Madre, aiutami – Mary Petruolo a Tvblog: “Suor Vera è una ragazza fragile, in conflitto con se stessa e con la sua fede”
Tvblog intervista Mary Petruolo, che torna in tv nei panni di Suor Vera, nella fiction con Virna Lisi Madre, aiutami. La giovane attrice racconta il suo personaggio e le emozioni del set.
Arriva questa sera su Raiuno Madre, aiutami, la fiction in quattro puntate targata Endemol, per la regia di Gianni Lepre, che vede Virna Lisi nei panni di suor Germana, una religiosa che si dovrà occupare delle sue consorelle rimaste vittima di una violenta aggressione in una missione in Congo. Tra queste ci sarà la giovanissima suor Vera, l’unica a tornare a casa da quell’inferno che le cambierà la vita. A interpretare suor Vera ritroviamo Mary Petruolo, che torna quindi in video con un ruolo da protagonista a distanza di qualche anno dalla sua ultima apparizione tv. Accanto a lei nella fiction il suo fidanzato nella vita reale, Emanuele Bosi (conosciuto sul set del film Questo piccolo grande amore), che vestirà invece i panni di Matteo, fratello di un’altra giovane suora dispersa in Africa e che si innamorerà proprio di suor Vera. Questo e tanto altro ci ha raccontato Mary, con grande generosità.
La fiction Madre, aiutami tratta un argomento importante, di attualità e forse anche poco trattato dalla tv generalista. È così?
Sì, è sicuramente così, e infatti sono stata contenta di poter fare questa fiction proprio per questo motivo. All’inizio, quando ho saputo l’argomento generale, ho un po’ titubato perché queste cose solitamente vengono trattate sempre nello stesso modo. Leggendo la sceneggiatura, poi, ho cambiato idea, perché mi sono resa conto che c’erano tanti punti che venivano trattati in un modo non convenzionale, assistiamo ad esempio anche a una presa di posizione, in un certo senso, nei confronti del Vaticano o delle cose che il Vaticano impone, che in questa fiction vengono anche messe in discussione. Sono cose di cui solitamente si parla poco, soprattutto in Italia, e in televisione ancora meno. Nella storia ad esempio io ho una battuta in cui, sfogandomi con suor Germana (Virna Lisi), dico: “Ma perché il Vaticano vuole il silenzio?”. Ti dico la verità: quando ho letto per la prima volta la scena ho pensato: “Chissà se poi questa battuta me la cambieranno, la cancelleranno”… e invece no, l’hanno tenuta ed è giusto che sia così.
Il tuo personaggio, suor Vera, sarà un personaggio complesso: è sì una giovane suora, che si troverà ad affrontare una grande tragedia con conseguente choc, ma poi ci sarà uno sviluppo anche dal punto di vista sentimentale…
Sì, è un personaggio complesso ed è stato molto difficile soprattutto dover raccontare la sua fragilità. È stato una vera sfida, soprattutto perché ciascuno di noi, nella vita di tutti i giorni, cerca di mostrare sempre il lato forte, perché mostrare le proprie fragilità è sempre difficile. Il dover tirare fuori il suo essere sempre sull’orlo del precipizio, in conflitto sia con se stessa (soprattutto quando si troverà a dover affrontare i suoi sentimenti per Matteo) sia con la sua fede, quando si sentirà incastrata nel suo ruolo di suora, non è stato semplice.
Possiamo quindi dire che è un personaggio in continua evoluzione…
Sì, inizia come un piccolo pulcino un po’ spaurito con tanti segreti e tante verità che non vuole raccontare, poi piano piano cresce fino a diventare nel corso delle puntate una donna.
Non è la prima volta che vesti i panni di una religiosa. Nel 2007 sei stata protagonista della miniserie tv Chiara e Francesco di Fabrizio Costa proprio nei panni della Santa…
(ride, ndr) Sì, diciamo che ero già preparata per questo ruolo, in un certo senso. Vengo da una famiglia molto religiosa, ho fatto le scuole dalle suore, quindi in realtà questi ruoli non mi risultano particolarmente difficili. Mi riuscirebbe più difficile fare una ragazza particolarmente trasgressiva – che è comunque un personaggio molto lontano da me – piuttosto che magari fare la suora (ride, ndr).
C’è chi accusa la fiction italiana di parlare troppo di preti e di suore, e in effetti negli ultimi anni i religiosi sono stati spesso protagonisti. In realtà, poi, non bisognerebbe giudicare senza prima aver visto di cosa si tratta, per capire anche come se ne parla e se ci sono differenze…
Esatto. Io non ti posso fare il paragone, non avendo visto le altre fiction, ma credo che le generalizzazioni siano sempre sbagliate, così come criticare senza prima vedere. Anche io credo che la fiction italiana potrebbe fare di più e meglio, che ci sono cose che potrebbero essere rese in un altro modo, che in Italia rispetto all’estero le cose vengono anche raccontate in maniera diversa.
