Braccialetti Rossi, Laura Chiatti a TvBlog: “La fiction è un inno alla speranza. Sono basita dalla bravura dei ragazzi” (VIDEO)
L’intervista di TvBlog all’attrice che nella fiction di Rai1 interpreta Lilia, compagna del padre di Davide
In occasione della conferenza stampa di presentazione di Braccialetti Rossi, la fiction di Rai1 in onda a partire da domenica 26 gennaio alle 21.10, TvBlog ha incontrato Laura Chiatti, l’attrice che interpreta Lilia, la compagna del padre di Davide (interpretato da Mirko Trovato), uno dei giovanissimi protagonisti della serie.
Hai pensato, dopo aver letto la sceneggiatura, che ci fosse il rischio di raccontare in maniera troppo sdolcinata, un po’ retorica, la storia dell’amicizia di sei ragazzi malati che si trovano in ospedale?
Leggendo la sceneggiatura ho pensato che potesse essere reputato dalle persone un tema patetico, che fosse raccontato in maniera patetica. Invece è proprio l’opposto. Giacomo (Campiotti, il regista) è stato molto bravo a raccontare questo tema attraverso gli occhi dei ragazzi; di solito questo non succede: la malattia è sempre affrontata dalla parte degli adulti. Invece questo modo di caratterizzare i personaggi dei ragazzi in maniera pulita e coraggiosa ha dato un senso di leggerezza al tema. Questo film è un inno alla speranza; è la storia di sei ragazzi che vivono le emozioni, i primi screzi, le prime cotte, i primi conflitti come tutti i ragazzi della loro età, però all’interno di un ospedale. Quindi con maggiore intensità. Devo dire che sono rimasta basita dalla bravura dei ragazzi. Mi hanno affascinato molto; io ho iniziato con Campiotti quando avevo la loro età. Mi hanno riportato indietro nel tempo. E ho notato le differenze: io a 17 anni quando lavoravo mi divertivo molto, per me era tutto tranne che un mestiere; loro invece hanno conservato la spontaneità che li ha aiutati a interpretare il ruolo in maniera naturale. Mi ha colpito però la grande disciplina, erano iper concentrati dalla mattina alla sera, facendo poi delle scene abbastanza forti. Mi sono resa conto quindi che la cosa importante per un attore è la spontaneità, che è qualcosa di innato.
Hai recitato in Ho voglio di te, film cinematografico diventato un cult per i giovanissimi. In base anche a quell’esperienza credi che Braccialetti possa divenire il suo omologo televisivo nonostante vada in onda su una rete non propriamente di riferimento per quella fascia d’età? Insomma, presenta delle caratteristiche vincenti in questo senso o non esiste un segreto vero e proprio per riconoscerne il successo?
Non esiste proprio un segreto per capire cosa piace in questo momento allo spettatore…
Però, per esempio la colonna sonora è molto pop…
Esatto, il contesto è molto pop: la musica e il messaggio che questa fiction vuole trasmettere. Quindi sicuramente i giovani possono apprezzarlo moltissimo; la cosa pazzesca è che soprattutto in Italia la malattia è vista come un tabù, ma dagli adulti non dai ragazzi. I ragazzi la affrontano in maniera molto più diretta e coraggiosa.
Da attrice adulta ci spieghi cosa si prova a lavorare con dei giovanissimi, magari alla prima esperienza del genere? Cioè è più difficile interagire con loro sul set o dà stimoli particolari?
È molto più semplice. Io ho un istinto materno, diciamo, anche se non potrei essere la madre perché sono ormai 17enni. Mi rapporto in maniera molto diretta con i ragazzi; loro sono giovani ma ognuno di loro ha una personalità molto adulta, ha qualcosa di speciale che va oltre il personaggio che rappresenta. Quindi ci hanno accolto loro, sono loro che ci hanno fatto sentire a nostro agio, non ci siamo dovuti immergere noi nella loro vita.
Tu interpreti la compagna di un uomo il cui figlio è in ospedale…
Sì, Lilia è la compagna del padre di Davide, il quale è il più ribelle di tutti, il più rock, non accetta minimamente di stare in ospedale perché non sa ancora che tipo di problema ha. Lui non ha un grande rapporto con il padre, è distaccato. Quindi entro in scena io e lo accompagno nel percorso ospedaliero con grande amore; inizio a conoscerlo molto meglio: si crea un legame molto intimo, quasi inossidabile. La cosa pazzesca è che mi sono calata nelle vesti di una madre pur non essendo madre, ho capito tutte le dinamiche di ciò che può provare una madre in quelle situazioni.
Ti ringrazio e… spero tu abbia apprezzato il fatto che non ti ho posto nemmeno una domanda di gossip…
Meno male… non ti avrei risposto (ride, Ndr).