Milena Gabanelli: “Trasparenza in Rai significa sanare improduttività, troppo facile scagliarsi sui conduttori”
La conduttrice di Report interpellata anche sulla possibile privatizzazione della Rai.
Milena Gabanelli, interpellata dal quotidiano l’Unità, ha detto la sua sulla battaglia intrapresa da una parte della politica italiana (leggasi Brunetta e Grillo) contro gli stipendi milionari dei conduttori Rai. La giornalista, alla guida di Report dal 1997, ha invitato l’ex ministro oggi capogruppo Pdl alla Camera a fare valutazioni solo dopo aver conosciuto quanto un determinato programma costa e quanto ricava. A tal proposito la Gabanelli ha svelato che Report costa complessivamente a puntata di 180 mila euro, mentre l’incasso netto della Rai, su ogni singola puntata, è di 190 mila euro. Quindi ha aggiunto:
Se guadagni moltissimo e i tuoi dipendenti sono in cassa integrazione a carico dello Stato, il sistema è malato. Se poi ad andar male sono le aziende a controllo pubblico che continuano a strapagare i propri manager senza mai chiedere conto, lei capisce che il problema non è Fazio.
Insomma, la Gabanelli, con argomentazioni molto condivisibili, ha precisato come la battaglia sulla trasparenza nella tv pubblica la si debba fare con i conti sui singoli programmi; ma non solo:
Ricordando che alcuni programmi potrebbero anche rendere poco ma avere un alto contenuto di servizio pubblico, poiché i cittadini pagano il canone. Si fa andando a vedere i pozzi neri di improduttività e dandosi da fare per sanarli: dai dirigenti senza mansioni alle sedi regionali. Che senso ha avere una sede per ogni regione? Questi sono i nodi veri, ma se la politica li affrontasse dovrebbe rinunciare al suo personale ufficio di collocamento; è più facile scagliarsi su questo o su quel conduttore.
La conduttrice di Report è inoltre commentato la possibilità che venga privatizzata la Rai notando che se questo accadrà “perché non sappiamo gestirla vuol dire che siamo pronti a rinunciare al significato di democrazia”. Infine ha ammesso di non essere per nulla intenzionata a condurre un talk show perché “richiedono capacità di improvvisazione che io non ho”.