Sanremo 2014, Leone rassicura: “Rufus Wainwright non si crocifiggerà all’Ariston”
Il direttore di Rai 1 mira a tranquillizzare le associazioni che stanno protestando per la presenza del cantautore canadese al Festival, dall’Aiart a Militia Christi.
Mentre i Papaboys si preparano a una manifestazione davanti alla sede Rai di Roma per protestare contro la presenza a Sanremo 2014 di Rufus Wainwright, come raccontatovi giusto qualche ora fa, Giancarlo Leone approfitta dei microfoni di Radio MonteCarlo per lanciare messaggi distensivi ai ‘protestanti’.
“Sappiamo che Rufus non si crocifiggerà in scena e non farà nulla di quelle cose che l’hanno anche reso famoso. Farà il grande artista che è”
dichiara il direttore di Rai 1 all’Alfonso Signorini Show. Certo, in quel “sappiamo” iniziale c’è tutta la ‘cautela’ e l’attenzione necessaria per smarcare la rete da eventuali ‘sorprese’ estemporanee dell’artista una volta in diretta. L’importante è che Rai 1 ‘sappia’ che non ci saranno crocifissioni live.
D’altro canto, Leone è da troppo tempo nella macchina festivaliera (è stato a lungo capo ufficio stampa) per non sapere che le polemiche, di qualunque natura esse siano, sono connaturate all’evento, fanno parte del DNA di Sanremo. E proprio per questo rivendica la scelta di portare all’Ariston un artista innovativo, al netto delle proteste:
“Ogni polemica ha sempre una base: qualsiasi artista, soprattutto se impegnato, può essere visto sotto Sanremo come elemento di rottura”
dice Leone, conscio del portato tradizionale che il Festival porta con sé. E aggiunge:
“È chiaro che quando artisti del genere vengono a Sanremo, quando vengono su Rai 1, le cose cambiano. Ognuno di questi artisti ha al suo interno una vis polemica e talvolta anche un modo di rappresentarsi rispetto allo spettacolo, che poi si conforma rispetto allo spettacolo”.
E mercoledì 19 vedremo cosa ha preparato Rufus Wainwright per Sanremo 2014.
Sanremo 2014, i cattolici contro Rufus Wainwright: “Fazio e Littizzetto burattini nelle mani di Satana”
Nel parterre degli ospiti che calcheranno il palco del Teatro Ariston, durante l’edizione 2014 del Festival di Sanremo che avrà inizio a partire dal prossimo 18 febbraio, figura il nome di Rufus Wainwright, cantautore canadese.
Per chi non lo conoscesse, Wainwright è stato definito da Elton John, “il più grande cantautore vivente” e tra i suoi estimatori eccellenti, troviamo anche Lou Reed, David Byrne, George Michael, Bob Wilson e Joni Mitchell. Le referenze, quindi, sono ottime.
I cattolici ferventi dal delirio facile, però, hanno trovato l’appiglio giusto per far partire la macchina delle polemiche anche quest’anno perché senza polemiche, non sarebbe Sanremo e se non ci sono, si avverte la necessità di crearle a tavolino.
Tra i temi trattati nelle canzoni di Rufus Wainwright, infatti, c’è l’omosessualità: la canzone Gay Messiah, ad esempio, parla dell’arrivo sulla terra di un messia omosessuale.
Ai detrattori a priori del festival, tutto ciò non è sembrato vero e, di conseguenza, le proteste plateali sono già partite. Per questa canzone, infatti, Wainwright, è stato accusato di blasfemia e, addirittura, satanismo dalle più conosciute associazioni fondamentaliste cattoliche.
Lunedì mattina, ad esempio, ci sarà un picchetto dei Papa Boys insieme ad altre organizzazioni cattoliche come Militia Christi che, non avendo evidentemente fondi per una trasferta a Sanremo, si accontenteranno di protestare in Viale Mazzini a Roma, davanti alla sede della Rai.
Con un comunicato, i Papa Boys hanno dimostrato di aver setacciato ogni tipo di regolamento e codice esistente:
Ricordiamo che la protesta non parte solo da un presupposto di offesa al sentimento religioso. Si tratta di violare le leggi dello Stato. Il repertorio dell’artista entra nel reato di offese ad una confessione religiosa mediante il vilipendio, previsto e punito dall’art. 403 del Codice Penale. Inoltre, l’art. 25, primo comma, del Regolamento del Festival, afferma che gli artisti durante le loro esibizioni non potranno assumere atteggiamenti e movenze o usare abbigliamenti e acconciature in contrasto con i principi del buon costume ovvero in violazione di norme di legge o di diritti anche di terzi.
Papa Francesco dimostrerebbe in questo caso sicuramente maggior apertura mentale rispetto a quella ristretta dei suoi Boys.
Alternativa Tricolore, partito praticamente sconosciuto, ha provato ad ottenere visibilità con questo comunicato:
Il Festival di Sanremo 2014 è da cancellare, non solo per i lauti compensi che verranno elargiti ai due conduttori, per la presenza di un noto cantautore Rufus Wainwright, che aprirà la kermesse canora travestito da Cristo in Croce, presentando una sua performance con una canzone cult Messiah gay. Una blasfemia e un’offesa a tutti i credenti, e non solo, da parte di un pervertito già noto per le sue posizioni irridenti verso la fede cristiana. Tutto questo con dei soldi pubblici dei contribuenti, che vengono usati per ospitare un simile personaggio che, in realtà, dovrebbe essere messo all’indice. Un altro motivo in più per boicottare la trasmissione di Fabio Fazio e di Luciana Litizzetto, e anche per denunciare la Rai per il reato di vilipendio alla religione.
Accuse infondate di blasfemia sono arrivate anche dall’associazione dei telespettatori cattolici Aiart:
Gli organizzatori di Sanremo facciano attenzione a Rufus Wainright. Le sue canzoni spesso hanno toni blasfemi, dunque sarebbe augurabile che, come invitato alla manifestazione canora, eviti di toccare questi temi.
Ovviamente, però, è sul web che circola la protesta verbale più farneticante. Qualche esempio random:
Fabio e Littizzetto burattini nella mani di Satana – Se la Rai si dovesse permettere di mandarlo in onda, offendendo il mio unico vero bene Gesù, vi posso assicurare che il canone non glielo pagherò – Sempre più scatenato il diavoletto, si è mangiato in un sol boccone Fazio e Littizzetto – Chiediamo alla Rai di eliminare quel cantante gay e satanista… – Rai matrigna, no mamma! Non vogliamo blasfemia pagata con i nostri soldi.
C’è ben poco da aggiungere.
Se con la storia della coppia omosessuale di C’è posta per te, abbiamo fatto un passo avanti, grazie a questa vicenda, ne abbiamo fatti subito altri cento indietro.
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