Fox, addio alla pilot season: il network punta ad un sistema di produzione di serie tv simile a quello delle tv via cavo
Il presidente della Fox Kevin Reilly ha annunciato che il network non userà la pilot season, ovvero il periodo dell’anno in cui si producono pilot, preferendo ordinare direttamente serie tv come le tv via cavo
La Fox diventa la prima rete generalista americana ad abbadonare la “pilot season”, ovvero il periodo che di solito corrisponde ai mesi che precedono gli upfront, durante i quali avviene la presentazione dei palinsesti della nuova stagione tv. Ad annunciarlo, Kevin Reilly, presidente del network, secondo cui, come ha detto al Television Critics Association press tour, il periodo in cui le reti generaliste potevano avere il lusso di ordinare numerosi pilot per poi scegliere quali sarebbero diventati delle serie tv è finito:
“Il sistema di sviluppo di serie tv delle reti generaliste, costruito in un periodo differente, quando c’erano tre network, è altamente inefficiente. E’ quasi un miracolo che si possa produrre qualcosa di qualità in quest’ambiente”.
L’ambiente a cui si riferisce Reilly è quello in cui un network, in America, dopo aver ordinato numerose sceneggiature di possibili serie tv, decide cosa produrre. Il pilot potrà far decidere ai dirigenti se ordinare una serie o se non mandare in onda lo show, con conseguente spreco di denaro e di tempo per attori ed autori che restano con una serie non ordinata.
E’ chiaro che la Fox vuole somigliare di più alle reti via cavo, che invece ordinano nuove serie superando la fase del pilot e con un anticipo che permette agli autori di scrivere gli episodi con calma e di scegliere gli attori più adatti. Reilly è d’accordo con quanto detto da Damon Lindelof: il co-creatore di “Lost” è al lavoro dallo scorso autunno su “Leftovers” per la Hbo, ordinata molto tempo prima della messa in onda, senza fretta e con la volontà di aggiustare ogni particolare con calma. Lindelof nei giorni scorsi ha detto che “le reti via cavo sono molto superiori alle generaliste”, e la Fox vuole arrivare a permettere agli autori di avere questa stessa possibilità di lavorare sulle loro serie tv anche sulla tv generalista.
“Ogni prima stagione di una serie ha bisogno di essere corretta e di essere rigirata”, ha spiegato Reilly, che ha ricordato come “Sons of anarchy”, il cui episodio pilota fu rigirato con un cast nuovo, se fosse stato ordinato da una rete generalista non sarebbe potuto andare in onda.
Reilly ha anche chiarito che la Fox non smetterà di produrre pilot:
“Abbandoniamo la pilot season, non i pilot. Sono ancora uno strumento utile, specialmente sul lato delle comedy che hanno un’alchimia fragile, e di cui si ha bisogno del casting per capire quale sia la decisione sulla serie. Ma ordineremo pilot che possano essere indirizzati ad un ordine per una serie. Invece di fare dieci pilot sperano di avere una serie da mandare in onda, vorrei portare la proporzione ad 1:1.”
Meno pilot, dunque, ma quelli ordinati avranno maggiore possibilità di essere trasmessi, permettendo anche agli autori di lavorare meglio sulla struttura dello show. La Fox punta a formare, per ogni pilot, un gruppo di autori che possa scrivere la base della serie e possa far capire al network come sarà il resto dello show.
“La Fox vuole lavorare per portare le proprie serie in onda”, ha detto Reilly, spiegando che la rete vorrebbe poter ordinare una serie senza passare dal pilot, come fanno le reti via cavo e come il network ha fatto con alcune nuove serie, come “Backstrom”, di cui sono stati ordinati tredici episodi.
Così, la rete potrà lavorare meglio su pochi titoli, ma con il tempo utile a riscrivere ciò che non convince e trovare il cast giusto. La Fox ha già ordinato alcune serie tv, come “Wayward Pines”, “Gracepoint”, “Hieroglyph”, “Mulaney” e “The Middle Man”, mentre ha ordinato solo un episodio (anche se l’idea è di ordinare una serie) di “Gotham”, “Fatrick” e “Cabot College”. Poche altre serie saranno ordinate per la prossima stagione.
La Fox, in questo modo, conferma la propria volontà di somigliare di più, nel processo produttivo dei propri telefilm, ad una rete via cavo, proponendo anche serie tv evento come “24: Live another day” ed ordinando stagioni con un numero di episodi ridotti rispetto ai soliti ventidue, come successo con “The Following” e “Sleepy Hollow”, permettendo così agli autori di lavorare senza avere la fretta di occupare il palinsesto ed avere storie migliori.
[Via DeadlineHollywood]