Sanremo 2015, Paolo Bonolis non sarà il conduttore: “Ho altre cose da fare”
Il direttore di Rai1 conferma che Bonolis è “sicuramente tra i conduttori che ciclicamente devono tornare a salire sul palco dell’Ariston”
Ieri mattina Paolo Bonolis ha preso parte con il direttore della Rai Luigi Gubitosi, il direttore di Rai1 Giancarlo Leone, la giornalista del TgLa7 Gaia Tortora, e i colleghi Milly Carlucci e Fabrizio Frizzi a una lectio magistralis all’Università Guido Carli di Roma su 60 anni di storia della tv pubblica.
Per l’occasione l’ideatore e conduttore di Avanti un altro (da ieri saldamente nelle mani di Gerry Scotti) ha parlato del Festival di Sanremo, prima ironizzando sulla manifestazione avvenuta quest’anno in apertura di kermesse…
Quei contestatori di Sanremo non si sono buttati solo perché cantava Ligabue. Diciamo che quest’anno ci sono stati i preparativi, le audizioni al tuffo. Dopotutto a un festival si lanciano canzoni, è arrivato il momento che si lancino anche gli interpreti!.
… poi rispondendo alla domanda su un suo possibile ritorno sul palco dell’Ariston (ma c’è Carlo Conti che incombe, come noto):
Al momento ho altre cose da fare.
In una conversazione con l’Ansa il conduttore si è affidato alla diplomazia quando gli è stato chiesto se tornerà in Rai:
La vita è fatta di corsi e ricorsi storici, ma ci tengo a dire che servizio pubblico lo fai la di la dell’azienda per la quale lavori. Sono andato in Rai per quello che mi consentiva di fare in quel momento, e in Mediaset perché mi ha lasciato allora la libertà di fare altre cose.
Leone sul tema ‘Bonolis a Sanremo’ ha precisato che il volto Mediaset “è un fuoriclasse” ma “non condurrà forse quella del prossimo anno” anche se è “sicuramente tra i conduttori che ciclicamente devono tornare a salire sul palco dell’Ariston'”
Bonolis ha parlato anche di tv in generale denunciando – come fa ormai da anni – una ritrosia al cambiamento:
La tv in questi decenni è cambiata molto meno di quello che avrebbe dovuto. Prima era pionieristica ora è coloniale, questo porta all’allontanamento forse di certe generazioni. Ma si può fare molto di più (…) Ovviamente la televisione rischia di diventare più vecchiotta, perchè i ragazzi vanno più spesso su internet ma anche se si fanno programmi sempre uguali, noi da parte nostra possiamo contribuire a fare qualcosa per migliorarla e stare al passo con i tempi.