La sperimentazione nella Rai: Carla Vistarini racconta a TvBlog Stryx di Enzo Trapani
Lo spettacolo di varietà di Enzo Trapani “Stryx” trasmesso dalla Rete 2 della Rai nel 1978 raccontato da una degli autori del programma Carla Vistarini.
Nel corso dei 60 anni della Rai, uno dei momenti più fecondi per quel che riguarda l’innovazione e la sperimentazione si deve alla Riforma della televisione pubblica del 1975. In quell’occasione si decide, fra le altre cose, di dare vita propria al secondo canale, fino a quel momento speculare al primo, allora chiamato Nazionale. Nacquerono quindi il Tg1 ed il Tg2 e di conseguenza la Rete 1 e la Rete 2, la prima retta dal partito di maggioranza relativa, ovvero la Democrazia Cristiana e la seconda affidata alle forze di sinistra del parlamento. Mentre la Rete 1, alla cui direzione viene chiamato Mimmo Scarano, rimane la rete in qualche modo istituzionale, il secondo canale, ovvero la Rete 2 guidata da quel genio visionario che era Massimo Fichera, si incarica di trasmettere programmi innovativi ed in qualche modo sperimentali.
In questa ottica per esempio si collocano, parlando d’intrattenimento, le trasmissioni di L’altra domenica con Renzo Arbore, nel pomeriggio domenicale della Rete 2 e Tele Vacca, poi ribattezzata Onda Libera, che vede l’esordio sui teleschermi della televisione pubblica di Roberto Benigni. Un’altra trasmissione che ha segnato quel periodo “sperimentale” della televisione pubblica, che ora l’attuale Rai sembra aver abbandonato, è stata certamente Stryx, un varietà “visionario” di prima serata, diretto da quel grande genio che è stato Enzo Trapani. La trasmissione, che presentava degli elementi innovativi, anche tecnologicamente parlando notevoli (era arrivata in Italia la televisione a colori l’anno prima) suscitò qualche polemica, anzi molte polemiche, prima di tutto per l’argomento su cui si basava: la magia, la stregoneria e l’esoterismo in genere. Un argomento tabù per la televisione dell’epoca ed a quello si univa anche l’uso da parte di Trapani, di donne e ballerine “poco vestite” che spesso e volentieri erano protagoniste di balletti nel corso delle 6 puntate trasmesse (una sarebbe stata bloccata dalla censura dell’epoca).
Il programma condotto, si fa per dire, perchè qui il ruolo del conduttore era marginale, da un giovanissimo Tony Renis e che vedeva ospiti fisse delle giovanissime e poco conosciute Amanda Lear e Grace Jones, era scritto dallo stesso Trapani, oltre che da Alberto Testa, purtroppo scomparsi e da una allora giovanissima autrice di canzoni, ovvero Carla Vistarini, in seguito grande autrice di molte trasmissioni televisive. TvBlog ha chiesto proprio a Carla Vistarini, un ricordo di quel programma televisivo che all’epoca vinse molti premi, fra cui la celebre e prestigiosa Rosa d’oro di Montreux, che premiava ogni anno il miglior varietà televisivo. Dopo Carlo Freccero, Pippo Baudo ed Antonello Falqui, TvBlog da la parola ad un altra grande professionista nell’ottica dei nostri articoli dedicati ai 60 anni della Rai Tv.
Il mio Stryx
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Di Carla Vistarini
Era il 1978 quando ricevetti una telefonata di Enzo Trapani, che mi disse del suo desiderio di fare un nuovo varietà per la Rai. Si trattava di Stryx. Enzo l’avevo conosciuto qualche anno prima, quando ero stata chiamata dalla Rai per scrivere i testi di una serie di puntate di un programma musicale dal titolo “Quindici minuti con”, piccole monografie di cantanti ai quali si affidava un quarto d’ora ciascuno per esibirsi e raccontarsi. La regia di quegli appuntamenti era di Enzo Trapani ed in quella occasione ebbi modo di lavorare con lui per la prima volta. Mi trovai benissimo e l’intesa professionale fra di noi fu davvero ottima, tanto che un paio di anni dopo lui si ricordò di me e mi chiamò per Stryx.
Trapani era un grandissimo professionista ed un genio della regia televisiva. Colto, ironico, aveva un occhio assolutamente moderno nell’usare le telecamere e gli effetti speciali. All’epoca di questa trasmissione, ricordo che erano arrivati i primi mezzi tecnologici che accompagnavano la neonata televisione a colori, come per esempio il cromakey, e lui ne apprezzava e sfruttava tutte le potenzialità espressive. Trapani aveva sempre un’attenzione particolare per le inquadrature, le scenografie, i costumi e tutta la costruzione dell’ “immagine” televisiva. Stryx, come tutti i suoi spettacoli, era un programma d’autore, “firmato” visivamente e immediatamente riconoscibile come diretto da Enzo Trapani. Forse perché era laureato in architettura e il suo grande senso estetico derivava da quella formazione. Ricordo che nelle pause fra una registrazione e l’altra, lo vedevo disegnare su dei fogli delle immagini complesse, iperrealiste, cose veramente belle e originali. All’epoca in tv, se da una parte c’era Antonello Falqui, che privilegiava lo stile essenziale, esaltato dal bianco e nero, elegante fino all’astrazione, dall’altra c’era Trapani, l’anticonformista, che liberava nella messa in scena di un varietà tutto il suo estro colorato, simbolista, spesso controcorrente.
