Domenica In, intervista autogestita di Piero Marrazzo: “E’ l’ultimo passaggio prima di tornare in tv”
Piero Marrazzo, ospite di Domenica In, ha parlato soprattutto di come ha affrontato gli ultimi anni, senza aspettare le domande di Mara Venier, ma rivolgendosi al pubblico e parlando del suo nuovo programma
Aveva già dimostrato di avere una buona dialettica e di saper sfruttare le interviste evitando le domande più difficili, Piero Marrazzo. A “Virus” il giornalista, che tornerà in onda dal 13 novembre su Raidue con “Razza umana”, era riuscito a dribblare le domande di Nicola Porro rivolgendosi al pubblico senza bisogno del conduttore.
La stessa cosa è successa a “Domenica In”, con Mara Venier che, però, ha candidamente rivelato di voler che l’intervista al suo amico fosse gestita proprio da lui:
“Mi piacerebbe molto che fossi tu a gestire l’intervista”
Marrazzo ha colto al volo l’occasione, ma prima ha ringraziato la conduttrice per la sua ospitalità:
“Io ti posso dire che nulla è un caso, e forse l’intervista prima che io torni a fare il mio lavoro per l’azienda per cui lavoro da trent’anni dovessi farla con te. Con una donna, e con una persona che so che cerca sempre di capire”.
L’intervista in realtà parte come una vera chiacchierata, con tanto di soddisfazione per l’ospitata nel programma dell’amica:
“L’intevista di oggi ha due significati. In primo luogo aziendale, perchè tornerò a svolgere un’attiva che ho svolto per tanti anni. In azienda si usa che uno vada in alcune trasmissioni e poi è stato scelto che fosse qui. La seconda perchè c’è un rapporto personale, non bisogna mai negarlo, io avrei potuto darti del lei, dire la Signora Venier, sarebbe stato tutto falso. Posso dire quindi che è evidente che è un’intervista falsata dall’oggetività però credetemi Mara forse è quella che potrà chiedermi di più di tanti altri e sarò ben lieto di poterlo affidare, questo sì, perchè dopo quattro anni, questo è l’ultimo passaggio.”
Poi, è stata un lungo discorso, interrotto dalla Venier solo per dare un po’ più di ritmo al tutto, ed anche per tenere d’occhio la durata dell’intervista. Ma Marrazzo, da uomo esperto di tv qual è, ha saputo gestire lo spazio saltando l’idea dell’intervista con domande preconfezionate e si è rivolto direttamente al pubblico:
“Io ho sbagliato, ho sbagliato a tal punto nella mia vita privata che in termini proprio di errore la questione era nei confronti, è evidente, di mia moglie, delle mie figlie e di chi mi voleva bene. Questo era e questo rimane. Però essendo a capo di un’sistituzione, avendo responsabilità importanti, lì ho sbagliato. Non sono mai stato indagato per nessun fatto nelle vicende che avete ascoltato. Questo per me non è un’assoluzione perchè io quell’errore me lo sono preso e mi sono dimesso. Qui però c’è stata una sovrapposizione che purtroppo è rimasta. Si è pensato che rimanessi un uomo pubblico a capo di un’sistituzione ma non lo ero più. Io ho riconsegnato le chiavi ai cittadini che me le avevano consegnate cinque anni prima. Io non ho procedimenti penali per la mia gestione della Regione. Guardate, sono qui per dire che il mio errore di uomo me lo porterà con me e con la mia coscienza. Ma in termini pubblici il mio errore era quello di averlo fatto quando ero a capo di un’istituzione e penso di averlo chiuso quando ho restituito quelle chiavi”.
