L’oro di Scampia, Giuseppe Fiorello porta su Raiuno una storia di coraggio e sport
Su Raiuno L’oro di Scampia, film-tv liberamente tratto dalla storia di Gianni Maddaloni, con Giuseppe Fiorello nei panni di un allenatore di judo di Scampia che prova a salvare i ragazzi della zona dalla camorra, scontrandosi con il figlio campione
Una storia di coraggio, determinazione ed una risposta a chi crede che Scampia sia solo un quartiere dove ci sono solo problemi: “L’oro di Scampia”, il film-tv in onda questa sera alle 21:10 su Raiuno, vuole mostrare un’immagine diversa rispetto a quella che i media hanno dato del quartiere napoletano.
Giuseppe Fiorello (qui l’intervista di TvBlog), protagonista della fiction, ha creduto nel progetto, tant’è che è anche autore del soggetto e della sceneggiatura, con Paolo Loglio, Alessandro Pondi, Pietro Calderoni e Gabriella Giacometti (al soggetto ha partecipato anche Gaetano Savatteri). Prodotto da Rai Fiction e da Picomedia-Ibla Film, la regia del film-tv è di Marco Pontecorvo.
“L’oro di Scampia” è tratto liberamente dal libro “La mia vita sportiva” di Gianni Maddaloni, proprietario della palestra Star Judo Club di Scampia e padre di Pino, medaglia d’oro a Sydney 2000 per il judo (anche la figlia Laura ha vinto numerose medaglie, mentre l’altro figlio, Marco, è campione di judo nonchè vincitore della seconda edizione di “Pechino Express” con Massimiliano Rosolino). La fiction racconta così la storia di Gianni, adattandola per il piccolo schermo.
Fiorello interpreta il protagonista, Enzo Capuano, che gestisce una palestra a Scampia con il maestro Lupo (Nello Mascia). Enzo riesce con il proprio lavoro ad allontanare numerosi ragazzi dalla criminalità organizzata, che spera invece di poter trovare nuove leve con cui poter continuare a controllare la zona. Il miglior atleta di Gianni è il figlio Toni (Gianluca Di Gennaro), che però riceve numerose pressioni dalla camorra, suscitando in lui un punto di vista diverso rispetto a quello di Gianni.
Toni, infatti, non capisce il motivo per cui suo padre e sua madre, Teresa (Anna Foglietta, qui l’intervista di TvBlog), debbano essere sempre in pericolo, ed inizia a credere che l’opera del padre di portare nella palestra giovani che altrimenti si ritroverebbero a svolgere compiti per la camorra serva a poco.
Il ragazzo, che intanto continua a vincere medaglie ed inizia ad avvicinarsi alle Olimpiadi, si scontra così col padre che, intanto, insiste nell’allenare ragazzi a rischio: l’ex delinquente Sasà (Ciro Petrone), l’ex prostituta Leda (Anna Bellezza), salvata dal poliziotto Nicola (Gaetano Bruno) ed il ragazzo ipovedente Felice (Domenico Pinelli). La camorra, però, non gradisce l’azione di Gianni, e si farà sentire attraverso le minacce del boss Vito (Salvatore Striano) e Michele (Salvio Simeoli) e gesti che porteranno il protagonista a dover reagire.
“L’oro di Scampia” è una storia che vuole rappresentare un quartiere con delle difficoltà, ma che non è composto solo da criminali: anche per questo, la municipalità ha dato l’ok alle riprese (al contrario di “Gomorra-La serie”). L’idea del film-tv, oltre a quello di voler raccontare una storia di coraggio e forza contro la malavita, è anche quella di portare in tv un mondo conosciuto solo per i suoi aspetti negativi.
Pontecorvo, così, ha voluto rendere la storia il più realistica possibile:
“La scelta fotografica, condivisa con il direttore della fotografia Enzo Carpineta e forse in controtendenza, è stata di girare in 16mm e di sfruttare la granulosità e la pasta morbida della pellicola per restituire le emozioni che provavamo ogni giorno, senza l’effetto iper-realistico che a volte può avere il digitale. In ultimo, sia nella messa in scena che nella recitazione ho cercato di avere lo stesso approccio asciutto. Che non significa senza sentimento, ma scevro di retorica: la storia era forte e non aveva bisogno di altro.”
Pino Maddaloni, durante la conferenza stampa, si è detto contento del film-tv, anche se ha ammesso di credere poco nelle istituzioni:
“Complimenti a tutti quelli che hanno voluto questo film. È molto vicino alla realtà. Questo Paese non ha orgoglio, spero che questo film aiuti. Non è mai cambiato niente, vedo le cose peggiorare. Dietro questo successo c’è uno staff: mio padre, che è stato il mio tecnico, la mia famiglia, la mia federazione, il mio gruppo sportivo. Queste persone hanno creduto in me. Io torno lì, ma poco. Mio padre ancora crede che la politica, le istituzioni… ma non cambia niente. Dopo l’oro olimpico ha avuto una palestra più avanti, ma è un capannone dove d’estate fa caldo e d’inverno fa freddo. Ho asistito ad un solo incontro tra mio padre e un politico. Io gli ho fatto notare che i bambini a piedi scalzi hanno freddo d’inverno, lui mi ha risposto: ‘Anche nel mio ufficio fa freddo’ “.
“L’oro di Scampia” non può da solo cambiare i fatti, ma può portare davanti ad un vasto pubblico una storia che merita di essere raccontata e ricordare la forza di quelle persone che devono lottare quotidianamente senza l’appoggio della politica che, invece, sembra non occuparsene.