Servizio Pubblico, Brunetta propone Occupy Santoro, il giornalista gli dà del “poveretto” (VIDEO)
Tutto nasce dall’ospitata di Michelle Bonev nella puntata di giovedì scorso del talk show di La7.
Renato Brunetta ieri sul quotidiano Il Foglio aveva lanciato un po’ provocatoriamente ma anche seriamente Occupy Santoro. Di cosa si tratta? Secondo il capogruppo Pdl alla Camera è “qualcosa di situazionista e anarchico, ma legatissimo, anzi basato sulla legalità, contro l’illegalità di chi si chiama ‘Servizio pubblico’ e invece trita il prossimo per scopi cannibalistici”.
Tutto nasce dalla puntata di giovedì scorso di Servizio Pubblico nella quale Michele Santoro ospitò Michelle Bonev. Le polemiche che ne seguirono sono note a tutti: Belpietro parlò di “pentita delle mutande”, molti segnalarono l’ossessione del giornalista nei confronti di Silvio Berlusconi, altrettanti osservarono come il talk di La7 avesse scelto la strada del gossip per motivi di share (non a caso la puntata ottenne il record stagionale di ascolti).
Brunetta nel suo articolo ieri aveva chiesto di “ristabilire la verità”, facendo leva sul decreto legislativo del 31 luglio 2005, n.177 come modificato dall’articolo 8 del Decreto Legislativo 15 marzo 2010, n. 44:
La rettifica va trasmessa ‘in fascia oraria e con il rilievo corrispondenti a quelli della trasmissione che ha dato origine alla lesione degli interessi’. Rilievo identico vuol dire: stesso spazio. Ma anche uguale potenza espressiva. Medesima teatralità, o comunque qualcosa del genere.
Insomma, l’ex ministro aveva chiesto a Santoro di rettificare quanto raccontato dalla Bonev in merito ai suoi rapporti con Berlusconi e al fatto che quest’ultimo avesse agevolato il suo lavoro di attrice e produttrice in Rai e a Mediaset.
Lo scenario che Brunetta aveva immaginato, proponendo una modifica alla normativa, era il seguente ed era già pronto per essere adottato anche a Che tempo che fa:
La rettifica per essere davvero adeguata deve essere pronunziata da delegati della parte offesa, avendo al fianco, come testimonial silenti, Santoro e Travaglio, oppure – in un altro caso, ad esempio quello di Maradona che fa il gesto dell’ombrello a Equitalia – Fazio e la Littizzetto, miracolosamente muti e senza smorfiette da parrocchietta.
Ieri sera in apertura di Servizio Pubblico Santoro ha replicato a Brunetta:
Occupy Santoro ci lascia sin dal titolo un po’ perplessi sugli studi universitari del nostro (Brunetta, Ndr) perché è una norma dovrebbe avere carattere generale e non essere costruita su misura per Santoro, per Fazio, per Littizzetto. Ma lasciamo perdere, poveretto, sono 20 anni che convive con le leggi ad personam e questo potrebbe essere un effetto collaterale.
A questo punto il conduttore ha ricordato il passato da socialista di Brunetta dicendo che anche Mussolini lo è stato; quindi si è chiesto perché il centrodestra, che oggi critica la Bonev, usò soldi pubblici per sostenere il film dell’attrice al Festival di Venezia. Santoro inoltre ha ricordato le parole allora usate dalla Carfagna (“Sono felice di omaggiare una ragazza così coraggiosa”)
In un altro paese la Carfagna prima di twittare male parole dovrebbe perlomeno chiedere scusa agli italiani.
#serviziopubblico ossessionato da #Berlusconi ora tocca anche alla Pascale. #disserviziopubblico @renatobrunetta @forza_italia
— Mara Carfagna (@mara_carfagna) October 17, 2013
Quindi, dopo aver notato come le dichiarazioni dell’attrice bulgara abbiano fatto il giro del mondo, finendo sui siti dei giornali stranieri più prestigiosi, Santoro ha chiosato:
Tutti in piedi ad ascoltare la rettifica di Brunetta. Va bene, ma non in ginocchio perché inginocchiati non c’è modo di essere liberi. E costi quel che costi io la mia indignazione non la cancello e sono vivo.