Paola Ferrari contro Le Iene: “Perché devono fare questi servizi così bassi?”. Parenti: “Mi dispiace”
La giornalista Rai ha cambiato idea ed ha deciso di sporgere querela nei confronti della trasmissione di Italia 1.
UPDATE 19.06 Interpellata telefonica da Selvaggia Lucarelli e Fabio De Vivo su M2o, Paola Ferrari ha ribadito il suo punto di vista rispetto a quanto accaduto ieri ad opera del twerkatore de Le Iene:
Se una persona arriva da dietro, toccandoti e simulando un atto sessuale, è normale che una donna si spaventi. Non conoscevo questo personaggio de Le Iene, ho pensato a uno squilibrato, a un possibile stalker, la gente può sapere che la domenica a quell’ora io arrivo in Rai e il mondo è pieno di squilibrati. Mi sono spaventata moltissimo, la violenza non è fatta solo di pugni. Tra l’altro non capisco perché il tizio dopo aver bloccato la porta con la mano non si sia qualificato ma sia scappato. Io ho chiamato la polizia per questo, non sapevo chi fosse e neppure le altre persone che erano lì. È stato il commissario arrivato poco dopo a chiarire l’accaduto. (…) Direi che è il caso di fare una riflessione: è giusto fare questi scherzi? Io in quanto donna non voglio essere toccata o “aggredita in pubblico” senza che una persona si qualifichi. Le Iene fanno molti servizi interessanti, perchè fare queste cose così basse?
Anche Davide Parenti è stato raggiunto dal programma radiofonico. L’autore del programma di Italia1 ha preferito non parlare in diretta, limitandosi a dire fuori onda che “è dispiaciuto per la signora Ferrari, ma non immaginavano che il gioco del twerkatore potesse causare una reazione del genere”.
Paola Ferrari contro Le Iene: “Li denuncio per sequestro e aggressione”. Parenti: “Non ci capacitiamo”
Che sia tutta pubblicità in favore de Le Iene, a poche ore dal ritorno in onda su Italia1, è cosa ovvia e chiara a tutti. Sta di fatto che il caso sollevato ieri da Paola Ferrari ancora oggi abbia importanti sviluppi.
Infatti se in un primo momento la conduttrice de La domenica sportiva aveva assicurato che non avrebbe sporto querela nei confronti della trasmissione di Italia 1 per la presunta aggressione subita dal twerkatore, ossia Stefano Corti, oggi arriva un’altra notizia. Al Corriere della Sera la giornalista ha detto:
Vado a denunciarli per sequestro e aggressione. Non volevo querelarli per non fare pubblicità alla trasmissione. Ora invece devo tutelarmi, è vergognoso.
Il vice direttore di Rai Sport Maurizio Losa, il quale ieri aveva racconta che la Ferrari “è riuscita a stento a divincolarsi” e che “una volta entrata nel palazzo è svenuta rimanendo sotto shock per alcune ore”, ha aggiunto nuovi dettagli:
Mi hanno chiamato subito dopo l’accaduto, un medico la stava soccorrendo. Quando l’ho vista era sotto choc. È molto grave quanto successo. (…) Pensava fosse un maniaco ed era basita dal fatto che nessuno le desse una mano. Qualsiasi donna nel 2014 è legittimata a pensar male.
A quanto pare dell’episodio è stata informata la direzione generale della Rai e Losa ha annunciato che “le iniziative che prenderà l’azienda saranno più chiare nelle prossime ore”, anticipando di essere pronto ad usare i filmati delle telecamere di sorveglianza della Rai.
Intanto è arrivata la replica di Davide Parenti, autore del programma di Italia 1, già al centro di polemiche e critiche negli ultimi tempi per il caso Stamina. Parenti ha spiegato che su Facebook è stato pubblicato la ripresa fatta con il telefonino di quanto accaduto fuori dagli studi Rai perché “sono state dette cose gravi e volevamo dimostrare quanto successo”. Poi ha aggiunto:
Ci spiace se la signora Ferrari si è spaventata e le chiediamo scusa, ma non ci capacitiamo. Proprio per far capire quanto è accaduto quanto siamo stati offensivi, pericolosi e maleducati abbiamo pubblicato il video.
Sul fatto che la Rai potrebbe utilizzare le riprese effettuate dalle loro telecamere, ha spiegato:
Giusto. Non vogliamo scappare dalle nostre responsabilità. Facciamo i funamboli, c’è il rischio di cadere dal filo. Uno scherzo può non essere gradito. Ma, di fronte a certe accuse, siamo i primi a voler documentare come abbiamo sbagliato.