L’Arena, Massimo Giletti, la sindrome d’ursiana colpisce anche lui: “Facciamo 4 milioni, gli altri fanno la metà!”
Lo sfogo del conduttore durante la puntata odierna del programma domenicale di Rai 1.
La D’Ursizzazione in casa Rai, ormai, non è più un segreto e, dettaglio ancor più inquietante, continua a diffondersi a macchia d’olio. Ci siamo ormai resi conto perfettamente che la padrona di casa di Pomeriggio Cinque e Domenica Live sta facendo tristemente scuola e questa propensione all’imitazione non farà altro che gonfiarle l’ego già smisurato di suo.
Tra i conduttori colpiti da questa sindrome d’ursiana, troviamo finora Mara Venier, che durante Domenica In ha alimentato la tristissima faida tra Manuela Villa e Patrizia Villa (rispettivamente figlia e vedova di Claudio Villa), Paola Perego, con l’utilizzo dei sensitivi e la battaglia contro il femminicidio ne La Vita in Diretta, e Lorella Landi, che ha copiato il filone religioso ne Le Amiche del Sabato.
Se la soluzione è copiare il peggio invece di spremersi le meningi siamo in buone mani.
Anche Massimo Giletti, durante la puntata odierna de L’Arena, ha accusato qualche sintomo di questa strana sindrome ma non per quanto concerne i contenuti.
Anzi, è doveroso sottolineare che Giletti stava gestendo un dibattito su Silvio Berlusconi, rendendolo equilibrato e nel pieno rispetto della par condicio (dall’altra parte, invece, il pubblico si sperticava in applausi per Giovanni Toti).
Tutto ad un tratto, però, Salvatore Tramontano, vicedirettore de Il Giornale, ha preteso di intervenire e Massimo Giletti ha fatto valere giustamente il suo ruolo di conduttore e moderatore, ristabilendo i ruoli però con una frase superba e totalmente fuori luogo:
Scusami ma ho i miei tempi, saprò almeno condurre una volta, l’ho già fatto in vita mia. Facciamo 4 milioni, gli altri fanno la metà! Qualcosa di buono faremo!
Un momento inutile di autocompiacimento. L’impressione è che Giletti non vedeva l’ora di trovare un appiglio utile per esclamare questa affermazione a pieni polmoni.
Cadute di stile, appunto, tipiche della famigerata avversaria.
Tutto questo alzare la voce per fare cosa, poi?
Lanciare un servizio dedicato ad una partecipazione di Francesca Pascale a Qualcosa è cambiato, programma del 2004 condotto da Alda D’Eusanio.
L’aver condotto in maniera equilibrata un blocco dedicato a Silvio Berlusconi non cancella i limiti evidenti di Massimo Giletti che sono i seguenti: sprazzi di populismo nei suoi interventi personali (“Io sono per togliere soldi a chi ne ha troppi per darli a chi ne ha meno”), ragionamenti per luoghi comuni (“Abbiamo capito che Luisella Costamagna non è di destra!”), ricerca di applauso facile (“Non riesco io a governare 6 persone, figurati Renzi che deve governare un sistema!”).
Senza contare che l’insofferenza nel sedare gli ospiti è stata costante per buona parte della puntata.
Sindrome d’ursiana e stanchezza.
Urge un vaccino.