Sky, Andrea Scrosati: “Basta con la tv unidirezionale”. Twitter riscrive il mezzo?
Il responsabile dell’intrattenimento di Sky parla di X Factor, di web e anche di Radio Belva.
Andrea Scrosati, vice presidente Sky e responsabile di Cinema, Intrattenimento e News, non può che gongolare di fronte ai risultati di ascolto di X Factor 7, ormai ‘programma di punta’ dell’offerta intrattenimento di Sky Italia e si concede una lunga intervista con Alessandra Menzani di Libero.
“Siamo cresciuti del 40%, l’incremento più rilevante rispetto a tutte le edizioni internazionali», snocciola Scrosati, che parte proprio dal talent di SkyUno per arrivare al futuro della tv e soprattutto sull’interazione sempre più necessaria tra web e tv. Un’interazione che su Sky non si limita alla messa in onda dei tweet del pubblico, ma che sarà sempre più tangibile, proprio a partire dalla prima puntata live di X Factor 2013, in onda giovedì 24 ottobre.
«Per essere social non basta mettere hashtag, un «#» on air. Noi non usiamo il linguaggio della tv nei social media. In ogni mezzo devi usare il linguaggio giusto. In questo modo permetti a chi guarda la tv di incidere nel racconto, perché è possibile televotare in tanti modi, ma soprattutto perché, seguendo le discussioni che nascono sui social media, a livello autoriale il programma viene modificato.
E con la prima puntata live, la tv non sarà più unidirezionale. Il telespettatore può decidere di seguire un particolare giudice, come ad esempio sapere cosa dice la Ventura a mezza voce di un determinato concorrente, oppure concentrarsi sul percorso di questo o quell’altro ragazzo in gara»
spiega Scrosati, battezzando una vera e propria personalizzazione del programma, che va ben oltre la fruizione multipiattaforma, i contenuti dedicati sul web o la diffusione di gadget digitali.
Oltre per l’intrattenimento, secondo Scrosati la ‘social tv’ sfonderà la quarta parete anche dei talk politici, anzi si sta già studiando un metodo per demolirla…
«Ci stiamo ragionando per SkyTg24. Il telespettatore non sarà più obbligato ad assistere impotente ai dibattiti. Interattività non è leggere in diretta quattro tweet, questo è irrilevante. Bisogna invece saper prendere l’aggregato del dibattiti online e indirizzare la discussione in studio, nei talk e nell’approfondimento. Stiamo pensando come farlo nel modo giusto».
Già, quattro tweet non fanno l’interattività, ma è anche vero che l’incidenza web ha una valenza strategica per il programma, che dà un dato ‘diverso’, talvolta opposto a quello dell’Auditel (non a caso Nielsen ha iniziato a pubblicare i dati degli show più citati). Scrosati lo sa bene:
«Twitter non dà indicazioni quantitative bensì qualitative. C’è un dibattito su questo. Però è vero che la discussione online è cruciale per la rilevanza di un programma».
In qualche modo una recente dimostrazione l’ha data Radio Belva, la trasmissione di Cruciani e Parenzo su Rete 4 chiusa dopo una puntata per le intemperanze di ospiti e conduttori ma che spopola ancora sui social. Scrosati ne parla, mostrando anche una certa stima per il tentativo fatto:
«Il programma aveva un’idea, trasferire la radio in tv. La Zanzara è una delle trasmissioni più intriganti della radio italiana. L’unica considerazione che faccio è che trasferire il linguaggio radiofonico in tv è molto difficile. Alla radio si può controllare l’audio, si può buttare giù il telefono, in tv no. Quello che alla radio può essere divertente, in tv rischia di essere eccessivo, perchè accanto alla voce c’è un volto. Detto questo, mi piace chi prende i rischi».
Intanto Sky va a gonfie vele, conquistando ascolti ‘nonostante’ la natura pay. I risultati raggiunti non possono che inorgoglire Scrosati, che negli anni si è tolto qualche bel sassolino dalle scarpe verso l’Auditel:
«Sembrano ere geologiche fa, invece sono passati solo sei anni da quando Auditel ha iniziato a pubblicare i dati di Sky. Li chiamavano Nano Share. Evidentemente si sbagliavano, non solo riguardo a Sky ma sull’impatto della tv tematica. E Auditel, ricordiamolo, esclude la visione via web e on demand, Sky Go e altri mezzi che invece sono esattamente i modi in cui il pubblico più giovane guarda la tv. Oggi, se vuole investire sul futuro, la tv deve pensare soprattutto a loro».
Vabbè, la questione del pubblico ‘ggiovane’ è poco ‘innovativa’ a dire il vero, sebbene Scrosati faccia dell’innovazione la parola chiave della strategia Sky, che a differenza della tv ‘tradizionale’ ha praticamente come motto ‘chi si ferma è perduto’.
«Il cambiamento nei sistemi televisivi tradizionali è difficile. Quando un programma va bene e qualcuno lo cambia, è chiaro che si espone a un rischio, ma la tv deve essere innovativa. Conservare è un errore».
E così per X Factor sono previste su SkyUno altre tre edizioni, mentre a breve torna MasterChef con la sua terza stagione: diciamo che anche sul satellite in fondo è difficile rinunciare ai programmi blockbuster. La sfida, al limite, è cambiare qualcosa perché nulla cambi. E a proposito di novità, Scrosati sostiene che “i concorrenti di X Factor 7 sono delle vere novità”: siamo proprio sicuri. Beh a guardare le schede dei concorrenti su Soundsblog non sembrerebbe…