Helix, la fantascienza in tv si fonde col thriller e ci porta in un futuro non troppo lontano
Helix è la serie tv di SyFy con protagonisti un gruppo di scienziati che deve isolare un virus all’interno di una base in Artide che sta contagiando numerose persone
La fantascienza in televisione si prepara a contagiare i telespettatori con i virus più vari: se Tnt sta lavorando a “The Last Ship” ed Fx a “The Strain”, SyFy -a cui si deve anche l’adattamento televisivo de “L’esercito delle dodici scimmie”– ha dato il via al genere fantascientifico e thriller in tv con “Helix”, nuova serie tv in onda da poco in America.
“Helix”, la cui prima stagione è composta da tredici episodi, racconta il tentativo di un gruppo di scienziati dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie di isolare un pericolosissimo virus che si sta diffondendo all’interno di una base di ricerca che si trova in Artide.
Il capo della spedizione, Alan Farragut (Billy Campbell, “The Killing”) si ritrova non solo nel mezzo di un vero e proprio mistero, essendo il virus totalmente nuovo, ma deve anche affrontare la presenza nella base del fratello Peter (Neil Napier), che non solo è l’uomo con cui è stato tradito dall’ex moglie Sarah (Kyra Zagorsky), guarda caso anche lei parte della spedizione, ma è anche l’unico ad essere infettato dal virus senza essere morto nel giro di pochi giorni.
Peter diventa così un caso da esaminare, se non fosse che il virus invece di indebolirlo lo rafforza, al punto da permettergli di fuggire dalla quarantena e di seminare il panico tra le altre persone all’interno della struttura. La serie, nel corso degli episodi, mostra non solo il lavoro dei protagonisti (tra cui anche la giovane ma esperta Sarah Jordan, interpretata da Jordan Hayes, ed il Maggiore dell’esercito Sergio Balleseros -Mark Ghanimé-) nel cercare di capire come bloccare l’epidemia, ma racconta anche cosa stavano realmente facendo in quella base di ricerca, capitanata dal misterioso Hiroshi Hatake (Hiroyuki Sanada, Dogen in “Lost”).
“Helix” permette a SyFy di ampliare la propria offerta di racconti fantascientifici, passando dalla semplice dimostrazione di come il futuro possa essere fonte di storie originali e fantasiose ad un racconto più profondo, vicino al thriller ed ambientato poco lontano nel futuro. Cameron Porsandeh, creatore della serie, ha voluto sottolineare quest’aspetto, specificando che “Helix” racconta un mondo poco distante da quello reale, rendendo la storia del telefilm più inquietante:
“La scienza è davvero forte, ed è davvero, davvero, davvero spaventosa, è qualcosa con cui puoi giocare un sacco. Il mondo sta cambiando molto velocemente, e la storia che raccontiamo in Helix non è ambientata 30, 40, 50 anni nel futuro, ma 3, 4, 5 anni, è dietro l’angolo. E mostra argomenti di cui dovremmo essere consapevoli”. (Via: SciFiMania)
La storia, infatti, gioca con il tema della diffusione di un virus (che tra l’altro non è nuovo al cinema), ma vuole anche raccontare come l’uomo, a volte, giocando a fare Dio, ottenga delle conseguenze da cui poi non è possibile tornare indietro. Il claim della prima stagione, “Play God. Pay the price” (“Gioca a fare Dio. Paga il prezzo”), dice tutto su dove vuole andare a parare la serie tv. Unendo così un racconto realistico e non per forza collegato ad uno sviluppo tecnologico ancora impensabile, “Helix” dà alla fantascienza uno sguardo più cattivo, vicino a temi etici come spesso fa, ma senza messaggi di speranza o di ottimismo. Qui, c’è in ballo l’umanità, e l’uomo deve capire quando fermarsi.
Ronald D. Moore, a cui si deve il remake di “Battlestar Galactica” e produttore esecutivo della nuova serie, garantisce allo show un contesto grazie al quale i personaggi riescono a mostrare la loro paura, costretti in un ambiente ostile da cui non possono allontanarsi. Una sensazione che è amplificata dal tempo del racconto, con ogni episodio che racconta un giorno all’interno della base di ricerca.
“Helix”, che in America ha debuttato con 1,8 milioni di telespettatori (0.6 rating nella fascia 18-49 anni), riesce quindi a riprendere il genere fantascientifico in televisione, che ultimamente si era lasciato andare a troppi luoghi comuni e storie poco legate al senso stesso del genere, aggiungendo un tocco di horror e contemporaneità che permette alla serie di essere davvero vicina a temi di cui oggi sentiamo parlare.