Pippo Baudo: “Non merito gli insulti di Beppe Grillo” (VIDEO)
Baudo si definisce ferito per gli “insulti personali” giunti da colui che scoprì artisticamente nel 1976
In pochi ricordano quanto successo il 20 dicembre 2011 (guardate il video in apertura). Beppe Grillo e Pippo Baudo si ritrovano a distanza di tanti anni sullo stesso palco. Dal 1986, quando a Fantastico 7 Grillo fece la famosa battuta “ma se sono tutti socialisti, a chi rubano?”, che gli costò l’epurazione dalla Rai.
Torniamo alla fine del 2011: i due partecipano a Una mano per Genova, manifestazione di solidarietà organizzata da Gino Paoli in favore della popolazione ligure colpita dall’alluvione qualche mese prima.
Quando a parlare è il comico, già allora leader del Movimento 5 Stelle, succede qualcosa di clamoroso. Grillo, infatti, si rivolge a Baudo, presente al suo fianco, con queste parole durissime:
Mi ricordo quando ero in televisione, lui stava lì. Non andava mai via. Stava sempre lì. Non ti inquadra nessuno adesso, porca di una puttana. Mollami. (…) Quando io ho mandato a fanculo i socialisti e tu hai detto mi dissocio, merda, dillo adesso.
Parole durissime, rivolte ad un Baudo immobile, quasi inerme. Negli scorsi giorni un nuovo scontro. Stavolta sono state le critiche esposte dal conduttore al Movimento 5 Stelle a scatenare la polemica. Il comico infatti ha reagito a quanto detto da Baudo a Otto e mezzo definendolo “un presentatore quasi vivente” e accusandolo di aver “leccato il culo a Renzie in diretta”. Ed altro ancora, compresa la “pippite”, intesa come “malattia dell’animo”.
Il conduttore stavolta non è stato a guardare e, intervistato da Il Corriere della Sera, ha espresso la sua amarezza per gli attacchi rivoltigli da colui che Baudo stesso scoprì artisticamente, nel 1976.
Mi ha definito un leccapiedi, un don Abbondio, un presentatore quasi vivente.. Non me lo merito, no. (…) La cattiveria di Grillo nei confronti del prossimo è sorprendente. Chiunque non gli sia fedele, finisce in un mondo di morti, fantasmi, cadaveri che camminano.
Baudo non ha nascosto di essere rimasto ferito dagli “insulti personali” ed ha ricostruito quanto avvenuto ai quei tempi dando una versione ovviamente diversa da quella del comico genovese:
Ma io non lo slinguai (Craxi), come dice Grillo. Anzi: se Beppe fu cacciato dalla Rai, dopo poco toccò a me. Così accettai la generosissima proposta economica di Berlusconi, che mi chiamò a dirigere tutte le sue tivù e i suoi big dell’epoca: da Corrado a Bongiorno, a Costanzo… Ma durò poco. Rescissi il contratto pagando una penale pazzesca: cedetti un intero palazzetto a viale Aventino, a Roma, dove Berlusconi poi allestì la redazione del Tg5. Per rientrare in Rai dovetti aspettare un anno e mezzo, chiuso nella mia casa di Morlupo, piegato da un esaurimento nervoso. Perché io non sono mai stato socialista ma democristiano. Ragione per cui, infatti, voterò Renzi alle primarie del Pd.
Certo, la riconoscenza è un valore alto, altissimo. Ma anche il senso di rivalsa di Grillo è più che comprensibile e forse, persino, giusto.