Claudio Cavalli a TvBlog: “La nostra missione era di fare Le Iene del Mistero, ma poi…”
Claudio Cavalli, ideatore di Mistero, racconta a TvBlog il suo programma tra alieni, Twitter e, ovviamente, Adam Kadmon!
Erano le 17 quando sono arrivata sul lago di Como per imbarcarmi sul piroscafo Patria insieme a tutta la truppa di Mistero. Faceva freddo, molto freddo. E questo era un dettaglio che non avevo preventivato. Per le quattro ore successive non ho visto nessun alieno, ma forse ero io a sembrare un extraterrestre: stavo appostata in silenzio davanti ad un riflettore (luce, caldo) mentre intorno a me cameraman e operatori muovevano macchine da presa, droni e quant’altro. Io mi limitavo a spiare tutti i loro movimenti, mentre attendevo che gli inviati finissero i turni di riprese. Così poi avrei potuto intercettarli e, naturalmente, intervistarli. Una volta compiuta la mia missione, restava solo un personaggio con cui avrei voluto fare due chiacchiere. E no, non era lo gnomo con l’ascia (anche se non mi sarebbe dispiaciuto). Aspettavo l’arrivo di Claudio Cavalli, ideatore e produttore di Mistero. Ho seguito la troupe che alle 21 ha lasciato il piroscafo per andare a cena a Villa Olmo. Nel salone della villa c’era un camino e un operatore convinto che dentro a quel camino ci fosse un passaggio segreto. Sì vabbè, dico io. No, davvero, mi replica lui, guarda!. In effetti mi sembrava di vedere una piccola porticina intagliata nel muro nero su cui poggiava quel camino. E sai dove porta?, chiedo. Non ancora, ma forse in un’altra dimensione spazio-temporale, mi risponde Claudio Cavalli.
La prima domanda che vorrei farti forse è un po’ banale, ma sono curiosa di sentire la tua risposta: come racconteresti Mistero a qualcuno che non sa che cosa sia?
Mistero non è un programma di divulgazione scientifica come ha la presunzione di fare Voyager. E’ un programma che segue una linea che va oltre a quella della razionalità: tutto quello che non è razionale è oggetto del nostro approfondimento. Cerchiamo di indagare su ciò a cui non arriva l’uomo con la scienza. E poi siamo sempre consapevoli di fare televisione: non stiamo facendo cultura, ma infotainment quindi offriamo intrattenimento e qualche informazione, laddove possibile. Abbiamo piena coscienza dei nostri limiti, insomma.
Quindi mi stai dicendo che Voyager è un programma “presuntuoso”?
Io sono molto amico di Giacobbo e ogni tanto ci confrontiamo, ma so che a Voyager c’è un pochino più di presunzione, caratteristica che noi non abbiamo: prima di definire una cosa come “scientifica” ci pensiamo cento volte. E poi a Mistero ci occupiamo soprattutto di ciò che è trascendente, quindi la scienza c’entra poco da questo punto di vista. Ciò che è trascendente, poi, è anche più affascinante perché è l’ignoto che ha sempre dominato il mondo. Un po’ come accade con la Chiesa Cattolica e tutte le altre religioni: tengono legati a sé gli uomini grazie al mistero.
Quando hai ideato questo programma come te lo immaginavi, oltre che poco presuntuoso? Sei soddisfatto di come è oggi?
