Home Notizie Roxy Bar, Red Ronnie a Tvblog:” “E’ fuori dal tempo, ha dei ritmi che sono dei ritmi umani, ha dei ritmi che riguardano le emozioni”

Roxy Bar, Red Ronnie a Tvblog:” “E’ fuori dal tempo, ha dei ritmi che sono dei ritmi umani, ha dei ritmi che riguardano le emozioni”

TvBlog conversa con Red Ronnie: si parla di Roxy Bar (in onda ogni domenica su Streamit), ma anche di talent, televisione, innovazione, interazione, giovani e televoto.

pubblicato 19 Ottobre 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 13:01

Dopo dodici anni di assenza è tornato domenica scorsa sulla piattaforma Streamit Roxy Bar, il programma che “vive di musica” creato e condotto da Red Ronnie. TvBlog ha contatto il conduttore che si è sottoposto, di buon grado, alla chiacchierata. Ecco cosa ci ha raccontato.

«Roxy Bar è un programma musicale che va in onda per la prima volta su Videomusic il 12 dicembre 1992. Dopo 250 puntate il programma, trasmesso su TMC2, chiude. Era il 17 aprile 2001. Perché per 12 anni non è andato in onda? Perché sei dovuto ripartire dal web su Streamit, invece che in televisione?»

«Premettendo che sono felicissimo adesso di essere su Streamit, chiaramente in questi dodici anni io avevo sperato di riuscire ad andare in tv, ma non è stato possibile. All’inizio per un motivo molto semplice: MTV che aveva occupato, acquistato, catramato o asfaltato la frequenza di VideoMusic, che allora si chiamava TMC2, mi aveva dato rassicurazioni che Roxy Bar sarebbe andato in onda su MTV. Da aprile a settembre continuavano a dire: “Ma no, adesso dobbiamo vedere un po’ il budget, dobbiamo vedere”. Allora un mio amico, Dario Ravanelli, che era quello che vendeva la pubblicità a TMC2 e prima ancora a VideoMusic e TMC, e che ha stabilito un record ineguagliato anche da La7, anche grazie al fatto che io nel frattempo ero diventato direttore – ma non lo doveva sapere nessuno – di TMC2 così potevo lavorare con molta calma, e avevamo fatto insieme la presentazione del palinsesto a Cannes ai pubblicitari ed era stato un boom… Quindi mentre io davo fiducia al direttore di MTV che mi rassicurava, a settembre quando tirava ancora fuori la cosa del budget Dario Ravanelli mi ha detto: “Guarda che secondo me ti prende in giro. Fai una roba. Tu gli dici che non hai più bisogno di budget per un motivo molto semplice: il budget te lo copro io, cioè io ti ho già coperto il budget per quanto riguarda il Roxy Bar, quindi MTV non deve tirare fuori neanche un soldo”. Appena io ho detto questo a quello di MTV – guarda che per il budget abbiamo risolto, è già tutto fatto – lui non si è più fatto vivo, non ha più preso su il telefono e non ha più risposto, quindi ne deduco che il suo scopo non era quello di mandare in onda il Roxy Bar, ma di farmi saltare una stagione, cosa che puntualmente è successo. Da allora in poi io ho cercato in tutte le maniere di andare in onda, ma non è stato possibile. Perché? Perché il Roxy Bar è stato un programma che ha dato fastidio, quindi non vedevano l’ora di eliminarlo

«Nel 2011 tu hai creato la web tv di Roxy Bar tv. Ne deduco che è stata una scelta forzata, perché tu alla televisione ci credevi, ma la televisione non ti voleva più dare spazio. Giusto?»

«Si, in un certo senso si. Diciamo che la televisione non è che non mi volesse dare più spazio, è diverso: io ho evitato di avere quello spazio che volevano darmi, uno spazio che era di andare a fare l’ospite, di fare il giudice, di fare tutte ‘ste robe qua. Cosa che io non volevo assolutamente. Quindi io ho rifiutato di fare quello che fanno in tanti in genere, andare a fare l’ospite, andare a fare questo e quello…»

«Hai detto anche giudice e questo mi incuriosisce. Chi è che ti ha offerto di fare il giudice?»

