Dopo avervi proposto le video interviste al conduttore Flavio Insinna e ad una giurata, Rita Pavone,, oggi su TvBlog diamo spazio ad uno dei coach (anche se il termine, come ascolterete, non piace al diretto interessato) de La pista, il nuovo show di Rai1 in onda a partire da domani, venerdì 28 marzo, per cinque settimane. Antonino Spadaccino, vincitore della quarta edizione di Amici di Maria De Filippi, ha raccontato a TvBlog quale sarà il suo ruolo ed ha parlato anche dell’esperienza nel talent show di Canale 5.
Raccontaci quale sarà il ruolo di coach, inedito per te.
Saremo il valore aggiunto delle squadre di ballo (la sua si chiama Cosmo P, Ndr), ognuna delle quali formata da dieci non professionisti. Si sfideranno su brani interpretati da noi cantanti; più che coach, saremo valori aggiunti, col compito di prendere in mano i ragazzi, portarli sul palco e guidarli in questo percorso.
Abbiamo il ricordo di te anche come ballerino, o quasi, ad Amici. Ci sarà l’occasione di vederti muovere a La pista?
Per forza, il cantante canta ma balla anche nella coreografia dei dieci ragazzi. È una cosa completa.
Flavio Insinna ha precisato che La pista non è un talent show ma ha anche detto che, come dimostra il tuo caso, se il talento c’è non importa da dove arrivi. Sono trascorsi dieci anni dalla tua esperienza ad Amici, che idea hai maturato su quel genere televisivo e sui ragazzi che vi prendono parte?
La penso esattamente come Flavio: quando c’è un talento non è importante quale sia il luogo da dove viene fuori.
Ad Amici da due anni a questa parte è stata introdotta la figura del coach. Qualcuno aveva ipotizzato potessi essere tu in lizza per sostituire Emma Marrone…
È stato un misunderstanding, l’annuncio della mia partecipazione a La pista è avvenuto mentre si parlava del possibile nuovo coach di Amici, ma in realtà non ci sono mai stati contatti.
Conoscevi i tuoi colleghi ‘valori aggiunti’? Che rapporto si è instaurato?
Bene o male li conoscevo tutti. Il bello è che tra di noi non c’è sfida, perché tutti rimaniamo in gara per le cinque puntate.
E invece il tuo rapporto con i giovani ballerini?
Sono piccolini, hanno in media 20 anni. Per me è stato come tornare indietro perché dieci anni fa feci i provini per Amici. Trovi ragazzi pieni di sogni, con la voglia di esibirsi, di ballare. Il programma non promette posti, né partecipazioni, ma dà una borsa di studio. Quindi è bello e sano che il ballerino partecipi per avere la possibilità di continuare a studiare.
Che bilancio fai della tua carriera fin qui?
Ho partecipato ad Amici in un momento in cui verso i talent non c’era tanta attenzione. Forse nemmeno noi eravamo pronti. Però in questi ultimi dieci anni ci sono stati 4 album prodotti da major e due Festival internazionali vinti. E, ad ogni modo, dopo dieci anni sono in prima serata su Rai1. Vuol dire che, dopo dieci anni da Amici, c’è qualcosa. Altrimenti sarei a casa come capita a un bel po’ di gente.