Claudio Lippi dà tanto, quando lo si interpella in materia televisiva. Nonostante gli ultimi anni lo abbiano visto in onda nei panni ora del “ribelle contro il sistema”, ora del “giurato stralunato”, ora del “solerte tappabuchi”, dietro tutte queste anime c’è un esperto vero del mezzo televisivo.
Lo ha confermato in qualità di ospite di Reputescion, lunedì scorso. Dopo aver appreso che il suo webfeeling è al 51% positivo, al 28% neutro e al 21% negativo, Lippi ha così commentato il suo rapporto con la Rete:
“Non credo nell’università del giudizio. La mia generazione non sapeva cosa fosse il web, ora lo seguo con la logica della curiosità per non sentirsi come quelli che dicono ‘ai miei tempi'”.
Poi il presentatore ha ripercorso con l’intervistatore Andrea Scanzi tutta la sua carriera, a partire dalla svolta sperimentale di Mai Dire Gol:
“In quel periodo ero in causa, tanto per cambiare, con Mediaset, per una serie di incomprensioni. Chi mi accompagnava in aeroporto mi disse che doveva andare a portare un contratto a Simona Ventura. Io ero spettatore dei Gialappa’s, come credo lo siano stati tutti. Io dissi che mi faceva piacere conoscerli. Scesi e trovai Simona in lacrime, i Gialappa’s infuriati. Avevano avuto questo litigio con Teo Teocoli che se n’era andato per il suo solito caratterino. Io sono un po’ ragioniere in questo. Ero andato a chiedere l’autografo, spiegai che non potevo apparire perché ero in causa. Mobilitarono la parte legale. Sono partito un lunedì e poi ho fatto due anni. Credo sia stata la televisione più geniale della storia. A differenza della nuova generazione di Zelig, impostata sul monologhino di due minuti, a Mai Dire c’è gente che ha fatto teatro. Ho visto cancellati sketch esilaranti di Aldo, Giovanni e Giacomo finché non erano convinti”.
Lippi, però, è rimasto ‘solo’ due anni. Ecco perché:
“Fu già tanto, al di là del fatto che Teo ne aveva fatti molto di più. L’uscita di Teo li ha messi nella condizione di essere innovativi a tutti i costi. Dopo i due anni io non ero più la sorpresa che ero stato. Io all’inizio non ero conosciuto con quel tipo di ironia, l’ironia del Pranzo è servito non era identificabile con quella. Il terzo anno avrebbe cancellato la spontaneità dei primi due, sembrava costruito”.
Poi si è così espresso sulle sue compagne di avventura di allora:
“La Simona Ventura di 17 anni fa non ha detto una parola, cosa che oggi non sarebbe più possibile. Oggi magari accadrebbe a me. Ha avuto una grandissima crescita, tanto da poter fare scelte coraggiose, lasciare l’azienda Rai che le ha dato le maggiori soddisfazioni. Sabrina Ferilli è una meravigliosa creatura che, se non sapessi che fa l’attrice, non penserei mai che potrebbe farlo. Ha una spontaneità quasi ciociara di naturalità, lei avrebbe fatto bene la pizzicagnola. Per me gli attori sono tutti bravi, anche Rex. Anzi, Rex forse è più bravo”.
Poi Lippi ha commentato la famosa crociata contro la tv volgare che lo vide abbandonare la Buona Domenica di Paola Perego:
“Mi ha provocato notevoli danni andare contro Mediaset. Con fatica ne parlo. Non c’entrava la Perego. C’entrava il capoprogetto, che ha pensato una linea che andava contro la televisione che viene difesa con le fasce protette. Il vedere alle 4 del pomeriggio litigare personaggi come Sgarbi, che cambia il suo stato mentale a fronte di pagamento di una fattura… In quell’occasione lui e la Mussolini furono invitati sapendo che ognuno aveva detto ‘non vengo se c’è l’altro’. Mi dissero di non rompere le palle e di stare in camerino in quella fascia. Il capoprogetto aveva ignorato la dignità di un personaggio con una storia televisiva. Io sono miracolosamente ancora vivo. So apprezzare la durata. Sono cinquanta anni che faccio questo mestiere. Il mio gesto fu apprezzato da moltissimi e da altri confuso con i dieci anni precedenti, una Buona domenica in cui io non intervenivo negli spazi. In quel caso tiravano in ballo un Cangurotto che faceva Massimo Lopez che era un cartone animato. Il mondo di Twitter, comunque, è chiaramente un po’ arrabbiato con il pochismo di una certa televisione”.
A proposito dei reality show da lui tanto vituperati, Lippi continua ad essere associato a essi sui social:
“Mi hanno chiesto di fare reality show, ma non mi piace la volgarità gratuita. Io lo sono stato mandando a quel paese proprio Giorgio Gori, allora già responsabile di Magnolia. Mi ha chiesto per anni di fare il concorrente. Se l’avessi presentato sarei stato molto ironico. Mai Dire Grande Fratello è la parte migliore di quel deleterio programma. Ha fatto credere a una certa gioventù che l’autostrada del partecipare fosse quella del ‘ti risolleva la vita’”.