«Diciamo che mi hanno offerto di fare il giudice. Diciamo che ho avuto delle offerte per andare a fare qualche talent…»

Red Ronnie – La questione talent

«A proposito di talent tu domenica hai detto, cito: “Organizzo il trofeo Roxy Bar come scusa per attirare l’attenzione sugli artisti emergenti, perché oggi non è più possibile per gli artisti emergenti esibirsi con pezzi propri. Lo dico sempre, non mi stancherò mai di dirlo, non possono farlo in nessun talent”…»

«Poi è arrivato Gianni Morandi e ho interrotto il discorso….»

«Esatto: lo riprendiamo?»

«E’ molto semplice: un ragazzo che scrive canzoni non può proporle a case discografiche. Non esistono più case discografiche che credono ai giovani a parte Caterina Caselli … no credono nei giovani che escono dai talent, quindi ragazzi o ragazze che sono costretti a cantare le canzoni degli altri. Questo ha fatto si che le radio – le radio non ne parliamo – ormai trasmettono solo grandi successi, quindi prima di andare in radio devi fare successo. Poi dopo l’altro aspetto è la musica dal vivo: purtroppo nei locali vogliono solo cover band quindi gruppi che fanno canzoni famose, per attirare gente. Quindi chi scrive le proprie canzoni può andare a fan****.»

«Però, per esempio, Pierdavide Carone ad Amici, o lo stesso Moreno che è uscito adesso da Amici, propongono canzoni che sono loro. Quindi semmai c’è poco spazio, non c’è tantissimo spazio…»

«Non è esatto: Moreno è in grado di proporre le canzoni proprie, perché se non sbaglio – io non li guardo i talent – se hai successo e arrivi in finale – non lo so come funziona – ma non inizi proponendo una canzone propria. E tu prima devi avere successo come interprete di canzoni altrui e dopo sì che ti permettono di fare le tue. Io sostengo che Gino Paoli, Fabrizio De Andrè, Vasco Rossi, Jovanotti, Lucio Dalla, De Gregori tutti questi artisti, se si presentassero oggi ad un talent verrebbero scartati subito per vari motivi. Quindi noi stiamo facendo cambiare mestiere a tutti i più grandi artisti che abbiamo avuto…»

«Però tu domenica ospiti Mara Maionchi, che non è soltanto una discografica, ma è stata anche giudice di talent, o meglio, forse è l’immagine migliore dei giudici dei talent show, visto che ha fatto X Factor, Amici e adesso è impegnata con Io canto.»

«Mara ha chiesto di venire. Mara è divertente. Mara prima di fare i talent era una a cui Battisti cantava le canzoni appena fatte, una che ha scoperto Tiziano Ferro. Quindi io non ospito Mara perché è la regina dei talent…»

«Però lei è un esempio che fondamentalmente in televisione e in radio se volessero potrebbero passare delle canzoni fatte da questi aspiranti cantanti… lei ne segue alcuni anche …»

«Domenica c’è anche Nathalie. Il fatto che io non ami i talent e li critichi i talent non significa che io tutti quelli usciti dai talent li schifi. Hai parlato di Pierdavide Carone. Pierdavide è uno che inviterò volentieri. Non ho detto che dai talent esce solo m*rda, ho detto che i talent sono un disastro per la creatività dei ragazzi.»

«A tal proposito certi dicono che i talent siano un’ancora di salvezza per un mondo discografico che sennò è in apnea, concordi?»

«No, perché i contratti dei talent non ce li hanno le case discografiche, ma ce li hanno Maria De Filippi e questi qua. Quindi: a quanto mi risulta quelli che escono da Amici sono tutti sotto contratto con Maria e lei decide il bello e il cattivo tempo. Quindi non è che sia una cosa straordinaria….»

«Si, ma Mengoni per esempio è uscito da X Factor e appena è uscito è andato a firmare un contratto con una major no?»

