Molto Bene(detta), la Parodi riparte da Italia 1: rapida ed essenziale, con un tocco glam
La Parodi su Real Time torna al suo primo amore, mettendo da parte ospiti e dedicandosi solo ai fornelli (e alla famiglia). E per lei è la cosa migliore.
Benedetta Parodi inaugura Molto Bene, nuova striscia culinaria in onda da oggi, lunedì 17 marzo, alle 19.10 su Real Time con un omaggio al suo vecchio direttore a Studio Aperto, Giorgio Mulè, di cui ripropone una pasta alla Norma rivisitata con il pesce spada.
La scelta della ricetta potrà essere casuale, ma diciamo che può essere anche letta come un indizio importante sul ‘manifesto’ del programma che riporta la Parodi in tv dopo la fortunata edizione di Bake Off Italia. Ebbene, il richiamo a Mulè e a Studio Aperto mi ha immediatamente rimandato indietro ai tempi di Cotto e Mangiato, cui questo Molto Bene si richiama. La ‘terra di mezzo’ di La7 – con quel formato ibrido tra cucina e show, tra ingredienti e fornelli, che ha davvero poco convinto il pubblico – viene cancellata con un colpo di strofinaccio.
“Torno a cucinare in un posto tutto mio, una specie di laboratorio che mi sono costruita a misura mia”
dice la Parodi introducendo il pubblico nel suo nuovo studio, come se arrivasse direttamente da suo tinello, quello immortalato da Cotto e Mangiato.
“Qui è una meraviglia, perché quando cucino a casa mia devo controllare le tabelline, devo dare un’occhiata a Diego, controllare se Matilde è tornata…”
Lo studio di La7 cancellato dalla memoria, nonostante all’epoca si fosse insistito sul fatto che il set de I Menu di Benedetta sarebbe stato costruito come una versione più ampia della cucina Parodi-Caressa. Tutto praticamente rimosso. E in questo personalmente ci vedo una precisa volontà di lasciarsi alle spalle esperienza non proprio piacevoli, terminate anche in maniera piuttosto ‘traumatica’.
Real Time, invece, riesce a ridare brio a Benedetta Parodi con due o tre semplici mosse: la fa cucinare (e basta), non richiede perfezione (che non appartiene ai procedimenti e allo stile ‘casual’ della cucina di ‘Bene’) e la immerge in uno studio luminoso, curatissimo e glamour, uno dei valori aggiunti della messa in scena by Real Time.
I toni mediterranei, con il bianco dominante e le gradazioni del blu che attraversano la scena – tutt’uno col costume di scena/outfit della Parodi -, i dettagli precisi che rendono la cucina piacevole da vedere e invidiabile per le signore a casa, privano la conduttrice di quella patina ‘opaca’ che abbiamo conosciuto nelle precedenti esperienze tv e si inseriscono nel filone ‘pastello’ (ma con meno zucchero) inaugurato da Bake Off.
Ma è l’asciuttezza del formato a essere la nota migliore: come detto, l’importante è lasciare la Parodi ai fornelli, facendola parlare – con moderazione – dei figli e degli aneddoti di famiglia (scopriamo che il marito Fabio Caressa non mangia glutine e che in montagna hanno tormentato i vicini di casa con i fritti) piuttosto che farla chiacchierare (inutilmente) con gli ospiti o dare consigli di bon ton, non essendo però Csaba. E lasciamo a Csaba ciò che è di Csaba.
Nel programma quindi c’è Molto Benedetta ed è inevitabile che sia così: in questo modo riesce a ritagliarsi un ‘mercato’ che strizza l’occhio a chi ama la cucina ma non vuole impazzire con i dettagli (vedi Csaba) o che non ama le ricette troppo complesse, per quanto innovative e affascinanti (vedi Sonia Peronaci di Giallo Zafferano). La Parodi porta in tv la donna che ama pasticciare, ma odia la fase di preparazione (“Ricordatevi che potete schiacciare le patate con la buccia, anche perché pelarle è scocciante“), che si diverte a tentare cose nuove, ma è ben lontana dall’ortodossia del procedimento. Dimentica il sale, non toglie l’aglio dalla bieta saltata, mette prima l’acqua e poi la farina per fare la pastella: la Parodi è esattamente questa. Può piacere o non piacere, ma la mossa giusta in questo Molto Bene(detta) è il non ‘ripetere’ la scena, non ribattere il ciak. Gran lavoro di montaggio per rendere il tutto ritmato – sempre più usato per combattere la tristezza della telecamera fissa – ma con l’impressione che sia tutto ‘in presa diretta’.
Per il resto posso dire che pur non amando molto la Parodi – anzi considerandola insopportabile dai tempi di Cotto e Mangiato – Real Time ha fatto il miracolo di renderla ‘digeribile’, alleggerendola degli eccessi. Interessante la ricetta in meno di 30′ con la Pasta alla Norma di spada, fattibile il Tortino di Patate e Brie – spiegato per la ricetta over 30′ – ma sull’antipastino American Style in 8 minuti non ci siamo proprio. E’ facile servire in otto minuti sandwich di salvia e scamorza e anelli di cipolla – con tanto di impanatura/pastella e frittura compresa – se ci si limita a preparare quattro (di numero) anelli e due (dico due) sandwich. E’ un antipasto per un solo commensale che mangia anche poco. Provate a fare quantità utili per un pre-partita con i colleghi di vostro marito tornati stanchi dal lavoro e già schierati sul divano pronti a tutto e poi ditemi se si riesce a fare tutto in otto minuti…
Sono queste le cose che non amo della cucina della Parodi. Sulla narrazione scelta, la confezione messa in atto e la logica del programma poco da dire se non ‘Molto Bene’.
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