Anna Karenina, Raiuno porta Lev Tolstoj in tv ma lo trasforma in soap senza innovazione
Anna Karenina è un film-tv che rende poco originale la trama del romanzo, senza distinguersi rispetto alle precedenti versioni
Un capolavoro della letteratura non può diventare un prodotto per la televisione senza inciampare in qualche difetto e subire la pesantezza dei tempi televisivi. Così, “Anna Karenina”, il film-tv di Raiuno, parte con le buone intenzioni ma cade nel tentativo di portare in tv la varietà dei temi raccontati nel romanzo di Lev Tolstoj in sole due puntate e con un taglio non adatto ad una storia del genere.
L’impegno produttivo si vede tutto, certo, ma a mancare in questa nuova trasposizione televisiva è una visione nuova rispetto a quelle del passato: con un racconto conosciuto da tutti e che ha avuto diversi adattamenti, si poteva osare di più, andando oltre il semplice racconto a cui la fiction ci ha abituato, e provando ad intraprendere un percorso diverso.
Lo ha fatto l’anno scorso Joe Wright, con una pellicola che è riuscita a raccontare “Anna Karenina” dal punto vista teatrale e concentrandosi sulla forza dei personaggi. La versione televisiva, diretta da Christian Duguay, invece, arretra al passato delle miniserie in costume, riducendo una storia carica di passione e tormento ad una trama qualsiasi, come se l’obiettivo fosse “Downton Abbey” ma si avesse solo “Tempesta d’amore”.
I grandi spazi esterni ed interni attraverso i quali i personaggi interagiscono non servono a dare senso ad una storia che, al di là dell’ambientazione, è ancora attuale. Il dilemma di una donna (Vittoria Puccini) bloccata tra la sicurezza di una vita che però non la fa sentire come vorrebbe e l’impeto di un uomo che la porterà alle conseguenze che conosciamo ha ancora la forza narrativa tale da diventare una storia ancora bella da sentire nonostante le numerose versioni.
Stare su una base classica con, ogni tanto, la possibilità di lasciarsi andare all’innovazione nel formato, però, non funziona: serve a poco usare “One day I’ll fly away” nella versione di “Moulin Rouge” cantata da Bianca Atzei per la scena del ballo tra la protagonista e Aleksej Vronskij (Santiago Cabrera) e cercare così un tocco di originalità se poi il resto non si muove alla stessa velocità. Ne esce un prodotto che non si capisce che direzione voglia prendere e che, nelle sue -seppur nobili- nuovi idee rispetto al racconto originale sembra aver sbandato.
Al di là, quindi, dell’ennesima fiction che ci porta in un contesto storico passato, l’“Anna Karenina” di Raiuno sbaglia nel suo voler essere nuovo e tradizionale. Come la protagonista si trova davanti a due alternative, anche la miniserie avrebbe potuto scegliere l’innovazione o la classicità: un modo per rendere al meglio un capolavoro e che, anche sporcandosi le mani, avrebbe potuto dare nuovi spunti.
Anna Karenina, miniserie Rai 1