«Si, si però… quello che tu non capisci è che a me non me ne frega niente dei talent. Siete voi che mi chiedete dei talent. Sto portando avanti il discorso di dare spazio agli artisti con i pezzi propri. Ma io non ho visto nessuna puntata di talent dall’inizio alla fine, non so neanche come sono fatti. Non sapevo che Mara Maionchi facesse Io canto. Io non guardo la televisione. Quindi a me non me ne frega proprio niente dei talent. Non è che li combatto. Non mi interessano. Non perdo il mio tempo, al di là di una frase contro i talent, così come non perdo il mio tempo contro Sanremo. Non mi interessa. Il tempo che dovrei dedicare a parlare male di qualcosa, lo uso per dare spazio a chi non ha spazio da questo qualcosa. Attenzione, è venuto da me Carlo Alberto, ad esempio, e gli ho aperto le porte del Roxy Bar e del Barone Rosso – non mi importa se viene da un talent, non mi interessa assolutamente nulla… io ho dato anche spazio a gente che ha fatto i talent capisci, però non significa che io perda tempo a parlare dei talent…»

«Quindi tu lo giudichi come cantante e non ti interessa da dove arrivi…»

«Si, ma è errata anche questa frase. Il bello è che la gente pensa che io giudichi, ma io non giudico. Come fai a giudicare un’emozione? Come fai a dire questo brano fa schifo? Ma che caz*o ne sai di quando è stato fatto, di che situazioni aveva.»

Red Ronnie – Il rapporto con la televisione

«Tu poco fa hai detto che non guardi più la televisione. Perché? … Come mai non guardi più la televisione?»

«Ma perché non c’è più niente di interessante. C’è qualcosa di interessante in televisione? Mi dici un programma? Io sono uno che ha montagne di VHS di programmi registrati. Dimmi un programma che vale la pena registrare….»

«Sostiene Bollani su Rai 3.»

«Si vabbè….»

«Dico: qualcosa si può trovare con la miriade di reti digitali piuttosto che…»

«Si, si, ma ormai sento il mezzo vecchio. Ormai la televisione la sento accanto a me, la vivo nel telefonino, nell’iPad, la vivo facendola. Non è che la veda molto.»

«Ma tu cosa porteresti in televisione se te lo facessero fare? Poi torniamo ad occuparci del Roxy Bar…»

«Ma non mi interessa pensare a una ipotesi. Vedi: io sono uno molto pratico. Se un giorno arrivasse Giancarlo Leone, che stimo molto come direttore, e mi dicesse: “Facciamo una cosa insieme?” Io ascolterei lui e, in base a ciò che desidera avere da me, vedrei se sono in grado di costruirgli quel programma… Quando nel 1994 venne Nadio Delai, direttore di Rai 1, e mi disse: “Voglio Roxy Bar su Rai 1”, io gli risposi: “Non ti posso dare Roxy Bar, perché tu vuoi Roxy Bar, perché hai visto che c’era De Gregori a Roxy Bar e da te non ci viene. Però Roxy Bar è un pacchetto completo, tu invece dopo mi fai il minuto per minuto e mi dici che De Gregori ha fatto il 25%, l’artista emergente mi ha fatto il 3% e mi chiedi di eliminare gli artisti emergenti così alziamo l’audience”. Non l’avrei fatto, perché Roxy Bar era un pacchetto completo. Allora ho fatto “Mi ritorni in mente” per la Rai. Quindi: se la televisione mi chiedesse, io sarei in grado di fare la trasmissione che vogliono.»

«Ma attualmente non ti stanno chiedendo programmi o non ti piace quello che ti stanno chiedendo?»

«No, nessuno mi chiede nulla.»

Red Ronnie – Innovazione e interazione

«Torniamo al Roxy Bar e torniamo all’attualità: ho visto la prima puntata. La mia prima impressione è che, nel bene o nel male, il tempo sembra che si sia fermato, nel senso che il programma continua a vivere di musica e continua a raccontarla, però non ha apportato innovazioni. Eppure io mi ricordo che quando ero giovincello che il tuo è stato uno dei primi programmi ad introdurre ad esempio l’interazione via internet con il pubblico da casa. Perché adesso non ci sono innovazioni al Roxy Bar?»

