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Duck Dynasty, Phil Robertson e le dichiarazioni che rischiano di chiudere il reality più visto della tv via cavo

Phil Robertson, uno dei protagonisti di Duck Dynasty, ha rilasciato delle dichiarazioni che hanno provocato numerose polemiche. A&E ha deciso di sospenderlo dalle riprese della serie, ma la sua famiglia lo difende

pubblicato 23 Dicembre 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 10:19

C’è un reality show, in America, che nel giro di un anno è diventato uno dei programmi più visti della tv via cavo e che, ora, rischia di non andare più in onda. “Duck Dynasty”, questo il titolo del programma, è trasmesso dal 2012 su A&E, raccogliendo enormi consensi di pubblico ma anche qualche critica per via delle opinioni espresse da uno dei protagonisti, Phil Robertson.

Cosa è Duck Dynasty

Duck Dynasty“Duck Dynasty” ha debuttato nel 2012 su A&E (in Italia la serie è inedita va in onda su Discovery Channel, canale 401 di Sky), ottenendo un riscontro discreto: la prima puntata ha ottenuto 1,8 milioni di telespettatori, il finale di stagione 2,5 milioni. Il finale della seconda stagione è stato visto da 6,4 milioni di persone, mentre la terza si è conclusa con 9,6 milioni di telespettatori. Un successo che è proseguito con la quarta stagione, in onda negli scorsi mesi: la prima puntata è stata vista da 11,7 milioni di persone, un record per un reality su una rete via cavo.

Lo show racconta la storia della famiglia Robertson, che vive in Louisiana e che è proprietaria della Duck Commander, famosa azienda che produce strumenti per la caccia alle anatre, fondata da Phil Robertson nel 1972. “Duck Dynasty” segue le vicende di Phil, di suo fratello Si, dei figli di Phil, Jase, Willie, Jep e delle rispettive mogli, compagne e figli. Una delle caratteristiche della famiglia è la lunga barba portata dai componenti maschili, oltre ai loro rigidi punti di vista in tema religioso. Ogni puntata, infatti, si chiude con la famiglia che si riunisce in una preghiera.

Duck Dynasty: le dichiarazioni di Phil Robertson

Il 18 dicembre il magazine “GQ” anticipa un’intervista del numero di gennaio rilasciata da Phil Robertson, nella quale parla anche del suo punto di vista nei confronti dell’omosessualità. Phil, che non ha mai nascosto di non condividere le idee della comunità gay, alla domanda “Cosa è peccaminoso secondo te?” ha risposto senza troppi giri di parole:

“Iniziamo con l’atteggiamento omosessuale. L’essere bestiali, andare con una donna, poi un’altra, poi un’altra, e quegli uomini. Per me, in quanto uomo, una vagina sarebbe molto più desiderabile dell’ano di un uomo. Sono fatto così. Sto solo pensando: c’è di più! Una donna ha di più da dare! Voglio dire, dai, ragazzi! Capisci cosa voglio dire? Non è razionale, amico mio, non è razionale”.

Le sue frasi hanno fatto il giro dell’America provocando numerose polemiche. A&E, poco dopo la notizia, ha rilasciato un comunicato nel quale prende le distanze delle dichiarazioni di Phil Robertson:

“Siamo estremamente delusi di aver letto i commenti di Phil su GQ, che sono basati sulle sue credenze personali e non si riflettono nella serie Duck Dynasty. I suoi pensieri non si riflettono in nessuno modo su i network A&E, che sono sempre stati forti sostenitori della comunità Lgbt. Il network ha sospeso Phil dalle riprese a tempo indefinito”.

Le riprese della quinta stagione si stanno svolgendo in questo periodo, per una messa in onda il prossimo gennaio.

