Home Notizie Home Sessions, il music docu di Repubblica con Enrico Silvestrin e Niccolò Fabi. Che smentiscono il legame con una scuola privata

Home Sessions, il music docu di Repubblica con Enrico Silvestrin e Niccolò Fabi. Che smentiscono il legame con una scuola privata

Niccolò Fabi insegna “come costruire una canzone” su Repubblica.it. Dopo averlo fatto in una scuola di spettacolo, in cui è coinvolto anche il giornalista Ernesto Assante

pubblicato 5 Febbraio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 08:38

UPDATE 2: Ci scrive Ricky Palazzolo, fondatore de La scuola dello spettacolo a cui si faceva riferimento in questo pezzo:

    Gent.mo Lord Lucas le spiego bene come stanno le cose su quanto riporta? Sono il fondatore della scuola di cui parla (10 mesi di vita) che nulla ha che fare con il gruppo L’Espresso.

    Sono stato 13 anni il manager di Niccolò Fabi con cui ho ancora rapporti “sinceri”, ed ho rapporti sani con Ernesto ed Enrico. Questo articolo e le relative smentite possono fare apparire la mia persona poco seria. La casualità della presenza dei tre sopra citati nel corpo docenti della scuola può averla indotta a conclusioni affrettate ma inesatte e più di sapore scandalistico che giornalistico. Non c’è nessun rapporto fra la scuola e la produzione HOME SESSIONS.

    Niccolò ha fatto quel corso e per il momento non ci sono altre date confermate per farne un altro. Enrico ed Ernesto mi hanno concesso il loro “programma” per poter fare corsi ma ad oggi non sono ancora partiti. Dopo questo articolo dubito che partiranno, ma questo è il male minore, io vorrei sia chiaro il fatto che non c’è speculazione da parte di nessuno e su nessuno e soprattutto vorrei sottolineare la correttezza delle persone coinvolte che il suo articolo potrebbe mettere in discussione.

    Ricky Palazzolo

UPDATE: Niccolò Fabi mi segnala che il workshop “Costruire una canzone” è stato tenuto l’anno scorso e non è stato più confermato. E Silvestrin, sempre su Twitter, smentisce di aver mai tenuto corsi nella scuola che lo indica come docente di conduzione tv. Anche Ernesto Assante scrive di non aver mai insegnato nella scuola di spettacolo in questione. Allora perché non hanno pensato di “denunciare” chi li spaccia per docenti per attirare eventuali iscrizioni?

E’ lodevole che in Italia ci sia ancora qualcuno a cui sta a cuore raccontare la buona musica. Tramontata l’epoca delle reti musicali, che fecero la fortuna di Red Ronnie e dei vj di Mtv, ora è il web a dare spazio alla musica “parlata”.

Così è tornato online il Roxy Bar e lo stesso Enrico Silvestrin, dopo un passato da conduttore incompiuto (Taratata, Festivalbar) e scarse prove da attore (i più recenti film, Universitari – molto più che amici e Good as you – Tutti i colori dell’amore, sono stati dei flop) è tornato a fare divulgazione musicale.

Tanto di cappello a Repubblica, che in maniera disinteressata (vero?) ha inaugurato Home Sessions. Trattasi di un nuovo format, che vede Silvestrin entrare in casa dei migliori musicisti italiani e, aiutato dalla mano e dall’occhio cinematografico dei Manetti Bros, racconta la nostra musica calandosi in una dimensione intima, unplugged e senza sovrastrutture. Soprattutto, rigorosamente, in bianco e nero che fa tanto radical chic.
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Il primo artista raccontato a tutto tondo è il mitico Niccolò Fabi, di cui il sottoscritto peraltro è fan (e infatti sto soffrendo a scrivere questo pezzo). Quale modo migliore per cominciare, se non partendo dal più “puro” di tutti? Scopro che il filo rosso dell’intervista sta nel raccontare “come costruire una canzone”, ammiccando all’omonima, bellissima hit di Fabi.

Peccato che, facendo qualche ricerca, scopro che questo è lo stesso titolo di un corso che Fabi tiene per una nuova scuola di spettacolo nata a Roma. Scuola in cui, guarda caso, tiene un corso di conduzione radiotelevisiva anche Enrico Silvestrin. Scuola in cui, sempre casualmente, figura come docente di ‘new media musica’ anche Ernesto Assante, storico critico musicale di Repubblica.

Insomma, la lezione numero uno è “ecco come usare la visibilità di un quotidiano di punta per interessi puramente personali e commerciali”. Quel che è buffo è che molti di questi personaggi hanno costruito la loro identità nel fare gli alternativi andando contro i talent. Ma oggi come oggi cosa può offrire una scuola di spettacolo, per altro di nicchia, se non illudere tanti ragazzi? Peraltro facendo insegnare delle materie a docenti che non hanno brillato in quel campo?

Penso a Silvestrin, che ora insegna conduzione televisiva dopo che da tanti non ne ha una. O a Fabio Canino, che terrà con lui questo corso dopo aver floppato su RaiDue sia in Votantonio che Aggratis (ora tira a campare come giurato di Ballando con le stelle).

E, soprattutto, in questa fantomatica scuola di spettacolo insegna Riccardo Cresci, ex meteorino che dalle parodie di Quelli che il calcio passa in cattedra, a insegnare dizione e comunicazione.

E’ bizzarro che Repubblica, che prende tutto molto sul serio, non colga il lato un po’ grottesco di questa scuola, limitandosi a promuoverla sottobanco con format dalla pubblicità occulta.