I temi sono quelli di cui Marrazzo ha già parlato in passato, e su cui torna con la stessa determinazione, ma senza voler aggredire il pubblico. Quando si rivolge a chi sta seguendo la trasmissione, lo fa guardando la telecamera, non cercando il consenso della conduttrice, così come la regia punta sul primo piano, permettendogli di chiudere il suo discorso:
“Guardate, non ho mai voluto e non vestirò mai i panni della vittima, e quindi non posso nascondermi dietro cose che non c’erano. Non c’era lo stress, perchè se ne sarebbero accorto colori i quali erano vicini a mne, e non posso nascondermi dietro a nulla. Quella domanda che hai fatto tu e quella domanda che ho fatto a chi mi ha seguito in questi anni al padre abate di Montecassino. Io sono andato alla ricerca del perchè un uomo di successo faccia una cosa che non ha nessun significato quando ci sono significati più profondi come una famiglia. Ma l’errore più grave, così lo ripeto fino in fondo, è stato di mentire ad una compagna”.
Sulle vicende che lo hanno coinvolto, Marrazzo non si difende, se non dalle voci secondo cui sia indagato. Ma sulla sua questione chiede di poter evitare di parlarne:
“Io queste cose, lo dico ai telespettatori, lo venissero a chiedere a voi che state facendo la vostra vita di tutti i giorni, come lavoratori e lavoratrici, madri, padre, direste ‘Questa è una cosa mia’, io ho cercato di dare delle risposte. Io quando ho provato di dare delle risposte non state ben capite. Ho fatto queste domande, alcune risposte mi sono state date. Spesso ognuno di noi ha una valigia, questa valigia la devi aprire tu, puoi essere che hai confuso molte cose, ed in quella confusione gli oggetti li metti a posto. Ma oggi che sono tornato ad essere una persona normale”.
Però, poi, la Venier riesce a fargli parlare delle figlie:
“Voglio portarvi l’esempio delle mie figlie. La più piccola di dodici anni mi ha detto ‘Papà non devi chiedere scusa a me ma a mamma’. L’altra mi fa quando mi vedevano in mezzo agli altri, ‘Papà la tua vita non è solo uno scandalo, la vita è tutte le cose che hai fatto, la tua vita è essere nostro padre, essere un giornalista un presidente di Regione, come sei stato. Questo lo dico a tutti voi: dite tutto quello che volete, ma attenzione. Se non stiamo attenti a dire ai nostri figli che chi sbaglia non può più lavorare, stiamo dicendo ai nostri figli che quando prendono un cattivo voto è finita a scuola, quando sbagliano con un amico è finita, e questo è il punto d’incontro tra il credente ed il non credente”.
Conoscendo il lavoro del giornalista, però, Marrazzo non si limita solo a parlare al pubblico generalista, ma invia un messaggio anche ai colleghi:
“Attenzione quando voi fermate il giudizio su un vostro caro. Ho visto che hai trattato il caso del ragazzo che si è ucciso a Roma. La questione di Piero Marrazzo che non parlerà più, perchè non dovrà più dire niente ai telespettatori. Rimetti a posto la valigia, nella quale chiedi perchè un uomo che è eterosessuale può chiedere qualcosa ad un’altra persona”.
Solo verso la fine, si parla del suo ritorno in Rai:
“Io ho un contratto di lavoro come tutti ed il mio editore più può chiedere lavori in redazione, faccia l’inviato, vada in video, faccia il suo lavoro. La questione è farlo bene e con onestà, ed ho fatto due documentari”.
Ed infine, ecco che si parla del nuovo programma:
“Il titolo prende spunto dalla risposta di Albert Einstein alla domanda ‘Lei in quale razza crede?’. ‘Razza umana’ me la sento addosso perchè una missione di Raidue nel recuperare i documentari italiani e stranieri, dove però ci sarà anche uno studio, e vuole dire attenzione: si uomo ce n’è uno, non lo si divide per colore, per credo religioso, ma lo si deve giudicare in tutto tondo. Poi ci sono le diversità e le vai ad affrontare”.
L’impressione è che più che un’intervista o un’ospitata per promuovere un programma, Marrazzo abbia usato questi spazi per sottolineare la sua volontà di chiudere col passato, almeno dal punto di vista televisivo. Conoscendo il mezzo, è riuscito ad usarlo lanciando un messaggio, cercando di ottenere il consenso da parte dei telespettatori e, quindi, ottenendo così il loro “via libera” a tornare in tv.