Come sempre Reputescion dà grandi soddisfazioni, quando decide di mettere sotto la sua lente dei personaggi televisivi già discussi. Il programma condotto da Andrea Scanzi su La3 ha avuto come ospite di questa settimana Linus, che ha dovuto digerire la prevalenza di un web feeling neutro e un reputometro negativo, pari al – 0,07. Questo il responso :
“I critici prevalgono sui sostenitori, gli contestano l’aver messo in secondo piano la musica e i suoi diktat, lo reputano saccente e arrogante. Chi lo ama gli riconosce creatività e intelligenza, con una vocazione multicanale dalla radio al web alla tv”.
Linus si è limitato a rispondere così:
“Quelli a cui non piaccio non voglio neanche piacere”.
Quanto al fatto ci concedere poche interviste, Linus ha
lanciato una frecciatina a fine intervista probabilmente rivolta allo stesso Scanzi:
“Mi sottraggo perché ho da lavorare. Accetto quando sono incuriosito. Ma questa è una tv in cui ormai anche l’ultimo degli stronzi fa l’intervistatore”.
Ecco come Scanzi lo ha messo in difficoltà in tutta l’intervista. Ripercorriamone le dichiarazioni cult:
“Ciccio Valenti mi critica su Twitter perché l’ho licenziato”
“Ciccio Valenti ha scritto su Twitter che la differenza tra il mio programma e quello della Bignardi è che da me l’ospite stava a sinistra. Sarebbe un mio amico, ma potrei essere cattivo e dire che è uno di quelli che ho licenziato. E’ di quelle battute in cui si immola una buona frequentazione al gusto della battuta”.
“Ho fatto la domenica pomeriggio su Italia1. Era terribile”
“Volevo salutare è archeologia. Salverei soltanto il titolo. Secondo me era bellissimo, come intercalare che si usa quando non si sa cosa dire specialmente in radio. Fu una grande occasione mancata. Erano tempi in cui c’erano soldi da spendere e si provava. Giorgio Gori ebbe l’intuizione di affidarci la domenica pomeriggio su Italia1. Non c’era Sky, non c’era il calcio in televisione. Era una bella occasione, il problema è che qualche genio pensò di portare in televisione la radio tout court. Il risultato era terribile. L’abbiamo buttava via per l’incapacità di capire. Era cucinata malissimo”.
“Grasso mi ha criticato perché sono andato ad Amici. Maria intelligente”
“Io sono stato da Maria, che mi invitò proprio perché ‘quello che faccio io ti fa cagare’. Il mio rapporto con lei è stato abbastanza conflittuale all’inizio. Avevo commentato in maniera abbastanza cattiva certe cose che faceva. In particolare avevo detto una fase infelice. Erano tempi in cui A,oco si chiamava ‘Saranno famosi’. Io per fare lo spiritoso dissi che avrei ammazzato mio figlio se avesse partecipato. Poi però lei mi ha ricontattato, perché lei è molto brava nel rapporto umano, nel capire quali sono le persone che la possono criticare, ma la cui critica le può essere utile. Essendo intelligente ha il terrore di essere contornata da gente che le dice solo sì. Grasso mi taccio di incoerenza per esserci andato. Dissi che non c’era niente di male, che faceva parte del mio lavoro”.
“Il Grande Cocomero continuerà. Ho fatto tv perché la fanno tutti”
“Credo che ci sarà un seguito de Il Grande Cocomero il prossimo anno e me lo auguro anche. Io l’ho vissuta come una prova di una cosa che potrei fare. Io sono cresciuto con tutta una generazione di colleghi e amici che poi hanno scelto di fare la televisione come mestiere principale, da Gerry Scotti ad Amadeus a Fiorello a Fabio Volo a Daria Bignardi allo stesso Nicola Savino. Io invece mi sono sempre ancorato alla radio perché, nel momento in cui sono diventato Direttore, la mia vita era piena. Nessuno mi aveva chiesto di fare tv con insistenza, va detto. Mi è sempre rimasto il dubbio di pensare ‘Se ci avessi provato sul serio cos’avrei potuto fare?’. L’orario è un po’ difficile, il giovedì sera c’è qualsiasi cosa in tv. Il budget era ridotto all’osso, ma avevo la libertà di fare quello che volevo. La vorrei rifare un po’ meglio, perché ora so da che parte devo migliorare, da che parte non devo andare. L’esperienza è fondamentale”.
