L’assalto, su Raiuno il film-tv sulla ‘Ndrangheta al Nord, con Diego Abatantuono
Su Raiuno L’assalto, film-tv con protagonista un imprenditore milanese che per colpa della crisi accetta l’aiuto di un esponente della ‘Ndrangheta, finendo in una situazione difficile che coinvolgerà la sua azienda
La crisi e la ‘Ndrangheta diventano protagoniste di un film-tv: “L’assalto”, in onda questa sera alle 21:10 su Raiuno, è un racconto molto vicino all’attualità ed a notizie di una sempre maggiore presenza della criminalità organizzata al nord Italia, sfruttando la crisi economica e la necessità di alcuni imprenditori di trovare un aiuto per non fallire.
Prodotto da Rai Fiction e da Iter Film, il soggetto del film-tv è di Monica Zapelli, che ha scritto la sceneggiatura con Claudio Fava, Francesco Ranieri Martinotti e Ricky Tognazzi, quest’ultimo anche alla regia. Protagonista è, in un’insolita veste drammatica, Diego Abatantuono, che interpreta Giancarlo Ferraris, imprenditore milanese che, con numerosi sacrifici, è riuscito a creare una propria azienda vincitrice di appalti e dimostrazione del forte senso del lavoro del proprietario.
La crisi, però, porta Giancarlo a non riuscire ad avere più entrate ed a mettere a rischio il suo lavoro. Domenico Crea (Luigi Maria Burruano), esponente della ‘Ndrangheta al nord, approfitta della situazione per offrire un “aiuto” al protagonista che, dopo aver riufiutato, decide di accettare, provando invano a gestire le condizioni fatte da Crea.
Giancarlo è quindi costretto a dover fare i conti con l’organizzazione criminale e le minacce alla figlia Federica (Camilla Semino Favro), appena entrata in azienda, che chiede al padre di combattere affinchè la ‘Ndrangheta non vinca. Nel cast del film-tv, Ninni Bruschetta è Franco, capocantiere ed amico del protagonista; Paolo Mazzarelli è Giovanni De Luca, giovane esponente della ‘Ndrangheta, mentre Thomas Trabacchi è il Commissario Pironti.
“L’assalto” vuole essere una storia che guarda all’attualità, ma che cerca anche di lanciare un messaggio di speranza. Il regista spiega l’importanza di un film del genere, e la bravura di Abatantuono nel riuscire a rendere un personaggio così drammatico:
“Ho capito da subito che mi si offriva l’occasione di raccontare un aspetto inedito di un male antico che affligge il nostro paese da tempi immemorabili e che oggi sembra più forte che mai. La ‘ndrangheta ha allargato i suoi confini, non solo al nord ma in tutto al mondo, diventando una delle organizzazioni criminali più potenti e pericolose di sempre. La scelta di Diego Abatantuono come protagonista è stata immediata, non è la prima volta che Diego si cimenta in un ruolo così drammatico, ma credo che questo sia il carattere più tragico e doloroso che abbia mai interpretato nella sua luminosa carriera.”
Gli sceneggiatori, invece, vogliono che il film sia rivolto soprattutto ai più giovani. Loro devono dare la forza ai più grandi di ribellarsi e dire di no alla criminalità:
“Il nostro film è anche un racconto sui padri e sui figli. Anzi, sulle figlie. Che ci guardano e ci ricordano che i valori ai quali li abbiamo educati devono valere tutti i giorni. Ed è un film sulla dignità ritrovata, perché se abbraccio c’è stato, tra l’economia sana di questo paese e quella criminale, ci sono anche vittime che hanno avuto il coraggio di dire basta e di ritrovare la via della legalità.”
Abatantuono, durante la conferenza stampa, ha poi sottolineato il coraggio del protagonista:
“Anche se vive in un dubbio costante, il mio è un personaggio molto coraggioso. Nella realtà ci vuole molto coraggio per fare certe scelte. Lui deve reagire, e di fronte a una sconfitta così grossa reagisce. Quello che dovrebbero fare tutti, ma non è facile… Non è obbligatorio essere coraggiosi”.
“L’assalto” si propone quindi come film-tv che sfruttando un volto noto al grande pubblico vuole portare ai telespettatori una storia vicina ad un realtà, quella della ‘Ndrangheta al nord, con la speranza di poter trovare il coraggio di non piegarsi davanti a certi sistemi.