Frequenze tv: Discovery, Sky, Cairo e Prima Tv partecipano all’asta?
Ecco chi sono gli operatori interessati all’acquisto delle frequenze, da cui sono esclusi Rai, Mediaset e Telecom
Il 12 febbraio scorso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il bando per l’asta delle frequenze tv, dopo tanti rinvii e polemiche anche per l’ormai famoso beauty contest. Dalla gara sono escluse Rai, Mediaset e Telecom Italia Media in quanto in possesso di più di due multiplex. Scopriamo dunque
quali sono i broadcaster che potrebbero essere interessati ad acquistare i tre lotti di frequenze.
Essi hanno 60 giorni di tempo per fare le proprie offerte; la deadline è fissata per l’11 aprile. La base d’asta è di 90,75 milioni (cioè ad ogni singolo multiplex è assegnato un valore di 30 milioni).
Usa Discovery Channel, oramai il quarto operatore nazionale con uno share superiore al 5% – in Italia possiede 12 canali tra digitale free e satelittare a pagamento (Real Time e DMax i più famosi), è l’indiziato numero uno.
Poi c’è Urbano Cairo, pubblicitario-editore, a capo dell’omonimo gruppo quotato che a fine 2013 aveva in cassa 173 milioni e che controlla La7 (riportata in otto mesi all’utile operativo). Come fa notare Milano Finanza, però, “non va trascurato il fatto che sul fronte editoriale non è proprietario della parte «infrastrutturale», ovvero i centri stampa”.
Interessata all’asta lo è anche Sky Italia, che però può competere per un solo multiplex, cioè il lotto L1 con l’obbligo di trasmettere poi in chiaro per tre anni in caso di vittoria);
Non dovrebbero rientrare nella partita ReteA e ReteCapri, mentre la sorpresa potrebbe essere rappresentata da Prima Tv.
Come spiega Milano Finanza, Il gruppo milanese, guidato dal tandem Naguib Sawiris e Tarak Ben Ammar, “al momento è esclusivamente un operatore infrastrutturale, dato che gestisce altri multiplex dopo aver ceduto anni fa i canali Sportitalia (oggi non più operativi). Quindi, tecnicamente è un soggetto che sa già come gestire il business. A questo si aggiunge la voglia di accrescere il proprio peso in Italia di Sawiris, proprietario tra l’altro della quotata Dada e del polo Italiaonline, cui fanno capo i portali Libero e Virgilio”.