Home Pupo Pupo a TvBlog: “I talent non hanno più senso. Mauro Mazza giurò che non mi avrebbe tolto Reazione a catena; poi l’ha data a Pino Insegno” (VIDEO)

Pupo a TvBlog: “I talent non hanno più senso. Mauro Mazza giurò che non mi avrebbe tolto Reazione a catena; poi l’ha data a Pino Insegno” (VIDEO)

Il giurato di Ti lascio una canzone smentisce di aver fatto piangere una bambina nella sesta edizione per un giudizio troppo severo sulla sua perfomance.

31 Gennaio 2014 07:30

A margine della conferenza stampa di presentazione della settima edizione di Ti lascio una canzone, in partenza sabato 1 febbraio 2014 su Rai1, TvBlog ha incontrato Pupo, giurato della trasmissione condotta da Antonella Clerici (anche lei intervistata da TvBlog, come del resto il direttore di Rai1, Leone). Di seguito trovate la trascrizione della video intervista, che si è ben presto trasformata in un Pupo show, con riferimenti velenosi all’ex direttore di Rai1 Mauro Mazza (oggi a capo di Rai Sport) e ai talent show in generale.


Iniziamo facendoti arrabbiare. Perché hai fatto piangere quella bambina nell’ultima edizione di Ti lascio una canzone?

Perché io sono un mostro. Sono l’Erode di Ti lascio una canzone. Signore e signori, Erode. Ma no, non è vero niente. Non ho fatto piangere nessuno, questo è un falso storico ormai. La bambina ha pianto semplicemente per l’emozione e per i complimenti che il maestro De Amicis le aveva fatto. Andate a riguardare il video, non puntate il dito contro un poveraccio, il capro espiatorio, il refugium peccatorum. Chi è stato? È stato Pupo, è sempre Pupo. Guardatevi il video… io non c’entro niente. E non a caso sono ancora qua. Non mi volevano più in giuria, eh. Lo sapete?

Questo è uno scoop…

Il Presidente Tarantola, il dg Gubitosi, Leone e Ballandi hanno detto ‘Pupo no’. Allora io sono ricorso al Tar e il giudice dopo aver visto il filmato ha costretto Tarantola, Gubitosi, Leone e Ballandi a riprendermi. La Clerici è venuta a testimoniare a mio favore.

A prescindere dalle battute, quell’immagine, interpretata secondo te male da alcuni, quanto ha pesato nella scelta annunciata dalla Clerici di tornare al varietà abbandonando la competizione tra bambini?

Spero zero, spero che la scelta sia editoriale e non dovuta a questo fatto inesistente. Trovo giusta la scelta anche perché il varietà, se fatto bene, può pagare in questo momento storico più del talent. Il talent non ha più senso, non è nemmeno più una novità. Credetemi: i bambini, quelli dagli otto ai quindici anni, sono prontissimi ad accettare qualsiasi giudizio.

Vanno trattati come fossero adulti?

No, vanno trattati da persone. Io ho sempre fatto così con i miei figli e le mie nipoti. Ho cresciuto una famiglia normale. Il più strambo in famiglia sono io; sono stato sempre un padre abbastanza severo e rigoroso. Quando le mie figlie hanno voluto intraprendere una carriera artistica le ho ascoltate cantare e viste ballare e ho detto loro di cambiare mestiere. Avevano 8-9 anni.

Quindi sei perfetto per il ruolo di giudice di un vero talent show?

Non so se sono perfetto, certo non sarei tenero.

Te lo hanno mai chiesto?

No, mai. Non ho mai visto una puntata di un talent in vita mia. Potete anche non crederci. Non è snobismo, è che io sono interessato ad altre cose, televisivamente parlando. Non ho mai visto un minuto di un talent di nessun genere. Mai. Io guardo altre cose, non trovo che quelli siano i veicoli per poter… i numeri mi danno ragione: con tutti quelli che ci sono passati, chi è riuscito a sfondare a livello internazionale? Per me questo conta. I talent sono molto utili per la televisione; per il modesto, insignificante e moribondo mercato della musica e dei dischi non servono a un caxxo.

A proposito di programmi da te condotti, mi racconti cosa è successo con Reazione a catena, in cui ad un certo punto sei stato sostituito da Pino Insegno? Hai lasciato tu?

Ragazzi, ma siete normali? Secondo te io lascio Reazione a catena? Sarei un cretino. È un programma che ha avuto un successo strepitoso, nelle mie corde, nato e cucito addosso a me da Stefano Santucci e Tonino Quinti.

Quindi?

È successo che un giorno Mauro Mazza, che mi aveva giurato di fronte a testimoni che mai mi avrebbe tolto quel programma, mi chiese, dopo i successi con Emanuele Filiberto ai Raccomandati e a Sanremo, il favore di condurre al posto di Pino Insegno Ciak si canta. Io e Emanuele Filiberto non ci tirammo indietro pur sapendo di rischiare un’esposizione mediatica troppo forte. Io dissi al direttore Mazza ‘questo favore te lo faccio, però Reazione a catena rimane la mia trasmissione’. Io avevo previsto potesse farmi lo scherzetto in estate – avendo tolto Insegno in quanto non lo riteneva giusto per Ciak si canta. Lui disse ‘Reazione a catena è tua’. Invece Mazza poi l’ha fatta condurre a Pino Insegno. E da quel giorno non ho saputo più nulla. Mi sono incaxxato come una bestia: sono andato da lui e l’ho verbalmente aggredito. E lui ha risposto ‘è così’. Io piano piano l’ho digerita, ma ancora oggi mi è rimasta dentro e ogni tanto riemerge. Ormai so che è di Pino Insegno. Auguri a Pino Insegno.


Si parla di un tuo possibile one man show su Rai1. Sarà qualcosa di simile all’evento in Russia di Al Bano e Romina, cui tu hai preso parte?

No, stiamo pensando con Ballandi a uno spettacolo – a voi sembrerà pretenzioso e forse anche strano – dove io, dopo quasi 40 anni di carriera, possa ancora stupire. Ho qualche freccia nel mio arco che potrebbe ancora stupire. Parlo di interpretazioni particolari. Mi piacerebbe mettere in scena quello che avviene in situazioni private e che trova il gradimento dei presenti.

Pupo