Lippi pensa di poter dare ancora tanto alla televisione, specialmente ora che è frammentata e ci sono più occasioni. Quanto al suo ruolo di tappabuchi, risponde così alla provocazione su chi sostituirebbe ancora in tv:
“Tenderei a sostituire alcuni Direttori, più che colleghi. Credo che abbia più responsabilità in questo senso la Rai, perché si porta il fardello del servizio pubblico. Ma non è giusto deresponsabilizzare. Il degrado sociale in parte è dovuto alla bugia per cui dicono che la televisione è lo specchio della società. Non bisogna inseguire la violenza facendone un argomento da pomeriggio. Non abbiamo più Direttori con cui dialogare”.
Infine, da Reputescion abbiamo scoperto che Lippi avrebbe voluto tanto ereditare La Corrida come Il pranzo è servito, ma poi qualcosa è sfumato:
“C’è ancora una parte di televisione perbene, che entra nelle case chiedendo permesso. Io ho avuto la fortuna, che non hanno più i nostri figli televisivi, di avere il Maestro. Forse in ambito giornalistico ancora c’è la possibilità di avere punti di riferimento. Nello spettacolo li ricordiamo come personaggi caduti sulla terra. Il giovane non sa quello che va a fare, non viene allevato per crescere. Io ho avuto la fortuna di guardare da telespettatore Corrado e ho trovato in lui delle caratteristiche che mi sentivo di appartenere. L’ironia, che o ce l’hai o non ce l’hai, che non ti puoi inventare da un anno Credo che sia un modo per vivere oggi, ma non è sempre del tutto capita. Feci il Pranzo che scelse lui di affidarmi. Io avrei voluto La Corrida, ma mi è stato detto dal marketing Mediaset che richiamavo troppo Corrado e quindi sarebbe stato sgradevole. Scotti la fece bene, a suo modo, ma le ha tolto quello spirito. Se ci fosse stato Corrado credo che l’avrei fatta”.
Poi Lippi ne ha approfittato per un appello contro la retorica delle morti celebri, partendo dall’indimenticato Bongiorno:
“Mike è il fenomeno dei coccodrilli e del diventare santi da morti, quando qualcuno finché sei vivo non te la riconosce questa santità. Dissero che aveva avuto ottimi contratti. Mike era uno che pur non di stare a casa avrebbe fatto qualunque cosa, secondo me anche buttando una storia straordinaria di televisione. Se il trattamento è sempre quello della fatturazione, mi sembra un po’ squallido pensare che un personaggio non fosse trattato perché non poteva più esserlo. Mike si prestava a tutto, poi c’è stato il discorso funebre in Piazza del Duomo di Silvio Berlusconi quando si sapeva che la verità era un’altra… Mike nn lo sopportavano più, era finita un’epoca, lo sentivo sopportato, non gratificato. Io non ho neanche condiviso le campagne pubblicitarie fatte con Fiorello in tutù, la sua grandezza andava premiata in un altro modo. Quando ho visto che la storia di 20 anni a Studio5 era rappresentata da Belen…. non cel ‘ho con lei tra l’altro, casomai con Signorini. Io vorrei lasciare un testamento visivo, pregherò di non parlare più di me da moro. Me lo sento che la mia figura è stata vista con sospetto negli ultimi anni, sono il rompiscatole che dice quello che pensa. Querelo da morto chi dovesse dire ‘ero così educato’. Ditemelo in vita, e se non vi piaccio ditemelo davanti. C’è bisogno di sincerità”.
Per fortuna a consolarlo c’è il successo di Tale e quale show:
“Il voto mi costa molto, non è la giuria di Italia’s got talent, di Amici o X Factor, dove si giudicano talenti sconosciuti. E anche lì avrei problemi, decidere il futuro delle persone non mi appartiene. Se la quantità di ascolto vuol dire successo, credo che il successo sia più quando vado al supermercato e mi chiedono le cose del dietro le quinte. Questo vale molto di più della lettura dello share. Credo mancasse da tempo il varietà, si capisce che per arrivare a quella diretta del venerdì sera si fanno tante prove. Non è un talent show, è uno spettacolo fatto da talenti comprovati. Io mi porterò fino alla morte Amadeus che fa Sandy Marton. L’imitazione di Fiorello gli è venuta malissimo, ma non è da giudizio. Qualcuno l’ha vissuto in modo ansiogeno, la misura di non essere all’altezza. Amadeus diverte più di me, di te e di un telespettatore. Che poi il sabato e la domenica lui c’ha Guardì. Loretta è molto più dentro la parte. Lei lavora da neonata, ha fatto tutto e tutto benissimo, lei giudica tecnicamente, è dentro la parte. Christian non ho ancora capito se c’è e ha capito dov’è il programma”.
Alla fine il reputometro ha dato un responso positivo per Lippi: +1,38. Di lui sono apprezzati garbo e humour e spesso incarna la nostalgia per una tv d’altri tempi. Divide ancora per la sua battaglia contro la tv trash. C’è chi lo vedrebbe alla conduzione di un moderno Musichiere.