Il ministro Saccomanni: “Valutiamo la privatizzazione della Rai”
Il ministro ha spiegato che il governo valuta tutte le ipotesi per ridurre il debito pubblico; e tra queste c’è anche la privatizzazione di aziende di cui lo Stato è azionista, come appunto la tv pubblica.
Intervistato da Fabio Fazio a Che tempo che fa, il ministro del Tesoro Fabrizio Saccomanni ieri ha annunciato che per quanto riguarda le privatizzazioni nel settore pubblico è in piedi anche l’ipotesi che riguarda la Rai, sebbene abbia precisato che la televisione resterebbe comunque pubblica.
Insomma, il governo valuta tutte le soluzioni per poter ridurre il debito pubblico e entro fine anno annuncerà “un programma di privatizzazioni che coprirà sia proprietà immobiliari dello Stato, ma anche partecipazioni azionarie, che sono ancora numerose anche se veniamo dopo un percorso di privatizzazioni significative negli anni scorsi”.
Ecco dunque il riferimento alla Rai, di cui lo Stato è azionista. Nelle scorse ore, non a caso, erano circolate voci dell’interessamento di Tarak Ben Ammar, l’imprenditore che a Gianni Minoli su Radio 24 aveva ammesso di essere pronto ad acquistare quote della tv pubblica.
Sul caso è intervenuto l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, che ha chiesto al governo di fare “chiarezza con urgenza sull’esistenza di eventuali studi in merito alla privatizzazione della Rai”. Nella nota si legge inoltre che il sindacato “non permetterà nessun ridimensionamento del servizio pubblico”. Il segretario Vittorio Trapani dice inoltre che “destano grandissima preoccupazione le dichiarazioni del ministro dell’economia”, considerato “che contrastano peraltro con quelle fatte nel recente passato da altri esponenti del governo”.
L’ultima volta che si era tornato a parlare di privatizzazione della Rai risale a giugno scorso, quando uno studio di Mediobanca aveva calcolato che lo Stato, in caso di vendita della Rai, al netto dei 366 milioni di debiti registrati al 31 dicembre 2012, potrebbe incassare “circa due miliardi di euro”. Casualità (o forse no, come sospetta l’Usigrai) vuole che Tarak Ben Ammar sia consigliere di amministrazione proprio di Mediobanca.