Kledi Kadiu non vuole più stare a guardare. Il maestro di danza di Amici, nonché ballerino professionista ancora attivo, ha voluto condividere con noi un piccolo sfogo. In qualità di addetto ai lavori, Kledi spara a zero sul modo in cui viene (mal)trattata la danza nel programma Compagni di ballo, in onda tutti i pomeriggi su Mtv:
“Che ben vengano le trasmissioni che danno un messaggio sulla danza, ma non in questo modo. Chi le fa dovrebbe confrontarsi con gli esperti, quelli veri”.
Kledi è veramente arrabbiato, perché l’argomento gli sta molto a cuore:
“Il problema di Compagni di ballo è innanzitutto di linguaggio. Vabbé che dobbiamo far vedere come sono in realtà questi ragazzi, ma non ne esce bene neanche la generazione di oggi. Di 100 parole che dicono, 99 sono parolacce. In questo sicuramente gli autori non c’entrano, ma bisogna stare attenti. Chi vede Compagni di ballo, già nell’80% dei casi, non capisce nulla di danza, poi gliela si fa vedere in un prodotto totalmente errato. Non ci sono regole, quando la danza dovrebbe essere disciplina e mandare messaggi di educazione. Non vedo questo su Mtv”.
Kadiu ha trovato sbagliato anche l’esperimento precedente trasmesso dalla rete (a cui ovviamente concediamo il diritto di replica):
“Già l’altra volta Ballerini non ha fatto una pubblicità positiva a un gran Teatro come il San Carlo di Napoli, con un’esperienza secolare. Non c’entra la rete in sé, è una questione di produzione. Nel caso di Ginnaste, ad esempio, hanno onorato la ginnastica artistica. Lì è stato diverso perché hanno preso delle vere campionesse. Perché, invece, non far vedere l’arte che c’è dietro la lunga tradizione del Teatro alla Scala di Milano?”.
Per Kledi c’è molta omertà in giro e molti suoi colleghi hanno paura di prendere posizione:
“Tante volte la mentalità della nostra società di oggi è ‘se non viene toccata la mia persona che mi frega’. Potrei stare zitto. Ma mi sono un po’ rotto di questa cosa di stare zitto sempre, per paura che gli altri possano dire qualcosa. Tanto io ho una professione, mi piace fare il mio lavoro. Quando vedo certe cose mi indigno, anche se non mi toccano personalmente. Penso di avere le carte in regola per dire quello che penso. Mi sento di dar voce a chi voce non ha. Tanti lo pensano, ma nessuno dei colleghi dice le cose come sono in realtà”.
Il pupillo di Maria De Filippi è già pronto a pararsi da eventuali critiche sul suo conflitto di interessi:
“Io posso dire di lavorare da 14 anni in una trasmissione che è stata la prima a lanciare la moda della danza. Amici esiste da 14 anni, di Ballerini non hanno fatto una seconda edizione. Bisogna vedere quest’altro”.
A questo punto gli ho domandato che ne pensa de La Pista, il nuovo varietà di RaiUno che va fiero di dar spazio a ballerini non professionisti:
“Di professionalità e professionismo oggi c’è ben poco. Questo dipende anche dal poco budget a disposizione. C’è una catena di cose che non vanno. I ragazzi vengono presi dalle scuole private con quel poco bagaglio artistico che hanno e vengono utilizzati per riempire una coreografia che fa da sfondo. Ma la danza non è solo scenografia, non è quello che viene fatto vedere. Io comunque ho visto solo dei promo su La Pista, con 80 ballerini qua e là, ma penso che sia una propaganda sbagliata”.
Kledi rivendica la credibilità della vecchia scuola:
“Io sono fiero di essere cresciuto in un’era in cui si aveva un rispetto del professionista. Un tempo la danza doveva emanciparsi dal fatto di non essere considerata una professione. Oggi si è passati da un eccesso all’altro, adesso tutti possono ballare. Mi dispiace per quei pochi professionisti che verranno, che hanno sacrificato la loro vita. Non riconosco il tipo di danza di quando c’erano Tony Bongiorno, Fabrizio Mainini, Lorella Cuccarini, Heather Parisi. Si sta estinguendo quella generazione di ballerini che facevano la differenza. E’ normale che il pubblico finisca per abituarsi, se gli propini un’offerta al ribasso”.
E poi, a suo dire, c’è un problema di scarsa cultura da parte dei giovani, non solo in televisione:
“Se gli fai la domanda ai ragazzi di oggi, non sanno neanche chi è Nureyev. Chi fa danza ha curiosità pari a zero, non gliene può fregare di meno di nulla. Non aspettano un consiglio di un grande critico o esperto di danza. Vogliono vedere subito il risultato, che è povero di sostanza. Questo sta passando sempre di più. Io non so se questa cosa succede anche negli altri settori, ma nella danza più che mai manca una cultura generale, a meno che tu non sia un pubblico esperto”.
Per questo Kledi, che ringraziamo per il suo appello, continua a essere attivissimo sul fronte della divulgazione. Oltre a essere impegnato tutto l’anno con la tournée teatrale di Contemporary Tango e con il Concorso Sfida tra talenti (di cui è direttore artistico), continua a dividersi tra il programma Danza su Rai5 e il suo programma trasmesso da Tirana, sulla natia Agon Channel. A quanto pare, come ci ha rivelato in anteprima assoluta, il canale albanese sbarcherà l’anno prossimo con una versione italiana su Sky, in cui Kledi avrà un altro programma tutto suo.