Quanto credi che sia difficile oggi fare una televisione di qualità? E la qualità va sempre d’accordo con gli ascolti?
Credo che sia molto difficile. E tante volte mi sono chiesta come funzioni questa cosa degli ascolti: ci sono state anche in passato fiction che credevo degli ottimi prodotti che poi non hanno avuto successo, o viceversa. O forse sono io che non capisco niente di ascolti (ride, ndr).
In Madre, aiutami hai recitato al fianco di una grande attrice come Virna Lisi. Che ricordo conserverai di questa esperienza?
È stata una grande scuola. Virna Lisi è un’artista molto generosa, che ha come una sorta di protezione nei confronti di se stessa (anche perché le persone la fermano di continuo, ad esempio sul set, per una foto o un autografo). Per quanto mi riguarda mi ha trattato benissimo. Si vede che è una donna fortissima che ha vissuto molte esperienze nella sua vita e poi guardare lei recitare è una vera e propria scuola, che vale più di qualsiasi altra scuola di recitazione. Questa fiction è ricca di scene molto cariche dal punto di vista emotivo e c’è stata in particolare una settimana di riprese particolarmente faticosa proprio in questo senso. Al termine di quelle riprese io ero veramente a pezzi, e invece vedevo lei che fino all’ultimo momento riusciva a tirare fuori tutte le sue emozioni, una cosa incredibile. Il regista infatti mi diceva “Vedi, devi imparare da lei!”. Lei comunque un po’ mi ha rassicurata, dicendo che anche per lei è stata dura quando aveva la mia età (ride, ndr).
Il regista della fiction è Gianni Lepre, con cui tu hai già lavorato in passato. E nel cast c’è anche Emanuele Bosi, che è il tuo fidanzato, e che nella fiction sarà Matteo, il ragazzo che si innamora di suor Vera. Quindi per te è stato anche un set piacevole…
È stato bellissimo. Di Gianni (Lepre, ndr) avevo un bellissimo ricordo perché è il regista che mi ha diretta ne Il segreto di Arianna, quando avevo solo 17 anni: quel film è stato ciò che mi ha convinto che volevo fare questo lavoro, ed è stato grazie a lui che, devo dirlo, è uno di quei pochi registi che si concentrano solo sugli attori, che li ritiene importanti per il suo lavoro. Ti spreme come un limone, a fine giornata non ce la fai più, ma riesce davvero a farti tirare fuori tutte quelle emozioni che servono, riesce sempre a farti dare il massimo.
Per quanto riguarda Emanuele, sono stata felicissima di lavorare di nuovo con lui, dopo cinque anni da Questo piccolo grande amore. Rispetto ad allora sono cambiate molto cose, perché ci siamo messi insieme qualche mese dopo l’uscita del film, e durante e dopo queste riprese è stato bello avere una spalla su cui contare. Tra l’altro devi sapere che quando mi hanno contattato per fare questa fiction io ero appena tornata dall’Inghilterra, dove avevo fatto sei mesi di Erasmus, mentre studiavo lingue. Lì in Inghliterra avevo deciso di chiudere con il lavoro d’attrice, perché erano un paio di anni che non lavoravo e che non riuscivo a ricominciare. Tornata qui, un giorno mi chiama Emanuele, che era già stato scelto per il ruolo di Matteo e che stava facendo da spalla ai provini per scegliere suor Vera, e mi dice che il regista non era contento di quelle che aveva visionato e che non riusciva a trovare quella giusta. Così hanno pensato a me e mi hanno chiamato, insistendo più di un’ora per convincermi, visto che io ero ormai decisa a chiudere con quella che in realtà è la mia grande passione, la recitazione.
Se dovessi scegliere uno dei tuoi ruoli televisivi, quello a cui sei più legata, quale sarebbe?
Quello di Santa Chiara, senza dubbio. A parte che è stato il mio primo vero ruolo da protagonista, quindi ho sentito sulle mie spalle tutta la responsabilità, poi ero minorenne e sono diventata maggiorenne durante le riprese (ride, ndr) segnando una grande svolta. E poi perché è stato un onore e un onere impersonare Chiara a soli 17 anni, dedicandomi alle ricerche su di lei, sulla sua figura, sulla sua storia. E penso che alla fine il risultato si sia visto.
Cosa diresti a un telespettatore per convincerlo a guardare Madre, aiutami?
Merita di essere visto perché è un prodotto di qualità, e dà degli spunti che portano a riflettere su tante cose, non solo sulle questioni religiose, ma anche sui rapporti umani. Questo mi pare un motivo più che valido per seguire la fiction.