Elsa Di Gati: “Mi Manda RaiTre è un successo, come una soap opera”
La conduttrice di Mi Manda Raitre difende gli ascolti del programma e la sua missione sul quotidiano Libero
Scommessa vinta per Mi manda Raitre in versione quotidiana? Il programma che consacrò in prima serata lo stesso Andrea Vianello è già considerato un appuntamento fisso della terza rete: a vantarsi dei suoi numeri è la stessa Elsa Di Gati sulle pagine del quotidiano Libero.
La giornalista Donatella Aragozzini inneggia allo sfiorato 7% di share (anche se l’ascolto di ieri è stato del 5.85% e di 275.000 spettatori), con tanto di dichiarazioni trionfalistiche della conduttrice:
“Un ascolto che dimostra che c’è un bacino forte di utenza, il Paese reale che ci guarda: persone di tutte le età, giovani che perdono il lavoro o che non lo trovano, ma anche cinquantenni che non ce la fanno a sopravvivere con la pensione. Questo è vero servizio pubblico. E’ una sicurezza per il cittadino, che sa che ci siamo sempre. E poi il programma è come una soap opera, perché un protagonista lo seguiamo anche dopo, lo richiamiamo per sapere com’è andata a finire. E’ un intreccio che non finisce mai, proprio come una soap opera dove ti devi ricordare la trama della storia”.
Quando si dice, difendere il proprio lavoro:
“In due mesi abbiamo risolto quasi il 50% dei casi. Riceviamo una valanga di mail, la metà delle quali sono grida di dolore, la disperazione di chi non sa più a chiedere aiuto. Ai primissimi posti ci sono le bollette pazze. Quando ci arrivano tante segnalazioni simili diamo la precedenza a quel tema e chiamo in trasmissione 4-5 cittadini che ci hanno scritto, dicendo agli altri che ci occuperemo poi anche di loro, perché alla disperazione della gente bisogna rispondere”.
La Di Gati aggiunge poi che “il fatto che io sia donna fa sì che la controporta abbia una reazione diversa, rispetto a quella che avevano con chi ha condotto prima di me, e probabilmente noi donne ci appassioniamo di più”.
In tutto questo c’è la rubrica Auditel di Silvia Motta, che pur pregevolissima viene sempre liquidata frettolosamente e stride con il resto del programma. Più che servizio pubblico, questo è servizio ad uso e consumo degli addetti ai lavori (non a caso la prima parte è ormai sparita da Agorà).