La risposta di Phil e della sua famiglia

Duck DynastyPhil ha subito cercato di difendersi, senza però ritrattare le sue dichiarazioni:

“Ho messo al centro della mia vita il sesso, la droga ed il rock & roll fin quando non ho toccato il fondo e non ho accettato Gesù come mio salvatore. Oggi la mia missione è uscire e dire alla gente perchè seguo Cristo ed anche ciò che la Bibbia insegna, e parte di quell’insegnamento è che le donne e gli uomini sono destinati a stare insieme. Ad ogni modo, non tratterei mai nessuno senza rispetto perchè è diverso da me. Siamo stati tutti creati dall’Onnipotente e come Lui amo tutta l’umanità”. (Via: Foxnews)

Anche la famiglia Robertson, sul sito ufficiale della Duck Commander, ha difeso Phil, dichiarando di non voler andare avanti con le riprese dello show se non fosse reintegrato nel cast:

“Vogliamo ringraziarvi per le vostre preghiere e supporto. La famiglia ha passato molto tempo nella preghiera da quando ha saputo la decisione di A&E. Vogliamo farvi sapere che prima di tutto siamo una famiglia che si basa sulla fede in Dio e crediamo che la Bibbia sia la Sua parola. Sebbene alcuni commenti di Phil al giornalista sono stati grezzi, le sua credenza si basano sugli insegnamenti della Bibbia. Phil è un uomo devoto che segue ciò che la Bibbia dice che sono i più grandi comandamenti: ‘Ama il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore’ ed ‘Ama il prossimo tuo come te stesso’. Phil non aizzerebbe mai l’odio. Siamo delusi che Phil sia stato sospeso per aver espresso la sia fede, cosa che è un suo diritto costituzionalmente protetto. Abbiamo avuto un rapporto di lavoro di successo con A&E ma, in quanto una famiglia, non possiamo immaginare che lo show vada avanti senza il nostro patriarca. Stiamo discutendo con A&E per capire cosa possa significare per il futuro dello show. Ancora, grazie per il vostro suppporto alla nostra famiglia”.

Chi è a favore e chi contrario a Phil Robertson

Nel giro di poche ore, numerose persone si sono schierate a favore o contro le dichiarazioni di Phil Robertson e la decisione del network di sospenderlo. Molti espontenti politici conservatori hanno espresso il loro favore nei confronti del protagonista di “Duck Dynasty”. Sarah Palin, Bryan Fischer (a capo della sezione Analisi contenuti della American Family Association) ed altri personaggi hanno difeso le sue dichiarazioni. Il senatore texano Ted Cruz, sulla sua pagina Facebook, ha voluto sostenere Phil:

“I discorsi senza censure contano. La ragione per cui molti americani amano ‘Duck Dynasty’ è perchè rappresenta l’America spesso ignorata o presa in giro dall’elite liberale; una famiglia i cui componenti si prendono cura l’un l’altro, che crede in Dio e parla della propria fede”.

Will Cruz, portavoce del Glaad, l’associazione contro la diffamazione verso gay e lesbiche, all’ “Huffington Post” ha spiegato perchè le parole di Phil sono preoccupanti:

“Phil e la sua famiglia dichiarano di essere cristiani, ma le bugie di Phil ad una comunità intera vanno dritte in faccia a ciò in cui credono davvero i cristiani. Ovviamente non sa nulla dei gay e di ciò che pensano gli abitanti della Louisiana -o degli americani- che sostengono il riconoscimento legale delle coppie gay e lesbiche. La decisione di Phil di insistere su stereotipi vili è una macchina su A&E e sui suoi sponsor che ora devono riesaminare il loro contratto con qualcuno con un pubblico disdegno verso le persone e le famiglie Lgbt”.

La pagina Facebook

Anche il pubblico sta dicendo la sua. Su Facebook è stata aperta una pagina che sostiene Phil e che chiede il suo ritorno nello show. Il nome della pagina è “Boicottiamo A&E fin quando Phil Robertson non tornerà in Duck Dynasty” ed ha già raccolto 1,7 milioni di “mi piace”. Online, numerosi sostenitori del programma e di Phil Robertson chiedono ad A&E di permettergli di essere anche nella quinta stagione dello show. Il network non si è ancora espresso, ma di certo “Duck Dynasty” potrebbe raggiungere ancora numeri più alti.