«Perché Roxy Bar era già avanti anni luce e quindi io, facendo un Roxy Bar con lo spirito di allora, sono avanti anni luce. Poi, nella prima puntata non ho fatto molta interazione per un motivo molto semplice: il computer aveva problemi…»

«L’hai anche detto…»

«Però al di là di quello, ricordati che le interazioni, se da un lato sono belle per te che le guardi e che sei protagonista dell’interazione, sono anche una rottura di caz*o per chi è a casa e non è protagonista di quella interazione, quindi le devi usare con parsimonia. Le interazioni le uso molto di più nella diretta del Barone Rosso…»

«Vero…»

«Il Roxy Bar è un programma con un ritmo che anche se lento – ho dei ritmi lenti, sembrano lenti, ma non lo sono – sembra ma non lo è. Il Roxy Bar è qualcosa che non esiste nei media o in TV. Questo modo di fare televisione non c’è. E’ fuori dal tempo, è eterno. Cioè, se tu ascolti un disco di Julie London con Barney Kessel alla chitarra e un controbassista, fatta alla fine degli anni Cinquanta, come “Cry me a river”, è musica eterna; se tu ascolti un brano con tutta la tecnologia che ci potevano mettere negli anni Settanta è paurosamente vecchio e datato anni Settanta. Quindi quello che ti voglio far capire è che il Roxy Bar è fuori dal tempo, ha dei ritmi che sono dei ritmi umani, che riguardano le emozioni e le emozioni sono comuni all’uomo della pietra e all’astronauta che fa un viaggio siderale. Entrambi hanno paura, allegria, dolore, gioia, amore, gelosia. Le emozioni sono quelle, non è che cambiano. Il Roxy Bar è qualcosa che non ha tempo, alla fine ti può sembrare lungo – lo stesso Carboni mi ha chiesto: “Ma è lungo il mio intervento?”, perché siamo andati molto oltre, però alla fine tutti quelli che l’hanno visto hanno detto: “Che bella la storia di Carboni che ha raccontato le sue canzoni”. Anche mandare in onda una telefonata come quella di Chico Forti con il telefonino attaccato al microfono può sembrare minima, ma attenzione è Chico Forti che chiama dal carcere di massima sicurezza di Miami, dove è rinchiuso innocente da quattordici anni. E’ stata l’unica intervista in diretta fatta a Chico Forti, di cui ha parlato anche Enrico Letta con Obama, in un programma televisivo. Se c’era in un altro programma facevano i titoli di testa del telegiornale. Di me non se ne è occupato nessuno, però c’è stato. Il Roxy Bar è qualcosa di diverso dagli altri. Non lo puoi paragonare a nessun programma televisivo, tant’è vero che nessuno ha mai rifatto il Roxy Bar. In dodici anni che mancava, pur avendo vinto tre Telegatti – e anche quando vinceva i Telegatti – nessuno era riuscito a rifare il Roxy Bar.»

«Però dodici anni fa avevi proposto una interazione su IRC, io mi ricordo che con Mirc venivo nella chat a parlare e a chattare, ed erano dodici anni fa. Pensavo che, riuscendo a ripartire, per di più su una piattaforma web, tu con la tua mente machiavellica tirassi fuori qualche altra novità, qualche cosa di particolare, di strano. Non c’è più niente da inventare?»

«Ma non è che non c’è più niente da inventare. Non è così. Oggi io userò skype userò ‘ste robe, ma attenzione, il Roxy Bar non è quello che tu pensi. Tu sei rimasto colpito da questa cosa e pensi che adesso io mi materializzo con un ologramma a casa della gente, o la gente si manifesta come ologramma da me. Non è così. E’ un altro discorso che sto facendo io, ma non è questo.»

