Home Notizie Vittorio Feltri rivela: “Fui io a promuovere Santoro all’esame di Stato”. E attacca Floris e Fazio

Vittorio Feltri rivela: “Fui io a promuovere Santoro all’esame di Stato”. E attacca Floris e Fazio

La rivelazione è contenuta nel libro Buoni e cattivi firmato da Feltri e Stefano Lorenzetto

pubblicato 18 Aprile 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 05:29

UPDATE 10.21 – Nell’edizione odierna di Libero, Vittorio Feltri attacca anche Fabio Fazio, ricordando che nel 1988 prendeva parte come imitatore a Forza Italia (titolo profetico), un programma in onda su Odeon Tv, emittente privata di Calisto Tanzi (c’era anche Cristina Parodi, oltre che lo stesso Feltri, opinionista fisso).

Il resto dell’articolo è pieno zeppo di velenosi riferimenti al conduttore di Che tempo che fa: “con quell’aria da santificetur, Fazio mostrava grande deferenza nei miei confronti”; “Forforina ha un suo talento naturale: quello di saper fiutare che aria che tira. Non ha mai sbagliato un refolo, veleggia sempre con il vento a favore. Un fuoriclasse”; “non è mai successo che abbia molestato con domande impertinenti qualche potente, in particolare se privo di protezioni politiche”; (a proposito dei suoi autori) “Da solo, Faziosino non sarebbe in grado nemmeno di chiedere che tempo che fa”.

Vittorio Feltri rivela: “Fui io a promuovere Santoro all’esame di Stato”. E attacca Floris: “Cicisbeo dal sorrisino ebete”

Per promuovere la pubblicazione di Buoni e cattivi, il libro che ha scritto insieme a Stefano Lorenzetto, in uscita giovedì prossimo, 24 aprile, Vittorio Feltri ha deciso di rivelare di aver fatto parte della commissione all’esame di Stato che promosse Michele Santoro consentendogli l’iscrizione all’Ordine nazionale dei giornalisti. Era il 1982.

Si tratta di una vera e propria chicca, messa nero su bianco dall’editorialista di Liberodel Giornale, spesso in contrasto con il conduttore di Servizio Pubblico (come dimostra il video in apertura).

Feltri, il quale nel libro, che racconta la sua cinquantennale carriera di cronista, elogia Marco Travaglio appellandolo come “forse il più bravo giornalista d’Italia”, nel pezzo pubblicato oggi da Libero, prima di dare spazio ai suoi ricordi su Santoro, ha definito il suo coinvolgimento all’esame di Stato “incresciosa esperienza” che non fu più da lui ripetuta (in questo senso ha raccontato casi di raccomandazione). Quindi ha rievocato:

A quell’epoca Santoro non era proprio un giovincello: aveva 31 anni. Pesava 20 chili meno di adesso. Aveva i capello scuri (non tinti) e un bel volto da meridionale intelligente. Gli occhi erano da matto furbissimo. Non rammento nulla della sua prova scritta. L’orale, viceversa, ce l’ho stampato nella memoria.

Del Santoro del 1982 Feltri ha sottolineato i suoi pregi che gli avevano fatto capire che “trattavasi di predestinato”: lingua sciolta, grande capacità di improvvisare e prontezza di riflessi.

Feltri, che in quella stessa sessione di esame promosse giornalista oggi affermati Giuseppe D’Avanzo (scomparso qualche anno fa), Curzio Maltese, Federico Rampini, Maurizio Mannoni (oggi al Tg3) e Mauro Crippa (oggi responsabile dell’informazione Mediaset), in chiusura, ribadendo la sua stima professionale per Santoro (dopo averne ripercorso la sua carriera, non lesinando critiche per il suo rapporto con Silvio Berlusconi – “altro che editto bulgaro”) ha lanciato una stoccata velenosa a Giovanni Floris:

Per me Santoro, al netto del suo settarismo intollerabile, potrebbe anche infilarsi le dita nel naso e resterebbe comunque bravo. Mille volte meglio lui di quel cicisbeo di Giovanni Floris. Quello proprio non lo reggo, con quel sorrisino da ebete.