridurre il problema alle colpe di Berlusconi, ha sottolineato i meriti concreti del governo Letta, che per il bene del Paese deve avere l’opportunità di continuare il suo mandato.
Nella seconda parte, quella più lavorata del programma, l’Arena si è lanciata in inchieste serie, cercando di analizzare da vicino sia i mali del Paese, tra cui l’abusivismo edilizio, sia le prime risposte virtuose, come l’attivazione del classamento catastale in diversi comuni.
Se c’è una critica che si può fare all’Arena è la sua durata eccessiva, nel senso che parlare di politica per due ore e mezza, alla domenica pomeriggio, è estenuante per tutti. Evidentemente l’ampia carne al fuoco di oggi ha costretto Giletti a strabordare con l’approfondimento, sacrificando la sezione Protagonisti (è stata, infatti, tagliata l’intervista a Luca Cordero di Montezemolo, prevista oggi in differita).
Che tutto questo materiale meriti davvero la prima serata? Di certo Giletti è apparso oggi più all’altezza e credibile che mai, come giornalista che non accetta più le false promesse o le risposte omertose degli assessori. La differenza è che si è opposto in maniera decisa, non populista:
“C’è una domanda precisa. Se no fate finta di non ascoltare le domande e andate coi vostri meccanismi”.
Si è creato, al tal proposito, un bel botta e risposta, favorito dalla trovata drammaturgica dell’esperto collocato a metà del vidiwall (idea che – siamo sicuri – inizieranno a copiargli in giro), come se spaccasse l’arena.
L’unica arma a doppio taglio è che, giustamente, Giletti non vuole lasciare il porto sicuro dell’Arena per una prima serata al buio. Ma farle entrambe non rischia di creare una ripetizione di contenuti, ora che l’Arena è così cresciuta e sarebbe un peccato retrocederla?
P.s. Perché, ancora, Klaus Davi?