Io me lo immaginavo esattamente così! Quando ci ho pensato per la prima volta facevo Il Bivio con Ruggeri. Solo che ad un certo punto Il Bivio era arrivato ad un bivio, per così dire: non riusciva più a reggere bene la prima serata, ma per la seconda aveva un costo davvero esorbitante. Luca Tiraboschi a quel punto mi ha chiesto un programma che potesse fare bene in primetime e costare in maniera contenuta. Io mi sono scervellato un po’, ma quando sono arrivato all’idea di Mistero ho pensato: “E’ esattamente questo ciò di cui abbiamo bisogno!”. Casualmente poi ho legato a questo progetto la canzone di Ruggeri, Mistero, e la mia passione per questi temi: già al Bivio avevo messo storie di rapiti dagli alieni. Ero convintissimo Tiraboschi l’avrebbe preso, quando gliel’ho proposto. Infatti è andata così. Mi ha detto: “Sei pronto ad andare in onda fra un mese?” e io nella mia pazzia ho detto di sì. E’ chiaro che poi, col tempo, ci siamo evoluti. E dico “ci siamo evoluti” perché non sono mica l’unica “mente” che sta dietro a Mistero: siamo io e gli autori a fare il programma. Poi c’è la direzione di rete che dà dei suggerimenti anche se a volte questi suggerimenti sembrano quasi delle imposizioni.
Le critiche a Mistero che leggo più spesso nei commenti su TvBlog sono principalmente due, la prima è: perché deve durare fino all’una di notte? E la seconda, invece, riguarda il numero degli inviati: non saranno un po’ troppi? Ti rigiro entrambe le domande…
Per quanto riguarda la prima domanda, posso risponderti solo che si tratta di strategie della direzione di rete: se il programma lo fai durare di più, la media d’ascolto sale. Oltretutto ottimizzi i costi. Questo non è comunque un nostro volere. Noi saremmo anche contenti di produrre meno, e mi rendo conto che non sia il massimo quando ci capita di mandare in onda delle repliche, però posso solo rispedire questa critica a chi può rispondere veramente, cioè il direttore di rete. Anche quella sul numero degli inviati non è una decisione che ho preso io, l’idea è venuta a Luca Tiraboschi e al suo vice Alessandro Saba: volevano che fossimo una sorta di Iene del Mistero. A noi va bene perché la diversificazione è sempre una cosa buona: un servizio fatto da Bossari o da Russo non è la stessa cosa nel senso che sono due persone differenti e quindi raccontano in modo differente.
E vi è riuscita, secondo te, questa “missione” da Iene del Mistero?
No, perché Mistero costa un decimo de Le Iene! Se ci dessero i soldi che danno alle Iene, se ne potrebbe parlare. In ogni caso il record di ascolto l’abbiamo fatto nella prima puntata del 2009 con Enrico Ruggeri da solo alla conduzione e Rachele Restivo che compariva ogni tanto per fare l’oracolo. Alla fine è il contenuto del servizio che conta anche se io sono affezionato in particolar modo a Marco Berry e Daniele Bossari perché proprio se lo sentono sulla pelle questo programma.
Io non ho le perplessità che ti ho appena esposto, ma mi chiedo se dovremo aspettare una nuova minaccia di fine del mondo per vedere un’altra diretta di Mistero…
La puntata a cui ti riferisci, quella della diretta, è stata particolarmente interessante anche per la sfida che c’era dietro. Nel senso che noi il 21 dicembre 2012 dovevamo fare uno speciale alla grande. Poi però ce l’hanno cancellato perché non c’erano abbastanza soldi per farlo. A dicembre, tra l’altro, non eravamo nemmeno in periodo di garanzia, il palinsesto era svuotato. Io ho fatto una scommessa, ho chiesto: “Quanto avete per questa puntata?”. Non potevamo non farlo, stiamo parlando di questa data da anni! Loro mi hanno risposto che avevano cinquantamila euro e io non ho avuto dubbi: “Ve lo faccio, non me ne frega niente, almeno ci provo!”. Infatti ci siamo inventati dei servizi preconfezionati, cosa in cui siamo bravissimi perché ci sentiamo proprio degli artigiani del video. In più abbiamo optato per una serie di accorgimenti tecnici che ci hanno fatto contenere i costi. Il tutto per ottenere un programma che ha fatto il 15 % di share con tre milioni e mezzo di telespettatori. Io lo considero uno dei più grossi successi della mia vita perché è nato dalla volontà di voler portar a termine una cosa senza fermarsi davanti a niente. E’ la legge d’attrazione: se tu vuoi qualcosa e lo desideri con tutte le tue forze, alla fine lo ottieni!
