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Mediaset, i lavoratori Rai contestano gli spot istituzionali

Ecco il comunicato del Movimento Lavoratrici e Lavoratori Rai, IndigneRai.

pubblicato 10 Ottobre 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 13:24

Avevamo già parlato degli spot istituzionali Mediaset, attualmente in forte rotazione su tutte le reti del gruppo televisivo di Cologno Monzese, sottolineandone la “curiosa” tempistica e l’effettiva utilità, soprattutto dopo la condanna per frode fiscale di Silvio Berlusconi proprio nell’ambito del processo Mediaset.

Passano le settimane e gli spot in questione si moltiplicano come i conigli: slogan sensazionalisti (da “Patrimonio di tutti” a “Gente che lavora”) si mescolano sapientemente a testi anch’essi ad effetto (da “Non abbiamo spostato sedi all’estero” a “Le tasse le paghiamo tutte qui, in Italia”), il tutto per ripulire l’immagine di Mediaset danneggiata dal precitato processo, nonostante c’è chi ancora insiste che gli spot e il processo Mediaset non abbiano nulla a che fare tra loro. Ognuno, si sa, ha le proprie ragioni.

Anche il Movimento Lavoratrici e Lavoratori Rai, Indignerai, si è fatto sentire per contestare il contenuto di questa pubblicità istituzionale. Nel primo filmato, andato in onda verso la fine di settembre, infatti, si è fatto riferimento al famoso “bollettino postale” da pagare, ovviamente il canone Rai.

Di seguito, troverete parte del comunicato con la risposta dei lavoratori Rai. Secondo quest’ultimi, lo spot conterebbe una diffamazione da considerare per una denuncia (tanto per cambiare):

Dallo spot sembra che il fatidico bollettino serva a pagare la RAI, mentre qualcuno, sopratutto dentro la RAI, dovrebbe spiegare con uno spot VERITA’ che il canone è relativo al possesso dell’ apparecchio di ricezione (che alcune sentenze hanno stabilito debba considerarsi anche il pc). Per spiegare meglio il concetto di canone RAI lo si può paragonare al BOLLO DI CIRCOLAZIONE AUTO; lo si paga perché si possiede la vettura e la quota pagata va alle regioni per i servizi al cittadino. Nel caso della RAI parte della quota di canone serve per finanziare le trasmissioni di pubblico servizio, che molto spesso il pregiudicato (Silvio Berlusconi, ndr) usa per diffondere i suoi messaggi politici. Lo spot sembra quasi dire: ”Che bisogno c’è di pagare un bollettino alla RAI quando noi vi offriamo tutto e meglio in un clima di lavoro idilliaco?”. Del resto dall’azienda della famiglia di un pregiudicato per frode fiscale non ci potevamo aspettare altro se non un invito subdolo a non pagare le tasse. In un momento in cui la RAI sfiora il 30% di evasione fiscale con perdite pari a circa 900 mln di euro l’anno, non prendere provvedimenti è come riposare sui binari ferroviari quando il semaforo è rosso!

I lavoratori Rai hanno fornito una replica anche riguardo il rapporto tra finanziamenti pubblici e Mediaset:

L’altra pesante falsità arriva quando lo spot annuncia che MEDIASET NON PRENDE FINANZIAMENTI PUBBLICI; ricordiamo invece che è stata condannata a risarcire 6,1 milioni di euro dalla Commissione Europea perché nella finanziaria del governo del 2005, guarda caso guidato da Silvio Berlusconi, sono stati introdotti degli incentivi fino a 150 euro per l’acquisto dei decoder DTT. Bruxelles ha definito questi incentivi AIUTI DI STATO, che hanno influito sullo share di MEDIASET e dunque sulle casse della tv commerciale a spese del cittadino.

Tra poche settimane, la Rai comincerà a trasmettere i propri spot istituzionali, di tutt’altro genere, che inviteranno l’abbonato a pagare, come di consueto, il canone. Il movimento Indignerai spera che il direttore generale Rai, Luigi Gubitosi, inizi a considerare una serie di provvedimenti per fidelizzare maggiormente gli utenti.

Rai 1