“Io e Cecchetto avevamo litigato perché io presi il suo posto a Deejay”
“La radio è stata fondata da Cecchetto. Nel 1994 non era più di Cecchetto, lui ha avuto divergenze con il Gruppo Espresso e ha deciso di andarsene di sua spontanea volontà. Al momento di andarsene ha cercato di usare come leva noi artisti per ottenere un potere negozionale più forte. Noi non l’abbiamo seguito perché stavamo benissimo. Io sono tra quelli che sono rimasti e ho preso il suo posto. Questa cosa l’ha molto ferito. Per questo ci sono stati anni di freddo. C’è voluta buona volontà. Io che sono più piccolo rispetto a lui ho fatto il primo passo e sono molto felice. Da allora il nostro rapporto è tornato a essere molto cordiale”.
“Come Direttore non credo nella democrazia”
“Io non sono per la democrazia, forse neanche l’Italia è portata per la democrazia. Viene sempre concepita come spartizione del potere e non come cercare la gestione migliore delle cose. I primi anni in cui sono stato Direttore ho cercato almeno il consenso, poi non è che io ne abbia perso il rispetto. Mi sono reso conto che cercare un consenso allargato è un modo per non andare da nessuna parte. In più la gente ha bisogno di qualcuno nelle cui mani mettersi, che tu guidi e hai il volante ben saldo in mano. Tanto se tu sbagli pensano che non è colpa loro, ma colpa sua. Avere una leadership decisa serve a lasciare tranquille le persone che lavorano con te e essere responsabile fino in fondo dei propri errori”.
“Vado fiero dei tanti artisti che ho scoperto”
“Vado fiero di aver scoperto il Trio Medusa, la Pina, Fabio Volo anche se era già nel nostro entourage, Nicola Savino era un tecnico e io l’ho trasformato in un artista, il primo Platinette, anche Daria Bignardi, gli Elio e le Storie tese sono cresciuti molto”.
“Io ad Arcore quando si facevano le feste Fininvest”
“Negli anni Ottanta la televisione faceva programmi faraonici, si presentavano le nuove stagioni. Nell’autunno dell’89 facevamo Deejay Television, arrivata al suo penultimo anno. E c’era questa trasmissione, Un autunno tutto d’oro, in cui tutti gli artisti Mediaset con lo smoking presentavano il loro programma. Io, Fiorello, Amadeus e Pieraccioni una volta finita la trasmissione fummo invitati ad Arcore. C’era questa sensazione da Grande Gatsby, Berlusconi che sulla porta saluta tutti e risaluta tutti al momento di andarsene. A tutti dice qualcosa che ti fa capire chi sei tu. Capisci la sua bravura nel creare il gruppo”.
“Deejay Tv chiude? Non è escluso”
“Non è facile fare una televisione al giorno d’oggi. Io ho vissuto l’avventura di Deejay tv con frustrazione. E’ stata una grande occasione un po’ sprecata. Ogni gruppo ha le sue strategie, non è un momento in cui economicamente le cose vanno bene. Deejay Tv rientra in una riflessione allargata. Ma io mi occupo della parte contenuti, le grandi strategie non si fanno in Via Massena”.
“Sono stato un autore mancato di Adriano Celentano”
“Io autore di Celentano in 125 milioni di cazzate? Quella parola non aveva molto significato. Lui è uno che fa un sacco di brainstorming i mesi precedenti, ma poi fare l’autore per Adriano è abbastanza frustrante. Si andava nella sua villa, riunioni che finivano con il calar del sole e racconti meravigliosi. Lui è una persona ovviamente con un carisma fantastico, a volte può essere irritante, l’importante è prendere quello che ci serve”.