Luca Telese: “Matrix si sposta per il Grande Fratello. Io resto non per Caschetto. I miei autori tagliati dall’azienda”
Il conduttore commenta le difficoltà del suo programma di informazione in una lunga intervista a Italia Oggi
Luca Telese è tornato allo scoperto in una lunga intervista a Italia Oggi. Il conduttore di Matrix è costretto a promuovere il ritorno del programma di informazione nella nuova collocazione (a partire da domani) del venerdì e della domenica, in fuga da Porta a porta secondo i malpensanti:
“Con la partenza del Grande Fratello si sarebbe creato un ingorgo al martedì, e Matrix sarebbe andato in onda molto tardi, all’una di notte. Potevamo scegliere il giovedì, ma due giorni di seguito non si fa. E abbiamo deciso per la domenica”.
Per il giornalista ‘sono tutte fregnacce’ quelle che vogliono Matrix seguito solo se si occupa di cronaca e spettacolo:
“La tv è fatta di alte e basse maree, e so che questo è un momento di bassa marea. Non c’entra molto occuparsi di cronaca o di politica. C’entra quello che interessa alla gente e il momento di marea. Matrix era sparito, ed è difficile riavviare un programma spento da tempo. Quanto alla politica, l’ultima puntata del 15 dicembre era di politica, quella prima anche, quella ancora prima un mix. E quella di venerdì 17 si occuperà di politica. Alcune vanno bene, altre male, ma vanno fatte comunque. In bassa marea anche Chi l’ha visto, la Gabanelli o un programma che io amo come quello di Zoro fanno fatica”.
Altra autogiustificazione che Telese si dà è che “le trasmissioni entrano nel loro ciclo migliore nel terzo anno”. Quanto al taglio dei suoi autori storici di La7, dice che “la rete ci ha detto che non poteva accettare quell’audience, e doveva saltare la panchina. Una perdita, una ferita dolorosa. L’azienda ha valutato che la serie negativa era dovuta a un problema autoriale, e serviva più tranquillità nella squadra”.
Poi non sopporta chi gli dà del raccomandato:
“Ho conosciuto mia moglie, Laura Berlinguer, quando già conducevo Tetris su La7. Professionalmente devo molto a Maurizio Belpietro, che mi ha voluto al Giornale, ad Antonio Campo dall’Orto, che mi ha chiamato a La7. E a Urbano Cairo e Paolo Ruffini, che mi hanno affidato la striscia di Lilli Gruber su La7 la scorsa estate. Ho cominciato nel 1989 al Messaggero, sono diventato praticante nel 1996 all’Italia settimanale di Pietrangelo Buttafuoco, ma dopo quattro mesi il giornale ha chiuso. Ho potuto riprendere il praticantato solo nel 1999, e poi diventare professionista nel 1991. Alla faccia del raccomandato, sono stato licenziato da portavoce di Rifondazione comunista, e pure da giornalista della agenzia Dire”.
A chi insinua che lui e Porro sono confermati, a discapito dei bassi ascolti, perché hanno per agente l’influente Beppe Caschetto, risponde:
“Quando il 100% degli ascolti era sulle reti generaliste, il 10% poteva essere un risultato basso. Ora, con un 40% degli ascolti che invece va altrove, è una performance buona. Virus ha avuto contro Tale quale show, programma con audience da Festival di Sanremo. Cairo ha rotto con Porro, ma a me ha affidato tutta la striscia estiva. Con buoni ascolti e un programma a costo basso. Perché anche il budget conta: se fai il 30% di audience ma la trasmissione costa 10 milioni di euro, non è un grande risultato”.
Insomma, per Telese non è una questione di agente:
“Caschetto è un personaggio fantastico, lo si vede raramente, poi arriva a Roma misteriosamente, ti porta a pranzo e ti spiega cinque cose fondamentali della tua vita. Rientra nella categoria dei guru. E’ un allenatore. Ma in tv non resti solo se hai l’agente. A Mediaset io parlo direttamente con Crippa o Giordano”.