Filippo Timi a TvBlog: “La tv mi piace, ma mi tutelo. Sono fan di X Factor, vorrei la Ventura come amica”
Con l’attore TvBlog ha parlato del suo rapporto con il mezzo televisivo. E di X Factor di cui è spettatore incallito.
Dopo avervi proposto in diretta la conferenza stampa di presentazione de I Delitti del BarLume, il film in due puntate tratto dai romanzi di Marco Malvaldi in onda l’11 e il 18 novembre su Sky Cinema 1 HD, è la volta dell’intervista che TvBlog ha realizzato all’attore protagonista Filippo Timi.
Partiamo da ciò che hai detto in conferenza stampa, ma anche in passato. Snobbi la tv di cui non apprezzi i tempi di lavorazione troppo stretti. È così?
Esatto, in alcuni casi: nei progetti per i quali mi avevano interpellato o no ho capito che c’era troppo poco tempo perché io riuscisse a fare un buon lavoro. Poi magari altri attori che sono più veloci…
Il fatto che tu abbia accettato una proposta di Sky è casuale o hai volutamente evitato di debuttare nella fiction subito su una tv generalista? Avevi un po’ paura?
No, zero.
Aggiungo un altro elemento: in passato sei stato ospite molto spesso di uno stesso programma; la sensazione è che ci sia la ferma volontà di selezionare anche le proposte di ospitate…
Sì.
Sei andato spesso dalla Bignardi… ti chiedo: in questo caso Sky è stata più brava delle altre tv o sei tu che scegli l’emittente?
In questo caso è stato casuale, mi hanno proposto dei copioni che mi piacevano molto; c’erano tutte le condizioni che mi garantivano di poter provare a fare un buon lavoro; se la produzione fosse stata un’altra sarebbe stato uguale; era il progetto buono. Per le ospitate uno alcune volte può scegliere, altre no perché é in promozione.
Hai fatto anche tv con Maurizio Crozza, quindi deduco che non abbia avversità nei confronti del mezzo televisivo…
No, anzi il contrario: a me piace tantissimo, è potentissimo come mezzo. Arrivi in ogni casa, le persone ti guardano sedute sul divano: entri in casa loro. Ti guardano e sopra alla televisione magari c’è la foto del matrimonio. Percettivamente tu entri a far parte della loro famiglia. È un mezzo meraviglioso, talmente potente che io provo ad averne cura.
La mia sensazione infatti era che tu ti tutelassi dal mezzo…
Un po’ sì, mi tutelo proprio perché do un valore etico a quello che faccio. Quando faccio un lavoro provo a farlo al meglio; quando sento che non ci sono le condizioni, allora dico no.
Hai ricevuto molte proposte di serialità da altre tv?
Non molte, qualcuna.
Hai rivelato di essere un fan di X Factor. Vorrei un tuo commento sui giudici, so che stimi molto la Ventura…
I giudici sono molte belli tutti e 4 insieme. Io sono un fan di Elio e Le Storie Tese, ascolto i loro cd in macchina; lui è preparatissimo, ma ti fa anche sbudellare dal ridere. Mika mi ha sorpreso, parla benissimo italiano e fa delle gaffes fantastiche; si sente che ha un gusto e una raffinatezza pazzesca. Simona Ventura secondo me ci prende: quando si innamora di un artista, non lo molla, ci crede fino in fondo. Ha una determinazione pazzesca, cavolo, vorrei averla come amica, per chiedere un consiglio, perché so che mi porterebbe alla meta. Ha una forza straordinaria. Morgan è la rockstar, forse l’unica italiana che abbiamo. È sul filo del maledetto ma è anche saggio: se lo ascolti bene, a parte come si camuffa, è molto profondo. Questi 4 insieme sono già uno show. Poi c’è il resto. Ai provini quando c’è qualcuno che canta bene, che si vede che cattura l’attenzione, mi commuovo perché X Factor dà la possibilità a persone sconosciute di ogni età che magari cantano da sole a casa. Potrebbe essere più semplice per un giovane, ma è bello perché dà spazio anche over 30. Quando succede che persone con un mondo interiore ed artistico di valore ottengono visibilità è un regalo.
Cosa ne pensi della polemica che riguarda il genere talent show, accusato di illudere i giovani? Ritieni che effettivaente questo rischio ci sia?
Non so, tutto è un rischio. Anche per me il fare uno spettacolo… non so poi come andrà, se al pubblico piacerà o meno…
L’obiezione però è: per i giovanissimi il rischio è maggiore; magari si ritrovano dopo 6 mesi senza sapere nemmeno più chi sono…
È un rischio. È durissimo arrivare, ma è ancora più duro mantenersi. Se penso a Meryl Streep, che per me è la più brava attrice di tutti i tempi… credo che mantenere quel livello sia difficile, non perdersi, non scomparire. Come Madonna… sapersi reinventare ogni volta è complicato. Magari un giovane incarna la novità capace di attirare l’attenzione nell’immediato, poi dovrebbe avere intorno persone che lo consigliano bene per rinnovarsi o per mantenere il pubblico. O essere bravo a farlo da solo. Comunque io sono contento quando si dà la possibilità a dei giovani.
Il titolo di una fiction che faresti a prescindere da ogni problematica relativa ai tempi di lavorazione?
American Horror Story.
Una italiana?
American Horror Story; è quella che amo di più, non importa che non sia italiana. C’è Jessica Lange…