A proposito…Sai cosa mi piacerebbe vedere? Dal momento che Mistero su Twitter va fortissimo, anche se gli ascolti di questa nuova stagione sono in calo, non potrebbe aiutare dare una maggiore interazione social al programma? A Lucignolo, ad esempio, i tweet vanno in onda durante la puntata. Perché non fare la stessa cosa, magari con delle domande dei telespettatori ad Adam Kadmon?
Prima di tutto io direi che gli ascolti non stanno andando così male. Facciamo un po’ meno del solito, è vero, ma siamo comunque nella media rispetto alla passata edizione. Poi il giovedì è una serata difficile: c’è Don Matteo su RaiUno, c’è Santoro…e non dimentichiamoci di MasterChef che comunque il suo milione di telespettatori se lo porta a casa ad ogni puntata. Per quanto riguarda l’eventualità di mandare i tweet in onda durante la puntata, invece, la risposta è semplice: non lo facciamo perché non ce n’è bisogno. Twitter funziona benissimo grazie a quelli che ci prendono in giro (ne siamo perfettamente consapevoli) e quelli che invece sono realmente interessati al programma. Su Kadmon, invece, mi sembra importante sottolineare che stiamo parlando di un personaggio vero. Nemmeno io conosco la sua identità…
L’hai intervistato però, c’è un video su Youtube se non sbaglio…
Sì, e io posso dire di conoscere la sua figura, lui si presenta a me senza maschera: è un bel ragazzo, atletico. Mi ha detto che conosce bene le arti marziali perché gli servono per quello che fa, qualunque cosa sia. So che aspetto ha, ma ciò non toglie che io non sappia da dove venga o chi sia in realtà. So che è un personaggio molto profondo e saggio, è di una cultura incredibile: quando l’ho conosciuto per la prima volta sono rimasto di sasso. Funziona soprattutto perché è reale. Per rispondere alla tua domanda, lui non potrà mai fare qualcosa di più, anche se la rete me l’ha chiesto e me lo sta chiedendo tuttora. Lui non è a mia disposizione full time, mi dedica quello che riesce a fare: ha mille missioni da portare a termine di cui, come dicevo, non conoscono la natura.
Sto per congedarmi per andare a scoprire il mistero del passaggio segreto nel camino quando Cavalli mi dice: Voglio fare un appello ai lettori di TvBlog. Purtroppo non ha voluto comparire in video, ma questo è il messaggio del creatore di Mistero per voi:
Voi da casa guardate e criticate, però non siete a conoscenza di molti condizionamenti che noi abbiamo: in primis il budget. In secondo luogo, il tempo: è ovvio che se ti fanno partire una produzione un mese e mezzo prima, poi devi correre. A volte magari fai degli sbagli che non vorresti fare…Tutte queste cose voi non le sapete e prima di fare delle critiche anche fin troppo spietate, dovreste forse pensarci un pochino di più. Volevo anche sottolineare un altro punto che mi sta a cuore: quale altro programma ha parlato in Italia di signoraggio, di Illuminati e di Ustica, tanto per fare qualche esempio? Nessuno ne aveva mai avuto il coraggio. Noi l’abbiamo fatto, non siamo stati censurati. Tutti gli altri sono arrivati dopo di noi a trattare questi temi. E poi vorrei aggiungere un’ultima cosa: gli alieni esistono e sono tra noi…
E magari anche Adam Kadmon è un alieno?
Ma sai che io non lo escluderei del tutto? Ha delle fattezze che non mi tornano…Le dita, ad esempio, sono troppo affusolate…
Potrebbe essere un Rettiliano?
Forse ci hai azzeccato…
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