«Si, ma il discorso dell’atemporalità del programma vale oggi come valeva nel Novantadue, tant’è che nessuno è riuscito a replicarlo o magari neanche ci hanno provato. Su quello siamo d’accordo ma …»

«Ma vedi, l’interazione è come il karaoke. Nel karaoke gode solo chi canta e gli altri si turano le orecchie o vomitano. Non è sempre un bene l’interazione. L’interazione la gode soprattutto chi fa l’interazione, meno chi guarda. A meno che non sia una interazione straordinaria, interessante.»

«Quindi l’interazione deve rimanere al di fuori del programma? Perché vedo che su Twitter sei molto presente …»

«Non è che deve stare fuori dal programma, ci sarà nel programma…»

«Deve essere utile al programma…»

«Esatto. Deve essere utile al programma, nel senso che deve esserci qualcosa d’interessante, qualcosa di importante. Tu mi dici: non c’è stata interazione. Per me c’è stata la massima interazione, perché hai parlato con un detenuto all’ergastolo che in questo momento è a Miami e ci hai parlato. Quello per me è il massimo dell’interazione, più di avere un ragazzino che mi dice: “Ciao, vorrei chiedere a Carboni cosa ne pensa di”…»

«Chiaro, quelle sono le interazioni più elementari che poi fanno anche tutti gli altri…»

«Esatto.»

Red Ronnie – Il Roxy Bar e lo spazio riservato a chi ha idee

«Un’altra cosa che mi ha fatto venire in mente Roxy Bar e che nel programma si parla di musica, si ascolta la musica, non si parla solo di musica, perché ci sono questi interventi anche di attualità, c’è spazio per l’arte come i ragazzi che dipingono, ma non ci sono spazio per i giovani di proporre idee per il web o cose simili. E’ una scelta? E’ perché è totalmente avulsa dall’idea del Roxy Bar?»

«Tu fai un errore che è clamoroso come giornalista: tu mi fai le domande per avere le risposte che riguardano te, non chi ti segue. E’ un tuo problema: sei tu che vorresti che io facessi queste cose, perché vorresti proporti tu per questo genere di cose. Tu ti devi estraniare da questo, il Roxy bar è uno show, è una serata che passiamo insieme. Che caz*o centrano le idee per prodotti web. Ho già in studio, ed è già difficile interagire con loro, i ragazzi di orgoglio nerd. Ho già dei pittori giovani, dove mai li vedi dei pittori che in tv possono fare quadri?»

«Esatto. Io e te stiamo partendo dallo stesso presupposto, ma evidentemente io lo prendo dal lato sbagliato: siccome vedo che è un contenitore di idee, il che non è una cosa molto facile da trovare in televisione – batterò sempre sullo stesso punto – ma lo trovo atemporale e tutto il resto, però su certi non ci entri. Allora la mia domanda è: è volutamente fatto così?»

«Domenica ho sforato di mezz’ora/quaranta minuti sull’orario previsto. Non posso dare spazio a tutto ciò che non va in tv. Non è questo il Roxy Bar, attenzione. Io più di dare spazio… stanotte alle 2 di notte ho intervistato un ragazzo che fa il portiere di notte in un albergo. E’ una intervista lunga che vedrai. Io non posso intervistare tutti.»

«Allora non si può utilizzare la web tv di Roxy Bar per dare altro spazio ai giovani?»

«Ne dò già abbastanza. I giovani si devono proporre e fare qualcosa di interessante. Non posso risolvere tutti i problemi dei giovani. Io do spazio per quello che posso fare. Non esistono i “giovani”, esistono persone che fanno cose interessanti ed esiste gente che non fa un caz*o. Questa è la realtà. Quello che io faccio è di dare spazio e di cercare qualcuno che ha qualcosa di interessante. Mi sembra che il pittore a cui ho dato spazio l’altro giorno qualcosa di interessante lo facesse. Tu mi stai chiedendo cose che non capisco: o ti spieghi meglio e ti rispondo sullo specifico, ma non mi devi dire i “giovani”.»

