Il Ballo in Tv e la maledizione di Milly
Riflessioni fra una Pista e l’altra. Sul ballo in tv aleggia una maledizione. La maledizione di Milly.
Quello tra il pubblico televisivo e il ballo è un amore controverso. Fatto di amore, odio e indifferenza. La scintilla scoppiò negli anni ’60 con l’avvento delle Kessler e proseguì con Raffaella Carrà. Ma chissà forse più che amore per il ballo lo era per le gambe delle due gemelle tedesche e per l’ombelico della Raffa nazionale: due potenti trasgressioni nell’Italia bacchettona dell’epoca. Poi arrivarono l’energia di Heather Parisi e la classe di Lorella Cuccarini ad allietare i sabato sera degli italiani, fino a che il ballo fu confinato ai margini della nostra tv, relegato a stacchetto, intermezzo, volta pagina: dalla veline alle letterine, fino agli show del sabato sera.
Nella fortunata serie Torno sabato con Giorgio Panariello, nelle sue varie declinazioni, con e senza la lotteria Italia, i momenti di ballo servivano più che altro per mandare il pubblico a fare una breve pausa fisiologica prima del successivo personaggio del mattatore toscano. Negli show di Fiorello invece il balletto non c’era per niente, o quasi. Con queste premesse la leggenda che aleggia dalle parti di Viale Mazzini narra che quando Milly Carlucci giunse da Londra con la cassetta di Strictly come dancing dicendo di aver trovato l’uovo di colombo molti le risero dietro.
Non l’allora Direttore di Rai1 Fabrizio Del Noce e non il direttore generale del servizio pubblico radiotelevisivo dell’epoca Flavio Cattaneo, che decisero di provarci. Quattro puntate prendere o lasciare. Le puntate divennero otto e ancora oggi il Ballando con le stelle della Carlucci viaggia a buona velocità tanto che dal prossimo mese di ottobre è in rampa di lancio la decima edizione. Il successo di Ballando con le stelle colse tutti di sorpresa, nessuno ci credeva più di tanto e forse nessuno ci ha capito più di tanto. Si narra che subito dopo la prima edizione, una ancora inesplosa Michelle Hunziker andò dal produttore Bibi Ballandi dicendo che la tv tedesca le aveva offerto di fare un programma di ballo: “Mi hanno dato una cassetta a presentare il programma c’è Milly Carlucci”, disse la conduttrice di Striscia la notizia. In effetti nel mondo Strictly come dancing è diventato Ballando con le stelle e successivamente in tutto il mondo Dancing with the stars.
E la BBC per vendere nel mondo il suo fortunato format ha utilizzato la versione italiana. La conduttrice ha dato allo show un’impronta personale inserendo diversi elementi che all’estero non ci sono: uno per tutti il ballerino per una notte, ma anche le ambientazioni con ampio uso del ledwall, le sorprese e i balli a tema (ricordiamo un Bobo Vieri braccio di ferro e un Massimo Boldi incredibile Hulk niente male). Del resto in Inghilterra la prima serata dura 50 minuti. qui in Italia 3 ore e qualcosa bisognava pur inventarsi.
Quando un filone funziona tutti, reti tv, case di produzione, autori, ci si buttano a capofitto. Dopo l’esplosione del Grande Fratello ci si è industriati a trovare nuove forme di reality: L’isola, La Talpa, La Fattoria. Il successo di Carramba che sorpresa ha influenzato tutti i programmi successivi, dove la sorpresa, specie nei talk show, è diventata quasi un obbligo. Lo stesso è per il mondo della canzone: da Sanremo a Canzonissima a Ti lascio una canzone, da Castrocaro a X Factor a The Voice. Ormai è quasi d’obbligo il cantante e la giuria, in una liturgia che salcune volte appare quasi grottesca. Per non parlare della cucina, dove si continua a sperimentare, ad assemblare e ad inventare nuovi format prendendo un po’ dall’uno un po’ dall’altro, quando nella mente passano Ave Ninchi e Luigi Veronelli, nei loro programmi degli anni ’70, novelli Sandra & Raimondo della cucina in TV. Nulla si crea, nulla si distrugge in Tv.
Sul ballo invece aleggia la maledizione di Milly. Perfino l’invincibile Maria De Filippi non ha trovato la chiave giusta per arrivare al cuore dello spettatore. Maria ci provò con Let’s dance, ma il tentativo è naufragato. Ed anche gli inserimenti dei ballerini in Amici non sembrano riscuotere grande entusiasmo,almeno non al livello dei cantanti. Non fosse stato per Stefano Di Martino, forse neanche ci ricorderemmo un nome dei ragazzi passati per il talent di Canale 5, che pure da 13 anni è un grande successo. Poco prima su Sky (Vuoi ballare con me ?) ci aveva provato Lorella Cuccarini, con la direzione artistica di Luca Tommasini, ma l’esperimento non diede i frutti sperati.
Poi è stato il turno di Barbara D’Urso con Baila, ma il programma, prodotto da Endemol, venne bocciato prima dal pubblico e poi dai tribunali che stabilirono si trattasse del plagio di Ballando con le stelle. Infine e siamo ai nostri giorni, è arrivato il turno di Flavio Insinna e de La pista, anche questo un programma prodotto da Endemol. A parte il paradosso evidenziato dai colleghi di Excite della Rai che da un lato chiede a Endemol milioni di euro di risarcimento danno per la causa Baila e poi gli commissiona un altro programma di ballo e la brutta abitudine di mentire al pubblico spacciando per dilettanti, professionisti, cosa già avvenuta in Baila, stupisce come uno show condotto da un personaggio amatissimo a validissimo come Flavio Insinna, con una giuria di numeri uno (su tutti il grande Gigi Proietti ) non abbia funzionato.
Spesso si è detto che la Carlucci non ha l’esclusiva del ballo, sacrosanto, ma è giusto ammettere che è l’unica che lo ha fatto funzionare in tv, dentro e fuori i confini: evidentemente la maledizione esiste davvero oppure da qualche parte è custodito un segreto e il nascondiglio lo conosce solo lei. Ed allora se è proprio necessario lanciare un nuovo programma di ballo, non sarebbe meglio chiamare direttamente lei, giusto almeno per estorcerle questo benedetto segreto?