Sanremo 2014, la scenografia del Festival in anteprima (FOTO)
Si ispira al Settecento italiano la scenografia dell’edizione 2014, realizzata da Emanuela Trixie Zitkowsky.
Una prima immagine in anteprima della scenografia di Sanremo 2014 è stata appena pubblicata dalla Rai sul sito ufficiale del Festival. La firma Emanuela Trixie Zitkowsky, seconda donna nella storia del Festival (dopo Francesca Montinaro per Sanremo 2013) ad avere l’onore di siglare (in ‘solitaria’) la trasformazione del Teatro Ariston (che nel video in alto vediamo ‘nudo’ nel primo promo festivaliero).
Figlia d’arte (al padre Tullio si devono alcune delle più belle scenografie della Rai monopolista, tra cui anche quella di Canzonissima ’60 e ’70, per dire), Emanuela Trixie Zitkowsky ha alle sue spalle anche diverse edizioni del Grande Fratello. E se l’essenzialità di alcune linee della ‘Casa’ resta visibile anche in questa realizzazione – che mi ricorda per alcuni aspetti la struttura a ‘quadri svedesi’ di Studio Uno – l’altra cifra visibile, ed evocata anche in conferenza stampa da Fazio, è il ‘romanticismo‘.
L’ispirazione per il palco di Sanremo 2014 viene dai palazzi del Settecento italiano, portati in scena con una punta di ‘trascuratezza’ dovuta al tempo e a un pizzico d’incuria, quasi a rappresentare non solo lo stato del patrimonio artistico italiano, ma anche quello civile e culturale di un Paese che sembra aver perso il rispetto di se stesso. Ed è interssante che sia questa ‘l’immagine’ scelta per rappresentare la ‘Bellezza’, è uno dei temi portanti di questa edizione e una delle linee narrative scelte per raccontare Sanremo 2014.
“Il tema scenografico interpreta la bellezza di un ipotetico palazzo settecentesco italiano, un salone che ha vissuto il suo splendore passato, ma il tempo e l’incuria sono stati i suoi peggiori nemici”
dice la Zitkowsky e il racconto che ne fa nella nota diffusa dal sito ufficiale del Festival sembra davvero degno dei grandi classici della letteratura.
“Si avviano i restauri e nelle belle speranze, sopra un ponteggio, alloggia l’orchestra e la musica torna a riecheggiare nella sala. Lo scalone monumentale non riceve più importanti ospiti da tempo e, come per incanto, ad aiutarlo dal pavimento sorge una nuova scala tutta di luce, che accoglie i nuovi ospiti e li accompagna al centro della sala attraverso la guida di un tappeto luminoso”.
Un mix tra antico e moderno, quindi, tra classico e contemporaneo, così come nella filosofia del festival di Fazio, sia quello dell’anno scorso che di quello al via la prossima settimana.
“Il pavimento, o quel che ne resta del marmo bianco e nero a scacchi, a un certo punto si anima e s’illumina accogliendo luce e nuove geometrie. Il palco di proscenio, o per meglio dire il ‘belvedere’, si sviluppa lateralmente con due scaloni che si aprono al mondo esterno: noi spettatori. Sul proscenio una scala elicoidale ci ricorda la sapienza, attraverso la salita si giunge alla conoscenza. Antichi affreschi affiorano dai muri in attesa di rivivere il loro splendore. Sipari, cambi scena, cubi di luce, tiri teatrali, tulle e sipari di perle ci accompagnano nell’accogliere la musica e uno su tutti: il Sipario Storico, che ci ricorda com’era una volta lo splendore. Il tempo con i suoi danni, pur appannandola, non riesce a distruggere la bellezza, che attraversando il velo dell’incuria risplende nella sua armonia”.
E chissà perché mi viene in mente la scena iniziale de La Grande Bellezza, film non a caso citato da Fazio nella conferenza stampa di oggi. Ma, strano a dirsi parlando di ‘festival’ (un tempo quintessenza del genere in Italia), il rischio trash mi sembra davvero minimo in questo Sanremo.