Decadenza Berlusconi, il Cavaliere rinuncia allo Speciale Porta a Porta. IndigneRai scrive a Vespa: “Inopportuno ospitarlo”
“Pressioni famigliari lo hanno indotto a rientrare ad Arcore dopo il comizio”: questa la motivazione fornita da Vespa.
Silvio Berlusconi non parteciperà allo Speciale Porta a Porta in programma per questa sera, mercoledì 27 novembre, in diretta e in prima serata su Rai1 per seguire in diretta il voto in Senato per la decadenza del Cavaliere. L’ex premier dà, quindi, di nuovo buca a Bruno Vespa dopo il dietrofront sello scorso settembre: avrebbe dovuto seguire e commentare in diretta il voto del Senato ma poi è saltato tutto.
Perché? Al momento le uniche notizie arrivano direttamente da Bruno Vespa che ha diffuso una laconica nota alle agenzie:
Nella tarda serata Berlusconi ci ha fatto sapere che pressioni famigliari lo hanno indotto a rientrare ad Arcore prima del voto di decadenza e dopo il comizio.
Opportunità di salute o opportunità politica? La famiglia (di sangue e non) ha spinto perché tornasse a casa a termine di una giornata faticosa o è stata la famiglia ‘politica’ a fare in modo che Berlusconi si tenesse lontano da una diretta tv che avrebbe potuto portare a dichiarazioni a caldo di cui ci si potrebbe pentire?
Comunque sia, la rinuncia di Berlusconi a Porta a Porta nasce da una questione di opportunità. E a proposito di ‘opportunità’, solo qualche ora prima del dietrofront del Cavaliere, la decisione di Vespa di ospitare Berlusconi in diretta nella prima serata di Rai 1 ha agitato i corridoi di Viale Mazzini tanto da spingere il Movimento delle Lavoratrici e del Lavoratori Rai INDIGNERAI a inviare una lettera aperta al giornalista.
Il succo è semplice: si contesta la trasformazione del ‘servizio pubblico’ in un “servizio privato” a favore di “un condannato in via definitiva sulle RETI RAI, pagate dal cittadino“, unico caso, parrebbe, di questo tipo sulle reti Rai. L’idea del movimento è “che queste scelte editoriali facciano del male all’azienda” e siano “lesive dell’immagine già opaca della RAI. Immagine distrutta dai partiti e dai troppi servi sciocchi che hanno potere all’interno della RAI“.
Ma vediamo cosa scrive il Movimento IndigneRai (maiuscole nel testo):
“Egr. sig. Bruno Vespa, giornalista e conduttore del SERVIZIO PUBBLICO RAI.
La Sua trasmissione “Porta a Porta” è definita la “TERZA CAMERA” parlamentare. Ora apprendiamo che potrebbe presto diventare il “QUARTO GRADO DI GIUDIZIO” per i condannati in via definitiva (…) In Italia è ormai purtroppo chiaro che la legge non è uguale per tutti, ma risulta sconcertante ricordare che anche il servizio pubblico non è uguale per tutti ma anzi, per qualcuno è evidentemente un servizio privato. La RAI E’ DI TUTTI MA NON DEI CONDANNATI IN CASSAZIONE, altrimenti dovremmo organizzare dei pulmini per andarli a prelevare tutti dagli arresti e ascoltarli in religioso silenzio”.
L’idea che Il Cavaliere, forse decaduto o forse ancora senatore, possa avere una prima serata Rai per commentare le proprie questioni giudiziarie e politiche non va giù al movimento, che vede calpestati i principi del pluralismo:
“Nel contratto di servizio pubblico il PLURALISMO e’ il verbo…ma non quello che induce ad ascoltare con il megafono televisivo la voce di un condannato in via definitiva, che già dispone di una potenza mediatica spaventosa e legittimata da un enorme CONFLITTO DI INTERESSI, mai risolto, e tutelato per troppo tempo dai nostri vertici aziendali, dai giornalisti e dai conduttori”.
Il movimento va oltre, ‘insinuando’ conflitti di interesse in essere per lo stesso giornalista nei confronti del Cavaliere:
“Sig. Vespa, ricordiamo che Lei, nel passato, ha spesso dichiarato di avere sempre avuto in RAI gli editori di riferimento. All’epoca era la DC, ora ci chiediamo quale sia l’editore di riferimento, oltre la MONDADORI che pubblica i suoi libri, sempre annunciati da una serie impressionante di anticipazioni e con presentazioni officiate quasi sempre dal SENATORE CONDANNATO e in via di decadenza”.
E si torna poi sullo speciale Porta a Porta sulla decadenza:
“Comprendiamo il rapporto umano che può avere nei confronti dell’ ex premier SILVIO BERLUSCONI, ma ci sembra davvero inopportuna la presenza del condannato in via definitiva sulle RETI RAI, pagate dal cittadino. Allora perché non ospitare e ascoltare la disperata difesa della sig.ra Franzoni che tante serate le ha permesso di confezionare? Potremo farLe altri esempi ma ci fermiamo”.
Inopportuna, quindi, la presenza di Berlusconi anche perché
“il movimento ritiene che queste scelte editoriali facciano del male all’azienda. Crediamo siano scelte lesive dell’immagine già opaca della RAI. Immagine distrutta dai partiti e dai troppi servi sciocchi che hanno potere all’interno della RAI. Il 2016 si avvicina e il perpetuarsi di queste scellerate scelte potrebbe farci perdere il ruolo di servizio pubblico e dunque della concessione”.
Si arriva a ipotizzare una possibile ‘colpa’ dell’aggravamento dell’evasione del canone proprio al comportamento di Vespa (vabbé, il canone resta una tassa di possesso, eh, ma andiamo avanti):
“Aggiungiamo infine, che l’evasione del canone e’ un indice del malessere e figlia del malcostume aziendale percepito dall’utente; ha raggiunto il 27% e ci consenta (come le piace sentir dire…) di affermare che, se la percentuale dovesse ancora aumentare, una piccola responsabilità la potremmo in futuro – ma anche nel presente – attribuire anche a Lei”.
Alla fine un appello “alla COMMISSIONE DI VIGILANZA, all’USIGRAI e all’azienda per evitare questo evento spiacevole e poco rispettoso nei confronti dell’utente“.
A togliere tutti dall’impiccio ci ha pensato “la famiglia” del Cavaliere, che l’ha convinto a tornare a casa dopo la lunga giornata del giudizio. Sarà per una prossima volta (magari in registrata…).