Questa sua originalità però non gli aveva impedito di realizzare anche spettacoli per la tradizionalissima Rete 1, ricordiamo tra gli altri, infatti, che la Rai affidò a lui, nel 1979, il lancio e la regia di quello che si sarebbe rivelato uno dei varietà più longevi, istituzionali e importanti della televisione: Fantastico.
Tornando però a Stryx, ricordo che Trapani, che con questa trasmissione tornava in Rai dopo un periodo di ombra, mi disse che voleva fare un programma che avesse come tema la magia, la superstizione, insomma l’esoterismo in genere. L’argomento mi divertì e interessò da subito, così accettai di esserne autore, con Alberto Testa e Trapani stesso. Stabilimmo che tutti gli argomenti, i temi e i fatti raccontati nel programma dovessero essere documentati alla virgola, frutto di ricerche storiografiche e di biblioteca- E così iniziò per me un lunghissimo lavoro di preparazione e documentazione sulla magia e sull’esoterismo nel corso dei secoli. Allora non c’era internet, quindi il mio lavoro ebbe bisogno di molto, molto tempo, ancora oggi conservo parecchio materiale di quella ricerca.
E’ interessante notare quanto la musica entri nel processo creativo di Stryx, già dall’alchimia del trio autorale, apportando un taglio e un ritmo al racconto che credo abbia poi contribuito alla particolarità e al successo del programma. Sia io che Alberto Testa eravamo autori di canzoni e Trapani era stato l’inventore del primissimo, rivoluzionario, programma musicale per i “giovani” della Rai: Alta pressione.
La registrazione dello spettacolo avvenne poi negli studi della Rai di Milano e mentre io lavoravo principalmente a Roma, per quel che riguarda la stesura dei testi, in studio a Milano, oltre ovviamente a Trapani che era in cabina di regia, c’era Alberto Testa. Testa, per chi non lo ricordasse, è stato uno dei più grandi parolieri della canzone italiana. Ha scritto per Mina, Tony Renis (che ha condotto Stryx), Ornella Vanoni, Orietta Berti e molti altri. Sue “Quando quando quando”, “Un anno d’amore” e “Grande grande grande” tanto per citarne alcune. Successi internazionali.
In quella trasmissione un’altra novità era il “concept”. Non realizzammo, come era consuetudine in un varietà classico, solo un insieme di momenti televisivi, canzoni, sketch, monologhi, balletti, ecc., legati da una mera presentazione; ma un programma in cui i vari momenti di spettacolo venivano contestualizzati all’interno di un racconto. Come fu accolto questo progetto in Rai? Beh, per quello che mi ricordo, allora ero molto giovane, la mascotte del gruppo, e non avevo voce in capitolo rispetto ad eventuali strategie da parte della Rai, c’era grande disponibilità della tv pubblica rispetto a questo progetto. Il dirigente di Rete 2 che si occupava di questo varietà era Mario Carpitella, intellettuale e innovatore. Ricordo ancora le anticamere fatte davanti al suo ufficio assieme ad un giovanissimo Roberto Benigni, che in quel periodo stava per fare Onda libera, sempre sul secondo canale post-riforma. Rete 2 a quel tempo si caratterizzava come alternativa totale all’istituzionale Rete 1 con trasmissioni nuove, sperimentali ed anticonformiste.
La messa in onda di Stryx suscitò scalpore e polemiche che contribuirono a fare di un bel varietà un programma storico e indimenticabile. A mio parere le polemiche di quel periodo furono alimentate più dai temi trattati nella trasmissione, e cioè la stregoneria e la magia, ricordo a questo proposito che in una puntata veniva “bruciata”, come se fosse una strega, Mia Martini; che dalle immagini sexy che Trapani usava nei balletti e nelle esibizioni canore per esempio di Grace Jones, Patty Pravo o Amanda Lear. Insomma, ricordare, anche solo con una scena musicale, che in passato si consumavano, “legalmente” e col beneplacito di alte istituzioni, atti tragici e irresponsabili come mandare al rogo le “streghe”, dava forse fastidio a qualche benpensante, di quelli che vorrebbero riscrivere la Storia cancellandone le parti scomode.
Ricordo anche l’entusiasmo della squadra tecnica di Stryx rispetto al programma, i tecnici sapevano che stavano realizzando un programma diverso rispetto ai canoni dei tempi, ed in qualche modo storico. Un programma che vinse all’epoca molti premi, fra cui la prestigiosa Rosa d’oro al Festival Internazionale della Televisione di Montreux.
A quei tempi la Televisione Italiana non comprava i format dall’estero, ma inventava e imponeva le sue idee a livello internazionale. Sono veramente orgogliosa di aver firmato molte di quelle idee, tra cui una pietra miliare come Stryx.