«Allora gente come filmmaker che fanno documentari e che non riesce a trovare spazio in televisione…»

«Filmmaker che fanno documentari: noi abbiamo fatto, quando c’è stato l’IBTS a Bologna, un concorso per filmmaker: venivano e i migliori avrebbero poi fatto gli inviati per Roxy Bar Tv. Sai quanti si sono iscritti? Due. Più di così cosa si poteva fare? Abbiamo annullato la competizione. Ti ripeto: per me non esistono filmmaker. C’è stato un ragazzo che ha mandato un reportage fatto al concerto di Jovanotti a Salerno. Se tu vai a vedere ho creato per lui un nuovo programma, Roxy Reporter. Ho detto a tutti: “Attenzione, se volete fate un reportage e io lo mando in onda”. Sai quanti ne sono arrivati? Zero! Io sono la persona più aperta a tutte le proposte, ma devono arrivare, non le posso creare.»

Red Ronnie – Il nuovo Roxy Bar

«Beh è giusto, non è che puoi andare a cercarli tu… torniamo al Roxy Bar che l’abbiamo un po’ trascurato: che cosa ti senti di promettere a chi si collegherà su Streamit per guardare Roxy Bar nelle prossime settimane?»

«Non prometto niente. Uno si collega e se trova interessante rimane collegato, altrimenti no. Non sono uno che promette. Io faccio. Secondo me ciò che vedi qui non lo può vedere da nessuna parte. La Roberta Bruzzone che vedi qua, non la vedi certamente a Porta a porta, a Mistero, a Linea Gialla, a UnoMattina, o a tutti i programmi dove lei va ospite. Una Roberta Bruzzone che parla così, che canta, che si esibisce non la vedi da nessuna parte. Prometto che ciò che vedi qui non lo vedrai da nessuna parte.»

«Quindi rimarrà sempre lo spirito di Roxy Bar di dodici anni fa?»

«Non c’entra lo spirito di Roxy Bar di dodici anni fa, di più: rimane lo spirito di Roxy Bar di ventuno anni fa del 1992, perché siamo tornati indietro: ci siamo resi conto che il Roxy Bar di dodici anni fa era più vecchio di quello di ventuno anni fa. Roxy Bar di dodici anni fa, con tanto pubblico e una arena tipo rock, era più vecchio. Quindi siamo tornati a quello con meno pubblico, con le persone sedute ai tavolini, con più calma, quello più umano, più salotto, più stare insieme, più confidenziale. Siamo tornati al Roxy Bar di ventuno anni fa, neanche di dodici anni fa.»

«Quante puntate sono previste del nuovo Roxy Bar?»

«Per adesso dieci, poi dopo se gli sponsor arrivano o Golia conferma il suo appoggio andiamo avanti.»

«Va bene. Ho materiale a sufficienza. Io pubblicherò tutto perché mi piace questo lato vero e verace, perché di solito trovo persone abbastanza schive…»

«Ma non è questo. E’ che tu tendi a generalizzare. Devi andare sullo specifico. Tu magari sogni un programma, il tuo programma, dove magari c’è uno spazio dove passi tutto il programma a sentire le idee dei ragazzi, ma non ti guarda nessuno. Io le idee dei ragazzi non le voglio sentire, le voglio vedere. Quindi se uno ha delle idee mi mandi dei video. Io sto trasmettendo quasi tutto quello che mi viene mandato. E vado oltre a quello che fanno, perché quando ci sono dei gruppi emergenti che mi mandano il videoclip, dico: “Non mandarmi il videoclip e basta”. Non voglio fare come VideoMusic che mandava in onda i video e basta. Lo voglio contestualizzare, gli voglio dare una identità. Quindi tu mi mandi il videoclip, ma anche una tua presentazione, dove mi racconti il videoclip.»

«Dove si può mandare questo materiale?»

