Vittorio Sgarbi con un articolo pubblicato oggi da Il Giornale ha commentato quanto accaduto una settimana fa nella prima e unica puntata di Radio Belva su Rete4, di cui proprio oggi su TvBlog siamo tornati a parlare per la vicenda del reportage in Basilicata. Il critico d’arte, che in diretta si era infuriato scagliandosi contro Giuseppe Cruciani, ha analizzato “il mio scandaloso comportamento televisivo” e si è definito da solo un coccodrillo che versa lacrime quando ormai è troppo tardi. Sgarbi nel pezzo racconta di aver “provato sin da subito una sensazione controversa e contraddittoria” dopo la fine della trasmissione durante la quale aveva anche provocatoriamente incitato il conduttore a dare della tro*a ad Alba Parietti:
Mi dispiaceva per me, per il mio essere ricaduto nel tipo di autore dell’aggressivo violento; ma anche per loro: per avergli rovinato la festa, il debutto televisivo (dopo aver avuto entrambi precedenti esperienze non particolarmente felici).
Il polemista di professione assicura che “prima del mio sfogo alcune parti della trasmissione mi erano anche piaciute” e afferma che la sua intenzione non era quella di mandare in vacca la diretta, come invece aveva confessato in ‘trance agonistica’:
Nonostante la mia dichiarazione finale («spero che Radio Belva termini per sempre»), il mio obiettivo non era farli chiudere. E credo che io ci abbia messo un carico; ma la ragione fondamentale sia stato il basso ascolto, che, semmai, io, con i picchi delle mie ire funeste, ho contribuito a tenere meno basso. Ma basso fu.
Convinzioni discutibili a parte, Sgarbi rievoca il suo flop televisivo su Rai1 (il programma si intitolava Ci tocca anche Sgarbi e fu chiuso dopo una sola puntata, proprio come Radio Belva – fece l’8.27% di share) e poi cala l’asso candidandosi – pur nell’ambito di un discorso ai limiti del paradosso – alla conduzione del programma chiuso da Rete4:
Poi io credo che i dirigenti Mediaset, il cattolicissimo Feiles direttore di Rete4 e lo scafatissimo Maurizio Crippa, capo della Stasi berlusconiana, intelligente e di sinistra anche quando sta a destra, siano stati severi e ingenerosi non consentendo a Cruciani e a Parenzo una seconda puntata, magari in differita, con tempi lunghi e code bislacche che potevano poi essere trattati e arrangiati in post produzione. Una seconda puntata per vedere se il basso ascolto fosse dovuto al trash o a una misura sproporzionata rispetto al pubblico o alla rete. (…) A guardare i risultati, si sarebbe potuto pensare di mandare avanti una coppia collaudata come Sgarbi-Parietti per una scanzonata conduzione, meno irriverente e magari altrettanto narcisistica, e tenere in un angolo, con cuffie, le due «zanzare», a fare esattamente quello che fanno alla Radio, come in una candid camera. Una ipotesi.
Dopo essersi detto in maniera fin troppo banale ammiratore de La Zanzara, Sgarbi spiega di aver reagito in maniera così violenta perché “non volevo essere un animale del loro circo, per di più non pagato (spero che anche loro non lo siano stati), e non ero quindi disponibile a essere mortificato dalla loro arroganza in nome dell’antica amicizia”; quindi chiosa:
Ho esagerato. Me ne pento e non me ne pento. Non avrei potuto fare altro. (…) In qualche luogo divertente tornerò, torneremo; non lì. I due buontemponi sono tristi perché io sono stato cattivo, e loro sono senza rete. Sanno che se lo sono meritato. Ma io non avrei voluto mangiarli.