«Noi abbiamo tre mail info@roxybar.tv, pubblico@roxybar.tv (per venire ad assistere al programma) e emergenti@roxybar.tv (se hai un gruppo emergente che vuole venire a suonare)… il mio sogno da mo’, ma non ci sono mai riuscito, è quello di avere corrispondenti in tutta Italia che mi mandano video. Quello che fa Noemi ogni tanto da Londra. Lei ha un suo spazio all’interno di Roxy Bar Tv, un suo programma, che si chiama Still on the road. Quando si ricorda accende la telecamerina e documenta qualcosa, l’ultima è stato il concerto dei Rolling Stones ad Hyde Park, e mi manda il video. Io glielo monto e le creo il programmino. Gianluca Grignani è pigro, ma anche lui ha Jocker, il suo canale. Roxy Bar Tv diventa un’occasione. Roxy Bar, il programma della domenica sera, diciamo che è la vetrina, è la volta che inviti tutti a cena. Poi è come se c’hai le cene private. Tipo il lunedì sera è una cena privata che fai in maniera intima, dove io sono aperto a tutti. Ad esempio Rita Pavone domenica sera sarà al Roxy Bar e lunedì sera sarà qui da me a dialogare intimamente, quindi se tu vuoi interagire con Rita Pavone ti conviene interagire lunedì sera, non la domenica nel casino del Roxy Bar. Comunque dalla prossima domenica dovremmo anche riuscire ad interagire in questa maniera.»

Red Ronnie – La questione televoto

«A proposito. Ti faccio l’ultima domanda: domenica hai detto che non riuscivate a fare la votazione dei gruppi online, perché c’erano dei problemi. Questa domenica ci sarà?»

«Penso di sì. Il problema di fare le votazioni e che io voglio che vinca veramente il gruppo che piace, non il gruppo che si fa furbo, si mette al computer e fa 96000 click…»

«Avete trovato una soluzione per evitare questo problema? Perché è un problema annoso, che tutti quelli che fanno programmi, talent e non solo, ti dicono che utilizzano le telefonate perché sono più controllabili, rispetto ad internet dove la gente barerebbe…»

«E’ una bufala. Anche a Sanremo ti dicono che non possono controllare la veridicità dei voti. Loro usano le telefonate perché tu paghi un euro ogni telefonata. E quindi loro usano le telefonate perché ti spillano soldi, perché i ragazzi non comprano una canzone su iTunes, ma perdono i soldi a fare le telefonate per i talent che non servono a niente, tanto alla fine vince chi deve vincere, non chi è votato. Io ho l’impressione che sia una truffa, perché uno può fare anche 96 telefonate, non è che può farne 1 e basta. E loro hanno tutto l’interesse che facciano 96 telefonate, perché guadagnano 96 euro. Alla fine la storia di non usare internet non ha senso. Tu puoi usare internet, andando banalmente su Facebook. Perché se tu metti un mi piace in una pagina, non puoi metterne 60, perché il tuo computer ha già messo un mi piace.»

«Però quelli ti direbbero che teoricamente ti fai 60 profili, ti organizzi prima con altre 100 persone e così ti fai 6000 “Mi piace” e magari vinci il premio…»

«Si è vero…»

«Sul problema dei voti telefonici non ci piove. Il problema è risolvere quello dei voti su internet… però è più macchinoso.»

«Si è più macchinoso, molto più macchinoso… facciamo un esperimento: se vedo che vincono i gruppi più scarsi che hanno fatto i “polentini” continuiamo a fare solo la votazione dal vivo…»

«Però vedi che se riesci a trovare un metodo piazzi un’altra delle tue innovazioni che rimarrà nella storia…»

«Io non vivo per rimanere nella storia… non c’è un metodo. C’è una maniera che è il meno truccato, perché comunque puoi truccare qualsiasi sistema oggi…»

«Sarebbe bello non dover più telefonare per dare il proprio voto…»

«Sarebbe bello, ma non lo faranno mai. Guadagnano su quello. Anche Sanremo guadagna su quello, quindi sai… spillano i soldi. Bisognerebbe che la gente smettesse di telefonare.»

«Ti ringrazio per la chiacchierata.»

«Grazie a te»

Photo Credits | Diego Bernardi